=>Nashi
Non poteva essere vero.
Quasi inconsciamente mi gettati verso mio padre, ma venni bloccata dai maghi che non facevano altro che godersi lo spettacolo.
Notai solo in quel momento lo strano aggeggio puntato proprio verso la lastra e il mio cuore perse un battito.
"Fermo! Fermati dannazione!" urlai, mentre il vecchio schiacciava qualche bottone in tutta tranquillità.
Presi a inveirgli contro, sclaciavo e mi muovevo come una pazza, non potevo lasciare che facessero del male a mio padre, ero lì per salvarlo, per salvarli tutti.
"Nashi, basta" la sua voce calma mi fece solo innervosire di più. Lui era Natsu Dragneel, come poteva rassegnarsi così. No, se non avesse lottato lui, l'avrei fatto io per entrambi.
Una spaventosa luce rossa si caricò sulla punta del macchinario, mentre mio papà volgeva lo sguardo verso di noi. Continuavo a dimenarmi, e solo i singhiozzi di mia madre riuscirono a bloccarmi.
Ero immobile, sentire un genitore piangere é sempre sconvolgente. Fin da quando sei piccolo li vedi come i grandi eroi che non provano mai tristezza, che riescono a sopprimere il dolore e ad andare avanti anche per te. Sono eroi che ti salvano da tutto e ti aiutano nell'approccio al mondo. E vederli piangere é devastante.
"Lucy, amore mio" e forse, solo una cosa é più devastante. Dirgli addio.
Tutta la stanza venne invasa dalla luce rossa, che pareva sempre più incline ad esplodere, l'obbiettivo, l'uomo della mia vita. L' uomo che mi ha aiutata a crescere. Mi ha insegnato a combattere e ad essere forte, l'uomo che si emozionava ad ogni mio miglioramento. Lo stesso uomo che stava affrontando il suo destino a testa alta, che stava dicendo addio alla sua famiglia per poterla proteggere.
"Lu, sai che ti amo. Sei la donna più forte e intelligente che io abbia mai conosciuto, sei la mia compagna da sempre, da sempre sei stata al mio fianco e mi hai sostenuto. E io sempre sosterrò te, anche quando non mi vedrai più. Sei forte, sei parte di Fairy Tail, sei eccezionale, molto più di quanto io possa esprimere a parole. Ti amo. Ti amo e lo farò sempre. Okay?"
Il mio corpo aveva preso a tremare in maniera incontrollata, mi rifiutavo di elaborare le parole di mio padre, mi rifiutavo di credere che quello fosse un addio.
Guardai mia madre, fiduciosa che nemmeno lei si sarebbe arresa a quella decisione che non reputavo necessaria, non volevo fosse necessaria. Potevamo farcela tutti insieme, nessuno doveva sacrificarsi.
Ma la ritrovai scossa dai singhiozzi, lacrime inarrestabili che le rigavano le guance. E la mano, il suo braccio teso verso il cielo, un simbolo che avrei riconosciuto ovunque, che non avrei mai potuto dimenticare.
Anche se non mi vedi ed io non so dove sei, sarò al tuo fianco e veglierò sul tuo cammino.
Non poteva succedere davvero, non volevo. Sentì le lacrime farsi spazio sul mio volto, mentre cercavo di andare verso mia madre, venendo però tenuta ferma per le braccia.
"Mamma! Smettila... Smettila ! Non se ne sta andando... Basta!" urlai, cercando di convincere me, più che lei. Sentivo il cuore contorcersi e le viscere bruciare. L'impotenza mi stava facendo andare fuori di testa.
"Nashi, Nanà." mi richiamò mio padre, ormai vedevo solo la sua sagoma tra le lacrime che non riuscivo più a ricacciare indietro.
Ti prego, non andartene.
"Sono così fiero di te. Sei forte, sei intelligente, hai preso tutto da tua madre" una risata interruppe per un secondo le sue parole. Ma ridere era l'ultima cosa di cui avevo voglia.
"Papà, no..." gemetti piano, mentre sentivo le ginocchia che minacciavano di cedere.
Era tutto troppo reale.
"So che ci saranno momenti in cui avrai paura, momenti in cui sarai triste o in cui vorresti solo lasciare andare tutto. Ma non farlo, okay? Non farlo mai. Non arrenderti e ricorda sempre per cosa stai combattendo. Se c'è una cosa buona che hai preso da me è la testardaggine. Nashi, Lucy, vi amo, e questo nulla potrà cambiarlo"
Il suo viso si illuminò di un ultimo, bellissimo sorriso, pieno della forza che in quel momento non sentivo di possedere. Un sorriso di mio padre, un sorriso più luminoso del sole.
Urlai, urlai con tutte le mie forze quando il raggio rosso lo colpí in pieno petto.
Urlai, perché mi stavano portando già mio padre. Urlai, perché era colpa mia. Urlai, perché faceva maledettamente male.E poi mi persi, mi persi nei ricordi.
Nel trasportino fatto con la sciarpa che si ostinava a creare per portarmi in giro quando ero troppo piccola per protestare. Mia madre continuava a dirgli che era troppo pericoloso, ma in realtà non era veramente preoccupata, sapeva bene che tra le sue braccia non potevo che essere al sicuro.
Nel mio primo pugno, tirato a due anni sulla pancia di papà, che aveva tetatralmente finto di aver sentito dolore. Ma io non volevo fargli male, mi sentí incredibilmente in colpa e mi misi a piangere. Vedendomi in lacrime lui provò a tirarmi su il morale, fallendo miseramente e unendosi al coro di singhiozzi finché mamma e Happy non ci raggiunsero, ponendo fine al nostro stupido teatrino.
Nel mio primo ruggito, temibile quanto uno stuzzicadenti ma per il quale lui era scoppiato in lacrime, un sorriso gioioso sul viso mantenuto per giorni interi in cui si vantava con tutta la gilda dei miei enormi progressi.
Nel mio primo fidanzatino a sette anni, di come mi aveva lasciata perché ero troppo violenta. Passai la serata ad allenarmi e a ridere con mio padre, e mi resi conto che, al momento, era lui l'unico fidanzato di cui avevo bisogno.
Nella prima missione da sola con i miei compagni, di come avesse minacciato Storm di farlo alla brace se avesse lasciato che mi succedesse qualcosa, di come mamma aveva dovuto tenerlo fermo mentre lasciavo la gilda e di quanto mi ero sentita in imbarazzo. Ma soprattutto di quanto ero stata felice di riabbracciarlo al mio ritorno.
Nel primo regalo imbarazzante. Quella stupida maglietta con una sua foto terrificante dove avvertiva i ragazzi di starmi alla larga.
Nel dolore per mio fratello, dolore che avevamo affrontato insieme. Dolore che ci aveva reso più forti.
Mi persi in ogni istante passato con lui, in ogni insegnamento, ogni stupidaggine, ogni abbraccio.
Mi persi, ma poi mi ritrovai.
Mi ritrovai in quella grotta dove mia madre era distrutta dal dolore. In quella grotta dove le mie ginocchia avevano sbattuto con forza contro il suolo. In quella grotta dove tutto ciò che restava di mio padre era la bianca sciarpa ed una pietra rosso fuoco.
In quella grotta dove il fuoco sacro esplose.
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Our Time [Fairy Tail Next generation]
FanfictionDa quando Acnologia e Zeref sono stati sconfitti, tutti i membri di Fairy Tail sono andati avanti, hanno combattuto per crearsi un futuro, hanno allargato la loro famiglia. La nuova generazione è nata in tempo di pace. I ragazzi sono cresciuti tra m...