Chapter 30

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Un paio di dita mi accarezzano dolcemente la pelle, creando forme immaginarie. Due occhi mi guardano, analizzando ogni singolo tratto del mio viso illuminandosi e due labbra morbide cercano il contatto con le mie, come per saziare un loro bisogno. Mi va bene così, non sono mai stato meglio. Mentre ora sono qui, e i suoi occhi mi guardano e le sue braccia mi tengono al caldo, capisco di star facendo la cosa giusta.

Non c'è niente di meglio di mettersi al caldo sul divano dopo una calda doccia e una bella pizza. La coperta scalda i nostri corpi e le immagini di The Hate You Give passando davanti ai nostri occhi catturando la nostra completa attenzione.
Rimaniamo tutto il tempo del film abbracciati l'uno all'altro, ogni tanto commentando su qualche scena del film, per poi tornare in religioso silenzio. Appena il film finisce, lui decide subito di parlare.

«Penso sia stato in film più bello che io abbia mai visto», punta il suo sguardo su di me e sorride, stiracchiandosi.

«Hai ragione, certe scene sono state davvero forti ma trasmettevano un messaggio unico», dico trovandomi d'accordo con lui e poi spengo la telsvisione.

«Già, soprattutto gli occhi azzurri della ragazza, il suo sorriso perfetto e i suoi capelli biondi... quelli mi hanno davvero fatto impazzire», continua a dire, ridendo sotto i baffi. Io ci metto un po' a capire, mantenendo un espressione confusa sul mio volto.

«Scusa?» chiedo, forse facendo sentire anche un pizzico di gelosia nella mia voce. «Non c'era nessuna ragazza così nel film.»

«Appunto.»

«Quindi?»

«Proprio non ci arrivi? Ho guardato te tutto il tempo. Sei stato il protagonista del film più bello che io abbia mai visto», dice queste parole con tranquillità, come se non avessero importanza o peso e io arrossisco all'istante. Torno a guardare dritto davanti a me cercando di realizzare ciò che mi è appena stato detto, ma ciò non fa altro che farmi arrossire il doppio.

«Non mi credi? Hai due fossette che ogni volta che sorridi mi fanno impazzire», continua a dire, e io nascondo il mio viso coprendolo con la coperta.

«Smettila,» dico «Non è vero», a questa mia affermazione lui smette di ridere e, nonostante io non possa vederlo, sento il suo sguardo serio su di me.

«Perché non ti piaci Andy? Sto imparando a conoscerti e ogni giorno che passa, capisco che non ti ami. Come fai ad amare gli altri se in primis non ami te stesso?» Ci metto un po' a elaborare le sue domande e pian piano mi levo la coperta dal volto. Mantengo lo sguardo basso e serio, cercando una risposta che abbia un senso.

«Amare gli altri mi viene più facile. Nelle persone che mi circondano io sono abituato a vedere il bello... i difetti vengono dopo. È questo che mi permette di riuscire ad amare. In me invece... i difetti sono la prima e unica cosa che vedo, non riesco ad andare oltre a loro, non riesco a vedere del bello in me. Quindi come posso amarmi? Puoi dirmi quante volte vuoi che sono bello, ma io non potrò mai vedermi con gli stessi occhi con i quali mi vedi tu...»

«Hai ragione, però puoi imparare ad apprezzarti per quello che sei. So che non è facile... hai talmente tanto casino in quella testa che forse quello di piacerti credo sia il tuo ultimo problema.»

«Vedo che l'hai notato pure tu... tanto prima o poi ti stancherai anche tu di me», affermo con malinconia, torturando con le dita un lembo della coperta.

«Ripetilo un'altra volta e ti scopo fino allo sfinimento», dice, attirando all'istante la mia attenzione. «Okay, magari non è propriamente una minaccia, potresti accettatla volentieri», continua, riflettendo su ciò che ha detto. Io rido e lo guardo divertito. Lui sorride a sua volta e mi accarezza una guancia.

𝐋𝐞𝐭 𝐌𝐞 𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐞 𝐎𝐟 𝐘𝐨𝐮 // 𝑮𝒂𝒚 𝑺𝒕𝒐𝒓𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora