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=>Reiki

Potevo aspettarmi un 'hanno preso Nashi' o ancora un 'hanno preso Nashi a pugni' ma di sicuro non quel 'Nashi si è fatta prendere'. Cosa cazzo voleva dire, che si era fatta prendere? Tra le fiamme ci era malauguratamente finita l'ultima traccia del suo buonsenso?
E con quello le raccomandazioni di Levy andavano a farsi fottere.
Cercai di incanalare tutta la rabbia, la frustrazione e le altre emozioni in un cassetto, perché qualunque problema avesse causato Nashi non era il più importante in quel momento:
Storm era davvero messo male. Corsi verso di loro, Nova lo teneva in piedi a malapena, lui era cosciente solo in parte. Era coperto di sangue e sull'addome spiccava una ferita chiusa da del ghiaccio, medicazione utile ma temporanea. Afferrai Storm da sotto le braccia e lo distesi delicatamente a terra, non avevo la più pallida idea di cosa fare. Guardai la bionda, l'unica che ci aveva sempre capito qualcosa in campo medico, lei teneva gli occhi azzurri fissi sulla ferita, analizzandola e valutando il da farsi.
"Prendi il mio zaino" mi disse, ma non feci in tempo ad alzarmi che Kasumi era al mio fianco con il suddetto zaino in mano, lo porse a Nova che non si sprecò in ringraziamenti, iniziando subito a frugare e a tirare fuori bende, medicine e molta altra roba.
La bambina si sedette di fianco a me in silenzio. In effetti non aveva pronunciato una parola da quando l'avevamo incontrata. Tutti i membri della Gilda conoscevano almeno di nome la ragazzina dai capelli viola che ora stava al mio fianco. Era stata il nostro contatto con Nihal, nel bene e nel male. L'avevamo vista quando lui era partito e poi di nuovo quando lui era morto. E poi era svanita nel nulla. Sapevo vagamente della sua situazione, tutta la sua famiglia ridotta in schiavitù sull'isola e poi affondata con essa, e capivo che nemmeno per lei doveva essere stato facile. All'epoca aveva sei anni, in quel momento doveva averne più o meno nove. Quando le acque si furono un po' calmate decidemmo di offrirle un posto permanente a Fairy Tail, ma quando andammo a cercarla nella stanza dove stava temporaneamente alloggiando, lei era sparita. La cercammo, ma era evidente che non voleva essere trovata, in più era un periodo buio, ed è brutto da dire e da ricordare, ma nessuno di noi aveva voglia di fare qualcosa che non fosse stare in lutto.
Pensavo non l'avrei più rivista, ed invece eccola lì, spuntata nel momento più inaspettato.
"Reiki, mi serve dell'acqua" venni riportato alla realtà dalle parole di Nova, ma anche questa volta non feci in tempo ad alzarmi. Gale, alle mie spalle, porse due borracce alla dragon slayer, sedendosi anche lui accanto a noi, lo sguardo un po' perso nel nulla.
Vedere sua madre in quello stato e sentire le sue parole non era stato facile per me, non oso immaginare cosa abbia provato lui.
Si era raccomandata di non farci prendere, ed in quel momento Nashi era nelle loro mani. L'ansia di quello che sarebbe potuto succedere a lei o ai nostri genitori appesantiva l'atmosfera, cercando di schiacciarci a terra.
Mi concentrai attentamente sui movimenti di Nova mentre puliva la ferita e chiedeva gentilmente a Storm di sciogliere il ghiaccio per poi ricucirla, Gale che aveva offerto la mano all'amico per fargli scaricare il dolore di quell'operazione improvvisata.
Vedevo lo sguardo vacuo del corvino e  mi inquietava, sembrava metà nel nostro mondo metà in un altro. Non era né cosciente né incosciente.
"Cosa è successo?" domandai, quando vidi Nova pulire nuovamente e bendare la ferita, costringendo Storm ad alzarsi a mezzo busto.
"Non so tutto. Quando sono arrivata tutti i soldati erano a terra e Nashi era ancora circondata dalle sue fiamme. Pensavo andasse tutto bene, di essermi preoccupata per nulla. Ma poi ho visto lui a terra in una pozza di sangue. Non ho avuto tempo nemmeno di raggiungerlo che siamo di nuovo stati attaccati. Ho trascinato Storm ai margini della radura, mentre Nashi combatteva. Era in vantaggio, quella sorta di monaco stava scappando e teletrasportando i suoi soldati alla base, presumo, solo che quella testa calda si è messa in mezzo ed ha finito per essere teletrasportata lei. Se è alla sede della gilda é nei guai, e se non lo è, forse è anche peggio." spiegò velocemente, terminando di fasciare in corvino e facendolo sdraiare. Lui tossí, fece una smorfia di dolore e poi mi guardò sorridendo.
"Volevano fare uno spiedino di Storm. E quando troverà Nashi, Storm la farà alla griglia, perché è un incosciente" mormorò, chiudendo poi gli occhi, il respiro pesante che indicava che ormai era passato nel mondo dei sogni. Osservai perplesso Nova che fece spallucce.
"Gli ho dato dell'antidolorifico, a volte fa delirare" spiegò, rimettendo a posto i medicinali per poi sospirare pesantemente, esausta.
"Quindi quando delira il ghiacciolo parla come sua madre, interessante" commentò Gale, che sembrava essersi un po' ripreso dalla conversazione con Levy.
"Comunque, anche noi abbiamo qualcosa da dirvi" aggiunse, prendendo poi a raccontare della lacrima, dei caratteri magici e del discorso di sua madre.
Ogni parola Nova diventava più pallida e quando Gale terminò la bionda si prese la testa fra le mani ancora sporche del sangue del mago.
"Pensate possano usare Nashi come ostaggio per costringere i nostri genitori a collaborare?" domandò la bionda, sperando che qualcuno di noi la smentisse. Ma era proprio quella la cosa più logica che potessero fare.
"Se riescono a prenderla" rispose Gale, le mani strette tra di loro.
"Dobbiamo credere che Nashi sarà all'altezza della situazione. E dobbiamo raggiungerla il prima possibile" dissi invece io, analizzando la situazione e cercando di capire cosa fare.
Di sicuro non potevamo spostare Storm almeno per un po'.
"Non possiamo muoverlo troppo. Ma di sicuro dobbiamo uscire da questa foresta. Se dovessero attaccarci di nuovo saremmo indifesi" Nova si alzò in piedi, stirando le braccia per poi osservare Storm.
"Allora? Chi lo porta?" cosa? Voleva portarlo in quel preciso istante? Pensai che la ferita fosse davvero un po' troppo recente per poterlo muovere senza fargli saltare i punti improvvisati.
"Ora?"
"Preferisci restare qui?"
"Lo porto io" sospirai, facendo le acrobazie per caricarmi il corvino in spalla senza fargli troppo male. E, dopo qualche grugnito e gomitata, ci mettemmo in cammino.
Gale sospirò.
"Aspettare che si riprenda ci ruberà un sacco di tempo" era un dato di fatto, ma non potevamo fare altrimenti.
"Forse posso darvi una mano" voltammo tutti di scatto la testa verso la bambina che aveva appena parlato, per la prima volta da nostro incontro, le guance arrossate e lo sguardo basso.
"Come, scusa ?"
"Possiamo volare"

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