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=>Nashi

Chiusi il cassetto, i miei soliti vestiti da missione stretti tra le braccia e il corpo coperto solo da un asciugamano bianco.
Ci eravamo tutti diretti verso le nostre case, d'accordo sul partire la mattina presto. Quando avevamo finito di decidere i dettagli fuori era ancora buio, erano circa le tre di notte. Arrivata a casa un silenzio innaturale mi avvolse, tutto era immobile. Era tutto troppo vuoto. Ero salita in camera mia e mi ero gettata sul letto, ogni mio muscolo implorava riposo ed i miei occhi erano talmente pesanti che faticavo a tenere le palpebre sollevate. Nonostante la stanchezza che mi schiacciava sul letto, non riuscì ad addormentarmi fino alle cinque.
Mi svegliai quattro ore dopo, in estremo ritardo. Feci una doccia veloce e mi vestì.
Indossai il top aderende verde bottiglia, a girocollo e senza maniche ed infilai i pantaloni grigio scuro che mi arrivavano fino al polpaccio, il bordo verde che richiamava il top.
In un secondo asciugai i capelli e infilai il necessario in uno zaino giallo, me lo misi in spalla e corsi verso i dormitori, il luogo deciso per l'incontro.
Le strade di magnolia erano già piene di vita, il sole alto nel cielo chiaro, quel giorno non c'era una nuovola.
Fu tutto molto rapido e silenzioso, senza nemmeno avere il tempo di realizzarlo eravamo partiti, lasciandoci parte della nostra famiglia alle spalle per andare a salvare l'altra.
Tutti indossavamo i vestiti tipici delle missioni, i più confortevoli e resistenti. Ma ovviamente avevamo portato dei cambi. Storm più di tutti.
Camminammo per le strade della città in un silenzio innaturale, passavamo tra la gente che si spostava per farci passare. Tutti avevano capito che stavamo partendo, non per una semplice missione ma per fermare una catastrofe.
Una buona parte della mattinata passò in silenzio, ed iniziavo a sentirmi a disagio, non faceva per me.
Rimasi un po' indietro con Reiki, mentre gli altri, col passo più veloce, ci distanziavano di qualche metro.
"Credi che Happy lo sappia?" domandò, le mani incrociate dietro il collo e lo sguardo rivolto verso il cielo.
"Non credo. Lui e Charle sono davvero impegnati con il loro uovo. Volgliono trovare gli altri exceed prima che si schiuda. Poi è passato pochissimo tempo. Prima che la gente capisca cosa sta succedendo e sparga la voce passeranno ancora un paio di giorni" risposi, mentre percorrevamo una piccola strada tra le colline. Camminavamo già da diverse ore, probabilmente era quasi ora di pranzare. Reiki era molto amico di mio fratello, nemmeno per lui la situazione doveva essere stata facile da gestire. Era solo molto bravo a non far capire ciò che provava.
Nessuno dei due osò aprire la questione, e non dicemmo nulla per un po'.
"Ho perso a carta forbice sasso, quindi tocca a me darti la notizia" sospirò dopo qualche minuto, abbassando le braccia lungo i fianchi. Poi rabbrividí, facendomi sospettare scenari poco piacevoli. Che diavolo doveva dirmi?
Si voltò verso di me, un sorriso tremolante sul viso, gli occhi carichi di nervosismo.
"Ecco, cara Nashi, noi... noi dovremo prendere il treno" mi bloccai sul posto, un brivido mi scosse la spina dorsale. Col cavolo che avrei preso il treno. Me la sarei fatta tutta di corsa, ecco che avrei fatto.
"Gh..." mugolai. A chi diavolo era venuta in mente quella stupida idea, quell' opzione inutile?
Come si dice, le brutte notizie non vengono mai da sole, ed ecco che dalla bocca di Reiki uscirono parole che non avrei mai voluto sentire, una condanna a morte. Avrei dovuto cucirgli le labbra, o magari dargli fuoco alla lingua.
"Dobbiamo prenderlo due volte. Ed una nave, per l'isola" sputò quelle parole in fretta, iniziando subito a correre per raggiungere gli altri.
"Torna qui! Fermatevi, traditori!" urlai, seguendolo. Li avrei inceneriti tutti quanti. Il treno, diamine! Camminare non gli andava bene? Nova e Gale, era facile per loro! Su quei due mascalzoni la versione  migliorata dell'incantesimo di Wendy contro la cinetosi aveva sempre funzionato, e così l'unica rimasta fregata ero io, per colpa di anticorpi superforti o qualcosa del genere.
"Storm, combattiamo!" sbraitai, saltandogli sulla schiena.
"Perché io?" mugugnò disperato, afferrandomi le gambe per non farmi cadere. Infiammai un pugno e glielo tirai in testa.
"Il treno!" lui avrebbe dovuto opporsi, salvarmi dal mio triste destino. Ed invece no, aveva fatto gruppo contro di me.
"Ghihi, stare senza le tue urla per ore sarà piacevole come essere graziati da Dio" Gale mi tirò una ciocca di capelli, ridendo quando cercai inutilmente di dimenarmi e scendere dalle spalle di Storm per afferrarlo e farlo a pezzi.
"Smettila di agitarti o ti faccio cadere" mi minacciò il corvino, lanciandomi un occhiata che mi congelò sul posto.
"Aye, sir!"
"Crescere con Happy ti ha fatto male"
"mangiare ferro ti ha mandato in tilt il cervello"
"il tuo, di cervello, é andato a fuoco da un po'"
"Storm, mollami. Devo commettere un omicidio"
"No, poi tocca a me nascondere il cadavere"
"Ma chi me l'ha fatto fare di partire con voi" Nova si batté una mano sul viso, più per nascondere il sorriso che altro. Ero felice, felice che l'atmosfera tra di noi fosse quella di sempre, felice che la situazione non stesse influendo sul nostro modo di agire, di comportarci e di combattere. Eravamo tutti consapevoli della responsabilità che gravava sulle nostre spalle, ma non ci saremmo fatti sottomettere da questa. Che si trattasse di una missione qualsiasi o di una questione di vita o morte noi avremmo fatto il culo al nemico, ma pur sempre nello stile di Fairy Tail.

