Johann è proprio davanti a me. I suoi occhi mi scrutano mentre le sue labbra si curvano in un ghigno. Sono con le spalle al muro, incapace di agire. Sento il sudore scivolare sulla mia pelle e provo un brivido di freddo appena si alza un filo di vento. Lui avanza verso di me, le sue iridi sono scure e iniettate di sangue. Dietro di lui vedo una figura coperta da un cappuccio ma non sono in grado di riconoscerla, è tutto buio. Sono sempre più vicini e non mi lasciano proprio scampo. Io smetto di respirare appena sento il suo fiato caldo sul mio viso.
«Cosa pensavi di fare, eh?», la sua voce è profonda e ora, per la prima volta, mi sembra di averla già sentita. Non rispondo e cerco di dimenarmi ma il suo braccio mi blocca all'istante.
«Rispondi Fowler, cosa credevi di poter fare, scappando a gambe levate?», Il sangue mi si gela nelle vene, ma non per il freddo.
Kyle.Credo di non avere mai avuto così tanta paura. Ma soprattutto, credo di non avere mai avuto un incubo peggiore di questo. Il mio fiato è corto e sento qualche goccia di sudore scivolarmi sulla fronte, come nell'incubo. Le mie mani tremano e piano piano realizzo di trovarmi in macchina con gli altri e, appena giro lo sguardo, trovo Miriam che mi guarda confusa e anche un po' preoccupata.
«Andy... tutto okay?», chiede per non farsi sentire dai due ragazzi davanti.
«Si, credo di si», dico, senza fidarmi io stesso delle mie parole. Cerco di calmarmi nonostante il battito del mio cuore stia accelerando senza motivazione. Abbasso leggermente il finestrino e respiro un po' d'aria fresca, sperando che possa essere d'aiuto. Miriam, perplessa, torna a sedersi al suo posto e a guardare fuori, anche se mi capita di beccarla mentre mi guarda con la coda dell'occhio.
Appena arriviamo scendo dalla macchina e faccio qualche respiro profondo, sentendomi un po' meglio. Ma quel nome. Quel fottuto nome e quel volto si ripetono nella mia mente. Kyle.«Era comoda la macchina per un pisolino?», la voce di Ryan mi distrae e mi costringe a girarmi. Mi guarda con aria divertita e si avvicina. Sto per rispondergli ma lui mi precede e mentre mi passa affianco sussurra: «Dicono che sia scomoda per scopare, ma provare non fa mica male», si allontana dopo avermi fatto un occhiolino e io rimango immobile a fissare l'immenso edificio davanti a me. Mi volto ancora e appena incrocio lo sguardo di Johann rabbrividisco. Ora, dopo ciò che è successo prima, mi fa provare una strana sensazione. Lo supero, raggiungendo Miriam e entrando nell'edificio.
Il progetto scelto da elaborare è stato quello di Miriam, con l'aggiunta di qualche dettaglio preso dal mio e da quello di Johann. Ormai è quasi un'intera settimana che ci lavoriamo e manca poco per il nostro ritorno a Londra. Sinceramente, sono contento. Il tempo passato qua mi sembrava non finire più e due settimane lontano da casa, per me sono davvero stressanti. Soprattutto perchè non mi sono rilassato neanche un pochino.
«Felice?», chiede Ryan, affiancandosi a me. Stiamo aspettando il direttore del locale per chiarire le ultime cose.
Lo guardo con aria confusa e lui capisce.«Volevo sapere se fossi felice dato che tra due giorni torni a casa dal tuo ragazzo... o dovrei dire ex?» Ghigna. Stringo la mascella e rimango serio, trattenendomi dalla voglia di urlargli contro.
«Non vedo perchè debba essere il mio ex», affermo con un tono talmente calmo del quale mi stupisco io stesso.
«Beh, il tuo corpo non è più suo, ormai.» Sorride.
«Questo corpo,» dico puntando le dita su me stesso «è mio. Quindi non vedo dove sia il problema», detto questo, mi allontano, approfittando dell'arrivo del direttore.
Iniziamo a discutere sul prezzo del tutto, dell'attrezzatura della quale avremo bisogno e poi di quanto tempo avremo a disposizione. Il tutto sembra andare per il meglio, senza fraintendimenti.Dopo un po' distolgo lo sguardo e mi do un'occhiata in giro, giusto per non passare il resto del tempo ad annoiarmi. Infatti, la mia noia viene spazzata via appena poso il mio sguardo su Johann, intento a parlare con una persona a me sconosciuta. Ci ride e ci scherza come se fossero amici da tempo e, la persona in questione, mi da le spalle, permettendomi solo di vedere il giacchetto nero di pelle. Rimango con gli occhi puntati su di loro per un po', fino a quando Johann alza lo sguardo e si scontra col mio. Rimaniamo così, ci fissiamo da lontano senza che nessuno faccia nulla. Poi un angolo della sua bocca si curva in un sorriso quasi impercettibile, facendo girare la persona con cui stava parlando.
L'unica cosa che vedo sono due occhi di ghiaccio, troppo chiari per essere veri. Mi guarda da testa a piedi e fa una smorfia, per poi tornare a parlare con Johann. Mi accorgo di essere rimasto da solo. Miriam e Ryan stanno parlando per i fatti loro, il direttore se n'è andato e io sono rimasto nel mezzo della saletta a fissare gente che non conosco. O almeno credo. Solo un nome continua a farsi spazio nella mia mente. Kyle.
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𝐋𝐞𝐭 𝐌𝐞 𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐞 𝐎𝐟 𝐘𝐨𝐮 // 𝑮𝒂𝒚 𝑺𝒕𝒐𝒓𝒚
FanfictionCOMPLETA «Fowler, lo sappiamo entrambi che lo vuoi anche tu...», mi bacia sul collo e sospiro, accorgendomi solo ora di aver trattenuto il fiato per tutto questo tempo. «E se io non lo volessi?», chiedo, sperando che questa tortura mentale finisca a...