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=> Nashi
"Ahi, ahi, ti abbiamo fatto la bua?" il fatto che mi avesse rotto il braccio non mi era andato giù proprio per nulla, e ancora meno il fatto che avesse fatto a pezzi le ossa di Storm, e nemmeno che avesse toccato la mia sciarpa o il suo originale proprietario. Insomma, avevo un sacco di ragioni per avercela con lui.
E avevo tutte le intenzioni di fargliela pagare cara.
"Non credere che un po' di calore possa mettermi fuori gioco, ragazzina" l'uomo si rimise in piedi, la guancia sfregiata dal mio attacco mi dava una soddisfazione enorme. Inizialmente ci sembrava imbattibile, mentre quello era il segno visibile che non lo era, non importava se avrei dovuto ustionarlo centimetro per centimetro, l' avrei battuto. L'avremmo battuto.
Lanciai un occhiata a Storm, che era tornato in posizione d'attacco. Se lui e Kaito non fossero arrivati in tempo probabilmente sarei morta, erano stati sconsiderati, ma mi avevano salvata.
Quel ragazzino biondo mi stava dimostrando di avere molto fegato.
Storm dal canto suo era quasi morto, eppure era riuscito a tirarci fuori dai guai in un modo incredibile, ero ancora stupita da quello che aveva fatto, non credevo che una cosa del genere fosse possibile.
Mi sentivo in dovere di fargli sapere che lo apprezzavo, davvero.
"Grazie per avermi salvata di nuovo, ghiacciolo" dissi sorridendo per poi scattare verso Shou che mi venne a sua volta incontro. Non potevo dargli tregua, se volevo davvero batterlo. Sentí il moro imprecare, mentre tiravo indietro il braccio per preparare un attacco. L'armadio fece la medesima cosa, e mi ritrovai ad evitare una raffica di pugni all'ultimo momento, mi spostai a destra e a sinistra, mentre del sudore, dovuto al movimento e alla concentrazione che stavo cercando di mantenere per evitare i suoi attacchi, mi scivolava giù per la fronte. Mi avvicinai abbastanza da riuscire  infine a colpire il suo brutto nasone. Feci forza, mentre le fiamme si sprigionavano dal mio braccio andando a colpire la sua faccia, il suo collo e anche parte delle sue spalle. Lui cadde e io feci una capriola all'indietro per evitare di cadergli addosso.
"Certo che non mi rendi il lavoro facile" sospirò Storm, raggiungendomi  esasperato.
"Che gusto ci sarebbe, altrimenti?" gli sorrisi divertita.
"Ha funzionato" sentimmo dire tranquillamente alle nostre spalle, mentre Kaito, con le mani in tasca, si avvicinava con una scintilla negli occhi.
Sentivo i suoi occhi verdi su di me, illuminati dalle fiamme dorate che ancora mi avvolgevano il polso.
Mi resi conto solo il quel momento che, nonostante avessi evitato gli attacchi di Shou per un pelo non avevo effettivamente subito danni. L'onda era sparita, ed era tutto merito del biondo.
"Grande!" esclamai, battendogli il cinque.
Il suo sorriso lieve mi fece venire voglia di strizzargli le guance.
"Sei stato bravo" aggiunse Storm, un sorrisetto non eccessivamente espansivo sul volto. Mi fece ricordare uno dei motivi per cui lo chiamavamo ghiacciolo. Stava facendo passare a quel ragazzo quello che noi chiamavamo il rito di iniziazione. Lo aveva fatto con tutti i nuovi membri della gilda: li strizza e li insulta finché non sente di potersi fidare, finché non matura una qualche stima nei loro confronti. Storm è buono, ma diffidente. E con Kaito sembrava avercela particolarmente.
"Razza di vermi, credete veramente di potermi battere a furia di ustioni? Siete patetici" in un solo istante l'uomo si era scagliato verso di noi, approfittando della situazione. Gli davo le spalle e mi resi conto che, anche volendo, non sarei riuscita a levarmi da lì in tempo. Desiderai aver dato più importanza all'agilità e alla velocità, invece che considerarle inutili. Notai che nemmeno Kaito aveva avuto la prontezza necessaria per spostarsi e mi preparai a incassare il colpo.
"Cavolo!" sentì esclamare Storm che invece era già parecchi metri più in là. Feci un mezzo giro e incrociai le braccia davanti al viso nell'ultimo istante che precedeva l'impatto, ma non fu necessario. Davanti ai miei occhi si era materializzata la schiena nuda del corvino, che in uno scatto era riuscito a raggiungerci e a creare perfino uno scudo che ammortizzò il colpo.
Sentì comunque i piedi che si staccavano dal terreno mentre tutti e tre venivamo lanciati indietro dal pugno.
Caddi sopra Kaito, mentre la sua schiena strisciava contro il prato finché l'attrito con esso non ci fece fermare. Storm invece era finito alla nostra destra, il braccio di un brutto colore bluastro.
Sentì il cuore accelerare mentre osservavo il suo sguardo sofferente e le gocce di sudore che gli imperlavano la fronte e tutto il corpo.
