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=>Nashi

Il villaggio era sufficientemente vicino da evitarmi il viaggio in carrozza. Sì, camminai davvero, nulla di cui stupirsi. Haru mi fece il favore di viaggiare lentamente, permettendomi bene o male di mantenere il passo.
Avevo la sensazione che qualcosa non fosse al suo posto, e questa aumentava ogni metro che percorrevamo. Il villaggio appariva grigio, quasi come se i colori lì fossero più smorti. Varcammo i confini del luogo e ci ritrovammo tra le vie deserte, le serrande sbarrate e qualche persona che sbirciava da dietro le porte o le finestre, bisbigliavano come se avessero avuto paura di attirare l'attenzione.
Il rumore della carrozza era uno dei pochi udibili, insieme a qualche bici su cui ragazzini pedalavano in fretta carichi di borse, probabilmente la spesa appena fatta.
Guardai Haru, il suo profilo duro e all'improvviso più serio. Cosa era successo in quella città?
Parcheggiò il veicolo al lato di una strada, davanti ad un negozio che sembrava un ristorante, smontò dalla cassetta mentre tutti gli altri scendevano dal retro. Potei notare lo stesso sguardo confuso e determinato anche negli occhi dei miei compagni.
"Entriamo, qua potrete mangiare e avremo la nostra occasione di parlare in pace" la bruna spinse la porta che fece suonare una campanella nel silenzio. Una ragazzina, più piccola di me, ci corse incontro, un adorabile grembiulino e un vassoio stretto tra le braccia. All'interno del locale, contro ogni aspettativa, si trovavano diverse persone che mangiavano e parlavano sottovoce, nessuno però si era seduto ai tavoli accanto alle finestre. L'impressione che nessuno volesse farsi notare cresceva in me.
"Honoka-san! Haru-San ! Siete tornati" gli occhi scintillanti della ragazzina mi fecero sorridere.
"Sì, Yumi, siamo tornati. E abbiamo incontrato delle persone che potrebbero aiutarci" si spostò, lasciando libera la visuale della cameriera dai capelli rossi che ci sorrise entusiasta.
"Davvero? Oddio, Fairy Tail!" quasi urlò, indicando il mio ventre. Le feci un cenno con la mano.
"Yo"
Notai con la coda dell'occhio come tutti si erano bloccati un momento, ci avevano guardati e poi avevano ripreso a parlottare. Accoglienti, dovevo ammetterlo.
"Puoi portarci qualcosa da mettere sotto i denti? Ci sediamo sopra" le chiese Haru, chinandosi alla sua altezza. Era una ragazza piuttosto esile e non molto formosa, i capelli rossi erano riccissimi ed erano legati in uno chignon, l'uniforme le stava bene, ma si capiva che era troppo giovane per lavorare in un pub, o per lavorare in generale.
Yumi annuì, sparendo dietro il bancone. Noi seguimmo Haru e Honoka su per una scala in legno scricchiolante, il piano superiore era deserto, probabilmente riservato, e noi ci sedemmo ad una grande tavola rotonda.
Subito Honoka iniziò a parlare, spaziando la mia curiosità.
"Questo è sempre stato un villaggio tranquillo, non capitano spesso cose interessanti, é un posto dove vivono principalmente vecchi e bambini, i giovani partono per cercare altre opportunità, e a noi è sempre stato bene così. Io e mio fratello viviamo qui da sempre, insieme a nostra nonna. Da un po' però casa nostra ha iniziato a starci stretta, siamo giovani e questo non è più il posto per noi. Due settimane fa io e Haru siamo partiti per viaggiare. Sapete, esplorare il mondo, trovare la nostra strada..." non avevo capito subito che lei ed il biondo fossero fratelli, erano gli esatti opposti, sia fisicamente che caratterialmente.
" però non abbiamo avuto il tempo di ambientarci in una nuova città che ci è giunta una voce che ci ha costretti a tornare. Qui non c'è mai stata un'esagerata affluenza, siamo nel nulla, pochi sono i turisti ma soprattutto pochi sono i maghi. Voi sapete più di tutti quanto una gilda di maghi possa essere essenziale, proteggono i cittadini dalle possibili minacce, ma qua non ne è mai esistita una. I pochi presenti in grado di utilizzare la magia hanno sempre preferito vivere una vita normale, mescolandosi con le persone comuni a tale punto che nessuno ha più saputo con precisione chi di loro avesse dei poteri e chi no. Certi bambini nascono da genitori maghi e ne ereditano le capacità, ma la loro forza rimane quiescinte, perché mai stuzzicata o sviluppata."
Pensai alla mia vita se non avessi mai saputo dell'esistenza dei miei poteri. Non riuscì ad immaginarla. La mia magia è parte integrante di me e del mio stile di vita.
"Siccome non succede mai nulla, nessuno ha mai sentito l'esigenza di stare sull'attenti e pronto a difendersi, così quando è arrivato lui siamo stati tutti sottomessi in pochissimo tempo. Un mago potente, troppo per noi, é passato di qui mentre noi non eravamo presenti. Non sappiamo i dettagli. Solo che i maghi con un minimo di preparazione sono scesi in campo a lottare contro l'uomo che aveva intenzione di schiavizzare casa loro. Mia nonna era una maga, ed è sparita, insieme a tutti gli altri. Durante la battaglia una luce ha avvolto tutti i presenti, e quando si è spenta tutti, ogni singolo mago era sparito nel nulla.
Saputa la notizia ci siamo subito messi in viaggio e abbiamo fatto richiesta di aiuto ad ogni gilda che era a portata di mano, siamo partiti e siamo arrivati ora. Il villaggio è immerso nella paura. Sappiamo che questo mago si mostra ogni tre giorni e pretende soldi, provviste." prende fiato, massaggiandosi le tempie mentre il fratello le posa una mano sulla spalla. Schiavizzare un'intera popolazione. Già mi prudevano le mani.
Lanciai un occhiata di sbieco agli altri, e li ritrovai tutti con lo sguardo basso e carico di rabbia, Reiki fissava tristemente il tavolo mentre Gale stringeva i pugni per il nervosismo.
Sapevo il gelo che avrei trovato negli occhi di Storm nonostante lui avesse lo sguardo rivolto altrove, per quanto riguardava Nova, era già tanto che non stesse letteralmente facendo scintille.
Honoka continuò.
"Mi sono mantenuta in contatto con la bambina di prima, Yumi, e mi ha raccontato come avviene questa 'cerimonia'. Alle cinque di sera si radunano tutti nella piazza principale, lui ha una lista, non so come se l'è procurata, ma sa tutto di ogni individuo presente nel villaggio, e sa anche cosa vuole da lui, se non lo possiede... " le si spezza la voce, e il fratello continua al posto suo, circondandole le spalle con il braccio.
"si fa pagare in altro modo" disse, lasciando intendere tutto e niente.
"Oggi ci sarà la cerimonia, giusto?" domandò Gale, dondolandosi leggermente sulla sedia.
Haru annuì.
"Bene, giusto in tempo. Non preoccupatevi, gliela faremo pagare per tutto quello che ha fatto" dissi, ghignando ed alzandomi in piedi.
"Siamo pronti" mi diede manforte Reiki, sorridendo dolcemente ai due, che a loro volta ci ringraziarono calorosamente.
"Ho proprio voglia di picchiare un pazzo maniaco, era da un po' che non me ne capitava uno sotto mano" Storm si rianimò, gettando la camicia in testa a Nova.
"Sicuro che riuscirai ad affrontare qualcuno con le tue stesse caratteristiche? Non è che poi ti immedesimi in lui e oltre che pazzo maniaco mi diventi anche un genio del male?" lo stuzzico, lasciandomi ricadere sulla sedia.
"Se già così non riesci a battermi figurati dovessi diventare un cattivo strafigo"
"Adesso ti tiro due schiaffi, uno per te e uno per il tuo alter ego cattivo"
"dimentichi strafigo"
"non dimentico nulla, sono solo realista"
E boom. Colpito e affondato.
Proprio un quel momento, come a voler festeggiare la mia vittoria, Yumi fece il suo ingresso con un pollo dall'aria divina.
"Troppo bello per essere vero" mormorai, due stelle sberluccicanti al posto degli occhi. Quel pollo dorato aveva tutta l'aria di voler essere mangiato da me. Proprio da me.
La voce che sentì apparteneva però ad un altro genere di pollo.
"Sì, lo so, sono magnifico"
"Taci, Gale, o mangio pure te"

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