=>Unknown
"L'hai presa?" domandai, senza dare il tempo all'uomo appena arrivato di pronunciare solo una parola. Non mi interessava nulla di ciò che aveva da dire, volevo solo sapere se aveva portato a termine la sua missione o se quei muscoli che tanto si divertiva a sfoggiare erano solo di scena. Appoggiai stancamente il gomito sul bracciolo della sottospecie di trono in pietra presente in quell'ambiente umido e freddo. Il rumore lieve dell'acqua che si muoveva giungeva alle mie spalle e faceva da sottofondo alla conversazione.
"Sì, signore, l'ho presa. Si trova già nel laboratorio con Ruby" annuì Shou, causando una smorfia simile ad un sorriso distaccato sul mio volto. Non sapevo sorridere, probabilmente non l'avevo mai fatto, tutto quello che sapevo era che le volontà del nostro master si stavano compiendo, ed era l'unica cosa per cui dovevo rallegrarmi. Mi alzai dal mio posto e mi diressi verso il laboratorio, seguito a breve dall'uomo massiccio che, felice di esser riuscito a portare a termine un lavoro così semplice, gonfiava il petto e camminava fieramente dietro di me. Sapevo possedesse un forza inumana, sia fisicamente che per quanto riguardava la magia, eppure si esaltava per ogni stupidaggine. Gli rivolsi uno sguardo di sbieco mentre giungevamo alla nostra meta. I passi risuonavano per i corridoi, se così si poteva chiamarli, rendendo ancora più tetro l'ambiente.
Una ragazza entrò nella mia visuale, i capelli rossi e corti legati in due codini coperti da un cappuccio nero, gli occhi color pece concentrati sulla proiezione di una lacrima, dati e numeri che scorrevano velocissimi. Di fronte a lei si trovava una colonna in vetro trasparente, piena di un liquido semidenso, un unione perfetta tra magia e chimica. E al suo interno vi era, galleggiante, una ragazzina albina con delle strane orecchie sulla testa, nuda e inerme. Dei cavi erano collegati alle sue tempie e a tutto il suo corpo tramite delle ventose posizionate in precedenza da Ruby.
Un sorriso sadico si fece spazio sul mio volto, era proprio ciò che lui voleva.
"Nel giro di un paio di ore dovremmo riuscire ad avere un primo assaggio del suo potere" affermò la rossa, premendo qualche pulsante e guardandomi di striscio, un aria incerta e in qualche modo nostalgica. Indurì lo sguardo, fissandolo nei suoi occhi scuri. Non c'era spazio per l'incertezza in quella gilda.
"Qualche problema?" domandai, facendole distogliere lo sguardo. Ogni fibra del suo corpo emanava ripensamento, quasi pentimento. Non andava bene. O era con noi, del tutto, oppure non era con noi. E se non era con noi, era morta. Lei aprì la bocca, poi la richiuse e, solo dopo qualche secondo, si decise a parlare.
"Non so se sopravviverà" rimasi impassibile, gli occhi fissi sulla ragazzina geniale che in quel momento sembrava così stupida. Non vedevo quale fosse il problema. Chi ci intralciava, moriva, chi ci tradiva, moriva. Morire per aiutarci era solo il migliore modo di andarsene. Lui la pensava così e io la pensavo sempre come lui.
Mossi dei passi talmente veloci da essere difficili da captare e le afferrai il collo, facendole cadere il cappuccio sulle spalle.
"Sei con noi?" le sussurrai, a un palmo dal suo viso sofferente. Ma non per il dolore fisico. Posò la sua mano rosa sul mio braccio bianchissimo, sfidandomi con lo sguardo."Ti sembro una traditrice?" sputò quelle parole per poi allontanarsi, liberandosi dalla mia presa. Era l'unica che aveva la sfacciataggine di sfidarmi in quel modo, e per qualche motivo, ero solito lasciarglielo fare. Sorrisi freddamente, una scintilla cattiva negli occhi.
"Ovvio che no. Hai troppo da perdere" sibilai, mentre lei mormorava qualcosa che non colsi. Spostai poi la mia attenzione sulla nostra prigioniera. A proposito di prigionieri...
"Come sta andando con gli altri ospiti?" chiesi, rivolgendo uno sguardo ad una porta su un lato della sala. Era da un po' che non sentivo strillare e ciò mi dispiaceva e sollevava allo stesso tempo. La rossa mi rivolse uno sguardo sprezzante.
"C'è Karonte con loro, per domani dovremmo poter iniziare il processo" riferì indifferente le novità che provocarono un ghigno da parte dell'uomo dietro di me. Ogni secondo ci portava più vicini al raggiungimento del nostro obbiettivo, tutto stava andando perfettamente.
=>Reiki
Tutto stava andando una merda. Come era potuto succedere? Come diavolo si fa a congelare e distruggere un municipio, per sbaglio? Diavolo!
"Più veloce, ferraglia!" Storm correva in capo al gruppo, facendo lo slalom tra la gente e indicandoci la via della salvezza. Salvezza temporanea. Non volevo pensare a cosa ci avrebbe fatto il master una volta tornati alla gilda. Un brivido mi corse su per la schiena.
"Sto aspettando te, polaretto" ghignò Gale, mettendosi al fianco del corvino, che si stava involontariamente slacciando la camicia.
"Resta vestito, per carità!" urlò Nova, saltando abilmente un muretto, seguita a ruota da noi. Finalmente il treno iniziava a vedersi all'orizzonte e le urla delle guardie stavano scemando alle nostre spalle. Mi voltai per controllare la situazione e quello che vidi non fece altro che aumentare la mia già notevole disperazione."Merda, Nashi, non ora!" mi fermai, rimproverando la ragazza che si era fermata sul posto, la pelle che già assumeva una colorazione bluastra alla sola idea di salire sul mezzo. Scosse energicamente la testa, voltandosi di lato pronta a cambiare strada.
"Io non ci entro in stazione" annuì con forza, prendendo le bretelle dello zaino che aveva insistito tanto per portare nonostante le ferite recenti alla schiena. Roteai gli occhi, guardandomi attorno impaziente.
"Preferisci farti arrestare?"
"Correrò dietro al treno!"
"Non dire cazzate!"
"Fermi!" un urlo in lontananza ci fece trasalire, alla fine di un vicolo si intravedevano delle lance sberluccicanti appartenenti alle guardie. Anche loro ci si impegnavano, a rompere le palle, infondo non si era fatto male nessuno...
Sbuffai, afferrando la rosata come un sacco di patate e caricandomela in spalla. Se non voleva collaborare, allora dovevo usare le maniere forti.
"Mollami, Fernandes!" urlò, dimenandosi come un'anguilla ed iniziando a sputare fiamme a casaccio.
"Diamine! Perché non hai la nausea? Sono un mezzo di trasporto!" quella ragazza aveva la capacità sconvolgente di fare sempre il contrario di quello che richiedeva la situazione, o meglio, il contrario di ciò che aveva un senso logico.
"Tu non sei un mezzo di trasporto! Non ho una così bassa considerazione di te" sbuffò Nashi, incrociando le braccia mentre i capelli rosa svolazzavano in giro. Purtroppo un ragazzo che corre a tutta velocità con una sorta di fiaccola ambulante in spalla non passa inosservato, e la nostra si era trasformata in una corsa contro il tempo per arrivare al treno prima che partisse, ma più importante, prima che i nostri inseguitori ci raggiungessero e ci costringessero a ricostruire il municipio mattone per mattone.
Entrammo nella carrozza un secondo prima che le porte si chiudessero e raggiungemmo gli altri ai nostri posti, Nashi aveva perso ogni capacità di parlare, muoversi o lamentarsi nello stesso istante in cui avevo messo un piede sul treno. Avevo fatto la mia parte portandola a bordo, ora era il turno di Storm. Lo stripper stava mettendo i bagagli sulla retina sopra i nostri posti, gli porsi anche i nostri zaini ed infine gli misi tra le braccia una nauseata Dragon Slayer.
"Perché io?" mugugnò sconfitto, guardando la rosata verde in viso.
"Sei il prescelto" Gale gli sorrise raggiante, per poi tornare a godersi i suoi chiodi.
Il corvino sbuffò, roteando gli occhi e sedendosi, poggiando sul sedile accanto l'amica, adagiando la sua testa color ciliegio contro la sua spalla e facendo aderire i loro fianchi, nella speranza di farle diminuire in minimo il malessere.Storm aveva lo sguardo azzurro rivolto fuori dal finestrino, le gote leggermente rosa e un'aria stizzita in viso. Ma sapevamo tutti che alla fine non gli dava fastidio quanto voleva far credere.
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Our Time [Fairy Tail Next generation]
FanfictionDa quando Acnologia e Zeref sono stati sconfitti, tutti i membri di Fairy Tail sono andati avanti, hanno combattuto per crearsi un futuro, hanno allargato la loro famiglia. La nuova generazione è nata in tempo di pace. I ragazzi sono cresciuti tra m...