"ho fame" disse dopo un'oretta Gale, un pezzo di ferro in bocca.
"Ma stai già mangiando" rispose Reiki, in coda al gruppo.
"Ho fame di cibo"
"credevo che per te il ferro fosse cibo"
"beh sì ma in realtà no"
"Siamo vicini ad un villaggio, possiamo fermarci a mangiare qualcosa. Entro domani dovremmo essere arrivati alla stazione" Nova diede uno sguardo alla mappa che teneva distesa davanti a sé, la bionda guidava il gruppo con passo deciso.
Io ero ancora sulle spalle di Storm, non sapevo bene per quale motivo, ma lui era estremamente comodo e mi stavo quasi addormentando. La mia guancia premeva sulla sua schiena, le mie braccia erano attorno al suo collo e lui teneva le mani sulle mie cosce, mantenendo il ritmo senza alcuna fatica.
Il viaggio procedeva quasi noioso, ci aspettava ancora mezza giornata di cammino ed una notte di sosta prima del treno. Quella cassa infernale sulla quale saremmo dovuti stare una quantità inumana di ore. Poi un altro paio di giornate a piedi, un altro treno ed infine il battello per raggiungere l'isola. Troppi mezzi di trasporto per i miei gusti.
"Ci fosse stato Mest in gilda a quest'ora saremmo già arrivati" brontolai, poggiando il mento sulla spalla del corvino.
"Un po' di tranquillità non fa male a nessuno, fiaccola vivente" commentò Gale, tirando un calcio ad un sassolino.
"A me sì" risposi.

Poi...saltammo in aria.

Our Time [Fairy Tail Next generation] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora