Chapter 17

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Sonny mi abbandona sotto casa, allontanandosi col viso coperto da un velo di preoccupazione.
Entro e poso le chiavi sul tavolo della cucina. Sucessivamente mi tolgo la giacca e la appendo affianco alla porta. C'è silenzio, ma dopo aver ricevuto quel messaggio da Louis suppongo che sia in casa. Dovevamo passare la giornata insieme, invece, sono tornato a casa alle nove di sera.

Mi dirigo verso la camera da letto e appena la apro, lo vedo intento a leggere un libro, sdraiato sul letto. Fa finta di non vedermi e non mi rivolge nemmeno la parola.

«Ehi...» dico, mettendomi dei pantaloni più comodi. Non ricevo alcuna risposta e ciò mi fa capire che è incazzato.

«Senti... mi dispiace io-»

«Tu cosa, Andy?», si volta con uno scatto fulmineo verso di me e punta i suoi occhi nei miei. È davvero, davvero incazzato.

«Che scuse hai, eh? Sei stato fuori tutto il giorno, ti avevo detto che quando tornavo mi avrebbe fatto piacere raccontarti tutto, e invece te ne sei andato e mi hai ignorato tutto il giorno. Dimmi Andy, credevi di trovarmi gioioso e disposto a parlare al tuo ritorno?», il suo tono è accusatorio e io abbasso lo sguardo, non riuscendo a sostenere il suo.

«Cazzo, per una volta che sono felice anche io, per una cazzo di volta, ci deve essere sempre qualcosa in grado di rovinarla. Perché non riesci ad essere felice per me?» Si alza dal letto sbattendo il libro sul comodino. La debole luce dell'abat-jour gli illumina il volto triste.

«Io sono felice per te...»

«E allora qual è il problema? Non sei più lo stesso Andy! Cazzo non ti riconosco più da qualche settimana prima della tua partenza. Ho pensato che avessi bisogno di uno stacco e quindi ti ho lasciato partire. Ma cazzo, sei tornato da nemmeno due giorni e sei peggio di prima. Rispondi a monosillabi, sei sempre assente con lo sguardo e ora sparisci per tutto il giorno. Mi sento confuso, strano e in un qualche modo colpevole del tuo malessere. Parlami, Andy... ti prego», ora sembra supplicarmi. In tutto questo io sono rimasto immobile con lo sguardo a terra, come se improvvisamente la moquette improvvisamente interessante.

«Non lo so...», bisbiglio.

«Come cazzo fai a non saperlo? Che cazzo hai Andy?», sta alzando la voce e io mi sento come se la stanza si stesse restringendo da un momento all'altro, facendomi soffocare.

«Io...» "ti ho tradito" vorrei riuscire a dire. Vorrei riuscire a sputare queste parole dalla mia bocca. Ma al posto di provarci, mi siedo sul letto prendendomi la testa tra le mani. So di star recitando la parte della vittima, ma non riesco a mettermi nei panni di una persona responsabile.

«C'è troppo casino...», sussurro a denti stretti.

«In che senso? Ci siamo solo noi due Andy», si piega davanti a me, in modo tale da potermi guardare negli occhi. Mi prende le mani nelle sue e mi costringe a guardarlo. «Andy io sono qui... se mi parli posso aiutarti.»

«No, non puoi.»

«Ti conosco, si che posso.»

«Louis, tu non mi conosci, non sai niente di me. E io non posso dirti nulla di me. Scusami....»

«Andy... ricordi? So leave a light on, I'm coming home. It's really dark here but I carry on. Io lascerò la luce accesa per te, così riuscirai a ritrovare la strada. Doomed. Se sei condannato te, sono condannato anche io.»

«No, cazzo!», mi alzo bruscamente e lui rimane a terra a guardarmi, senza capire.
«Non sei tu la mia luce! Non lo è nessuno. Tu lo sei stato, ma ti sei spento. E mi dispiace per questo...» Ora è come se vedessi le mie parole creare delle piccole ma profonde ferite su di lui. È come se vedessi le sue lacrime trattenersi dallo scorrere violentemente sulle sue guance. Il suo sguardo si spegne.

Si alza e smette di guardarmi. Prende una borsa e la riempie con le cose necessarie per stare via un paio di giorni. Non lo fermo, ma rimango a guardarlo, senza sapere cosa dire.

«Ci avevo pensato, ma non volevo crederci. Non ho mai smesso di brillare Andy, sei tu che non mi vedi più. Spero solo che quando scorgerai ancora la mia luce, non sarà troppo tardi. Ci vediamo.» Detto questo si allontana con sguardo cupo, poi sento la porta sbattere e la serratura scattare, lasciando che il silenzio si impossessi di questo momento. Ma la mia mente pensa ad altro e le sue parole mi riportano a qualcosa... "Lascia che qualcuno impari a osservare le tue zone più buie, parti da li. Fatti conoscere da li. Poi mostra le tue stelle. Mostra la tua luce e brilla."  E da questa frase, una serie di parole e di immagini iniziano a scorrere davanti a me.

Mi siedo sul letto con lo sguardo fisso nel vuoto, cercando di realizzare ciò che è appena successo. Louis se n'è andato, ma tecnicamente non ci siamo lasciati. Io l'ho tradito e non ho avuto il coraggio di dirglielo. Sono un coglione che non sa prendersi le sue responsabilità e, nonostante la vittima non sia io, mi sento morire dentro. Soprattutto dopo essermi ricordato delle parole dette da Ryan. Mi sono lasciato andare con lui, l'ho fatto entrare nella mia mente senza motivo e lui è stato in grado di domare i miei pensieri.
Prendo il telefono ed entro nella chat con Ryan.

Non posso imparare-
a brillare se nessuno mi insegna.
Non posso brillare se non 
ho nessuno per cui farlo.

Lascio li il messaggio, rileggendolo un paio di volte. Poi, esitando, premo invio e vedo le due spunte diventare subito blu. Ha letto il messaggio all'istante e una leggera sensazione d'ansia inizia a farsi sentire.

-Non devi avere per forza qualcuno
per cui farlo. Si può imparare da soli.
Si cresce da soli e si soffre da soli. Sempre.
Ricordati questo, Andy.

Ma io ho bisogno di qualcuno.-

-Allora devi solo aspettare che
qualcuno accenda quella luce per te. Ma
sappi che appena quel qualcuno se ne andrà,
si spegnerà da sola quella luce. Perchè non è
tua.

Rileggo il suo messaggio più volte, sentendo i battiti del mio cuore accellerare. Perché è in grado di farmi capire queste cose così facilmente? Perchè riesce a prendere i miei pensieri e metterli in ordine?

Credo proprio sia già successo.-

Non ricevo risposta, cosi decido di lasciarmi andare ancora e trascrivere quello che sto pensando in questo momento.

Ho solo bisogno di chiederti una cosa: perchè?- Perchè riesci a capire ciò che ho
nella testa quando sono io il primo a non capirci      nulla? Perchè non ti conosco nemmeno eppure  sento di potermi fidare?
Hai ragione, non c'entri un cazzo con la mia vita,
ma ti prego di rispondere a queste domande.

-Perché mi piace far ritrovare la strada giusta alle persone nonostante il mio essere stronzo. Tu hai bisogno di qualcuno e mi piacerebbe essere quel qualcuno per te. Ho visto qualcosa nei tuoi occhi, qualcosa che mi attrae, e ad oggi desidero solo scoprirti.

E mi lascia così, con questo messaggio interpretabile in mille modi diversi. E dentro di me mi dico che è impossibile che una persona inizi a interessarsi a me in così poco tempo. Mi dico che è impossibile che qualcuno voglia davvero scoprirmi come ha detto lui. Però di una cosa sono certo: è stato in grado di capire il mio stato d'animo e di accogliere i miei pensieri senza giudizio. Non ho bisogno che lui accenda la mia nuova luce, ho solo bisogno di una scintilla, poi me la caverò da solo.

𝐋𝐞𝐭 𝐌𝐞 𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐞 𝐎𝐟 𝐘𝐨𝐮 // 𝑮𝒂𝒚 𝑺𝒕𝒐𝒓𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora