=>Nashi
In quel momento capì che avrei dovuto smettere di sperare che loro si rendessero conto dell'inganno. Stava a me, dovevo distruggere quella dannata illusione. Non lo avrei mai ammesso ma affrontare Storm e Nova insieme non era una passeggiata, soprattuto considerando che non avevo intenzione di ferirli. In più quel sadico con i capelli arancioni non mi dava tregua con le sue cazzate. Mi aveva davvero fatto arrabbiare.
"brucerò te e questo stupido incantesimo" affermai, mentre le fiamme mi circondavano, un caldo infernale si espanse attorno a me. Mi concentrai, pensai dove dovevo arrivare, per chi ero partita in quel viaggio, con chi l'avevo fatto. I miei genitori, li avrei salvati, avrei continuato il mio viaggio con i miei amici, non avrei permesso ad uno stupido montato di prendersi gioco di noi in questo modo. Un grido prese forma nella mia gola, aumentando sempre di più d'intensità insieme alle fiamme. Avremmo riportato la felicità in quel villaggio, avremmo raggiunto la nostra famiglia. Avrei preso due treni ed una stupida nave, avrei litigato con Storm altre mille volte e avrei avuto conversazioni serie con Reiki, avrei nuovamente badato ai gemelli, avrei rivisto Sylvia e Rin, mia mamma e mio papà. Non sarei morta lì, né io, né nessun altro.
"Cosa diavolo..." aprì gli occhi, fissandoli in quelli dell'uomo di fronte a me che aveva preso ad indietreggiare, scottato dal mio fuoco. Concentrai ogni particella di magia restante in un unico punto, tutta la sicurezza era sparita dal viso di Genso, le sue catene si erano fuse attorno alle mie caviglie.
"Questo potere...da dove arriva?" la sua era una domanda rivolta a sé stesso più che a me, ma non avrei comunque avuto una risposta per lui. Sentivo i miei capelli che si sollevavano nell'aria, chiusi gli occhi e rilasciai tutto il potere magico, lo indirizzai verso l'uomo che ormai sembrava solo un cagnolino spaventato, lo colpì in pieno. Una scarica di magia si espanse per tutto il villaggio, sentì l'incantesimo spezzarsi e i miei compagni alle mie spalle guardarsi intorno confusi. Un solco nel terreno aveva origine ai miei piedi e di estendeva fino al corpo esanime dell'uomo. Era vivo, ma non sarebbe più stato un problema per la gente di quel posto. Teneva gli occhi spalancati e il suo sguardo terrorizzato era rivolto al cielo, mugugnava qualcosa che non provai nemmeno a capire. Sentivo la mia mente estremamente vuota, come il mio corpo, privo di ogni traccia di magia. Voltai la testa alle mie spalle, dove trovai i volti pallidi dei miei due amici, gli sorrisi raggiante.
"Si chiamava Genso" dissi, come se potesse spiegare tutto, poi le mie gambe cedettero e il buio mi avvolse ancora prima che toccassi il suolo.
=>Storm
Sfiorai la coscia della ragazza dormiente, nel punto esatto dove l'avevo ferita. Nella mia mente avevo in quel momento l'idea chiara dell'accaduto, di come io e Nova, ingenuamente vittime di un illusione, avessimo attaccato la nostra stessa compagna, di come lei avesse dovuto fare tutto da sola. Dopo la fine della battaglia, quando Haru e Honoka era stati finalmente in grado di raggiungerci, avevamo portato Nashi dalla guaritrice del villaggio che, non essendo una maga, non aveva potuto fare poi più di tanto. Gale e Reiki erano ovviamente riusciti a battere quei due pazzi e li avevano costretti a portarli dai prigionieri, che in quel preciso istante stavano liberando e riportando al villaggio. Ci eravamo tenuti in contatto tramite lacrima e, a quanto avevano scoperto, tutti i maghi che erano stati rapiti stavano bene, frustrati ma sani e salvi. Erano stati rinchiusi in delle celle sotterranee create con la magia e che erano crollate non appena l'ultimo di loro aveva messo piede fuori da esse. Crollate come la rosata davanti ai nostri occhi. Nova aveva passato qualche giornata insieme a Wendy ed era quella che si intendeva più di cose mediche tra di noi, aveva detto che le ferite non erano troppo gravi, la schiena a parer suo sembrava esser stata 'grattugiata' ma nulla che Nashi non fosse in grado di superare; aveva due cerchi rossi attorno alle caviglie, probabilmente causati dal metallo che aveva fuso, ma anche quelli sarebbero di lì a poco spariti senza lasciare traccia; il taglio che le avevo procurato grazie a dio era solo superficiale e i fulmini di Nova non avevano lasciato danni permanenti. Ciò che l'aveva fatta crollare era stato il consumo esagerato della sua magia, che in quel momento si stava ricaricando. La rosata dormiva a pancia in giù, il busto coperto dalle fasciature che la guaritrice le aveva avvolto con cura poco prima, ma già macchiate di sangue sulla schiena, i capelli le coprivano leggermente il viso graffiato, le mani poggiate accanto ad esso sul cuscino e la gamba fasciata leggermente piegata. Poteva pure sembrare dolce, vista in quel modo. Distolsi lo sguardo, imbarazzato. Guardai fuori dalla finestra, il sole aveva iniziato a calare oltre le montagne e Gale mi aveva detto che sarebbero arrivati prima di sera, ciò significava che dovevano essere vicini. Mi alzai dalla sedia su cui stavo da ormai un oretta e mi sgranchì le braccia, dirigendomi verso la porta e dando un ultimo sguardo alla ragazza sdraiata sul letto. Nashi era un incosciente, un'esagerata, una pazza fuori controllo, ma ci aveva salvati tutti senza esitare. Sorrisi e mi chiusi silenziosamente la porta alle spalle, scendendo le scale in tranquillità per poi ritrovarmi in una piccola cucina. I due fratelli erano seduti al tavolo con la vecchia signora che aveva curato la fiammella e con Nova, che quasi saltò sulla sedia quando mi vide.
"Come sta? Dorme?" domandò, cercando di cammuffare il nervosismo con l'indifferenza. Annui e le feci cenno verso la porta.
"Devo parlarti" dissi, uscendo seguito dalla bionda, le braccia incrociate sotto il seno e la solita coda di cavallo che svolazzava nella brezza serale.
"Cosa c'è, stripper?" una vena pulsò sulla mia fronte, ma mi trattenni, cercando di fare un discorso serio.
"Non è colpa tua" iniziai
"Che ti spogli sempre? Lo so che non è colpa mia""Nova, parlo di Nashi" la vidi irrigidirsi, posando lo sguardo a terra, come a volerla incenerire.
"Non potevi sapere fosse lei" insistetti. Non volevo che uno dei miei compagni si portasse dietro il peso di una preoccupazione non rivelata. Sapevo che spesso si parte da uno stupido problema e ci si arrovella sopra finché questo cresce e ci divora. Soprattutto le ragazze, loro si fanno sempre un sacco di giri mentali inutili, era una delle poche cose che io e mio fratello eravamo riusciti a capire su di loro dopo attenti studi. Usa una parola sbagliata e loro ci rimugineranno sopra fino a renderlo un caso di stato. Fosse tutto qui non sarebbe nemmeno grave, il problema è che poi ci stanno male."Avrei potuto capirlo" mugugnò, non muovendosi di un millimetro.
"Era un incantesimo resistente"
"Noi siamo maghi potenti. Avremmo dovuto capirlo"
"Non..." mi stupì quando non mi permise di continuare, sollevando di scatto la testa, gli occhi furiosi sembrarono bloccarmi sul posto."Ti senti meno in colpa con queste scuse del cazzo?" sputò, lasciandomi di stucco. Non erano scuse, io...
"Non importa quanto fosse forte l'incantesimo, quanto in buona fede fossimo. Abbiamo ferito Nashi. Abbiamo fatto del male ad una nostra compagna" prese fiato, distogliendo lo sguardo dal mio e puntandolo verso un muro, come se potesse scaricarvi sopra tutta la sua frustrazione.
"Questa volta é andata bene. Ma é stata solo fortuna. Dimmi, useresti ancora queste minchiate per difenderti se l'avessi uccisa? Se una delle tue lance o una mia scarica le fosse stata fatale? Cosa diresti a suo padre? 'Non é colpa mia, ero sotto incantesimo'?"
Non sapevo cosa dire. Non avevo pensato a quell'eventualità, non mi ero reso conto di quanto di fatto avesse rischiato di finire male. Nova stringeva i pugni lungo i fianchi, gli occhi gonfi di lacrime coperti dal ciuffo biondo. Non eravamo stati abbastanza forti da renderci conto di essere di fronte ad un illusione, come pretendevamo di battere coloro che avevano imprigionato persino i nostri genitori? Deglutì, bloccato alla scena di Nova Dreyar che piangeva.
"Hai ragione" sussurrai, attirando la sua attenzione e muovendo un passo verso di lei. Sì, avevamo rischiato, eravamo stati troppo deboli. Ma darsi la colpa non sarebbe servito a nulla.
"Hai ragione, ma cosa vorresti farci? Tornare a casa perché non ti senti all'altezza?" giunsi di fronte a lei che si passò un braccio sugli occhi, facendo una smorfia.
"Lasciare la gilda perché hai ferito una tua compagna? Avanti, hai già colpito altre volte Nashi, e sai bene di che pasta é fatta.""Ma era la prima volta che la colpivo seriamente, avrei potuto farle male sul serio" Sussurrò, alzando lo sguardo verso di me. Diavolo, odiavo vedere le persone tristi. Ho sempre pensato che un bel sorriso doni di più a tutti, nonostante io sia il primo a mantenere un espressione neutrale quasi sempre.
Misi una mano sulla sua nuca, tirandola verso di me fino a farla scontrare con il mio petto nudo. Mi chiesi dove fosse finita la mia maglietta."Smettiamola di pensare a quello che potrebbe essere stato. Lei é in un letto che russa come un ghiro, sta bene, e sono pronto a scommettere che vorrà battersi con te appena sveglia. E tu dovresti accettare, infondo ti ha tirato un calcio in faccia" la sentì inizialmente rigida tra le mie braccia, poi si sciolse e rivolse il viso verso il mio e ridacchiando tra sé e sé. Vedere Nova con le barriere abbassate era una rarità, ma mi faceva piacere, perché significava che si fidava di me.
"Sei un ottimo psicologo, Fullbuster"
"Penso potrei farci carriera"
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Our Time [Fairy Tail Next generation]
Hayran KurguDa quando Acnologia e Zeref sono stati sconfitti, tutti i membri di Fairy Tail sono andati avanti, hanno combattuto per crearsi un futuro, hanno allargato la loro famiglia. La nuova generazione è nata in tempo di pace. I ragazzi sono cresciuti tra m...