Quasi mi buttai in avanti, finendo a quattro zampe e liberando Kaito dal mio peso.
Mi girai verso di lui, per vedere le condizioni della sua schiena. Volevo proteggerlo, non usarlo come tavola da surf.
"Come stai?" domandai di fretta, mentre lui si metteva seduto con calma.
"Attenta!" esclamò poi, spingendomi via giusto in tempo per vedere un buco nell'esatto punto in cui mi trovavo un secondo prima.
"Mancata" sbuffò Shou, tirandosi indietro i capelli argentei.
Ero stufa di quel tizio, ed iniziavo anche a stancarmi fisicamente. Dovevamo finirla il prima possibile.
"Nashi, andiamo" come se mi leggesse nel pensiero, Storm mi affiancò, pulendosi del sangue dalla guancia.
"Il braccio?" domandai, osservando l'arto lasciato inerte lungo il fianco.
"Non puoi lanciare incantesimi con una mano sola" gli ricordai, osservando la sua reazione. Come se non bastasse gli attacchi diretti non lo scalfivano, era come se la sua pelle fosse fatta di metallo, metallo che però reagiva al calore.
"L'ho già fatto, fiaccola, devo solo concentrarmi un po' di più" vidi un ghigno apparire sul suo volto, mentre mi guardava. Sapere di essere con lui mi tranquillizzava, combattere insieme era una cosa così naturale che mi dava sicurezza.
"Allora andiamo, calippo"
"Stai pronta a pattinare, braciola"
In un istante tutta la mia sicurezza svanì nel nulla.
"che?" domandai, intimorita. Ma lui non mi ascoltò, scattò indietro, puntando la mano buona contro il prato.
"Ice make: ice rink!" tutto il suolo si ricoprì di ghiaccio, tutto tranne quello sotto i miei piedi.
Vidi Shou traballante e agì. Le fiamme avvolsero le mie gambe, mi muovevo verso di lui, sciogliendo il ghiaccio nei punti in cui i miei piedi appoggiavano. Gli arrivai alle spalle e lo atterrai così facilmente che mi venne da ridere.
Presi un bel respiro, saltai e attaccai.
"Karyu no hoko!" una fiammata lo avvolse completamente, soffocando persino le sue urla e sciogliendo il ghiaccio. Mi lasciai cadere e atterrai sulle ginocchia, il fiato corto e la speranza disperata che quello potesse davvero essere stato il colpo decisivo. Una speranza che crebbe pian piano che i secondi passavano e che lui restava immobile.
Tirai un sospiro, appoggiando le mani a terra per non cadere.
Osservai le mie dita scorticate tra i ciuffi rosa che mi ricadevano davanti al viso, tremavano leggermente.
Poi sentì un rumore, e vidi un ombra che incombeva su di me.
"Nashi!" sentì urlare Kaito in lontananza, mentre alzavo la testa per ritrovarmi davanti un gigante sfregiato dal calore, ogni centimetro di pelle visibile ricoperto da vesciche. Eppure era in piedi, traballante, ma in piedi.
Imprecai mentalmente e strinsi le labbra, consapevole che non sarei mai riuscita a togliermi da lì in tempo. Quando provai ad alzarmi in piedi le ginocchia mi cedettero, riportandomi a terra.
"Se devo morire, ti porterò con me, Dragneel" la sua voce era un rauco sussurro, mentre allungava la mano verso di me.
"Non mi fai paura, razza di pollo arrosto" tenetti lo sguardo alto, fisso in quegli occhi profondi e scuri, pieni di dolore, di cattiveria.
Sentì una voce che sollevò quasi ogni peso dal mio petto. Non capivo cosa volesse ancora fare, ma sapevo che non si sarebbe arreso.
"Ice make: second skin!" uno strato di ghiaccio avvolse Shou, ogni centimetro della sua pelle ustionata, ogni millimetro del suo corpo.
Si fermò all'istante, mentre lo strato di ghiaccio si inspessiva.
Inizialmente sembrava quasi provare sollievo, ma dopo un po' il suo sollievo si tramutò in dolore: tentava ogni movimento per spezzare quel ghiaccio che però si fletteva con lui, proprio come una seconda pelle.
Si contorse sotto al nostro sguardo, cadde a terra, imprecando, cercando di liberarsi inutilmente.
Rimasi immobile, troppo stanca e sconvolta per fare qualcosa.
Poi lui smise di muoversi, lasciandosi andare a terra, una smorfia sul viso e lo sguardo rivolto verso il cielo.
"Hanno... vinto...?" sussurrò, prima di chiudere gli occhi lasciandoci in un silenzio infernale quanto piacevole.
Avevamo vinto.
Alzai lo sguardo oltre il suo corpo senza sensi, ma ancora vivo, e trovai lo sguardo di Storm, in piedi, una mano sul braccio e il fiato corto.
"Ustioni da ghiaccio" tagliò corto, prima di lasciarsi cadere a terra.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 30, 2023 ⏰

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