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=>Nashi

Non tutti reagirono subito e fu un problema, qualcuno era rimasto bloccato, stupito dalla piega che aveva preso la situazione, qualcuno dalla troppa foga si era accalcato su altra gente, era il caos. Non avevo tempo però di preoccuparmi di quello che mi succedeva intorno, dovevo pensare a quella sorta di dittatore che mi ritrovavo davanti, il contatto con la sua mano mi aveva rivelato una quantità di potere notevole, doveva essere stato uno scherzetto per lui sottomettere un villaggio dove la magia era ormai quasi quiesciente. Lasciai il resto ai miei compagni.

"E tu chi saresti?" domandò, inclinando la testa e portando un ciuffo arancione a coprirgli un occhio. Non accennava a voler mollare il mio braccio, troppo concentrato a scrutarmi con una calma inquietante. Mi misi dritta e liberai il braccio dalla sua presa, slacciandomi il mantello e lasciandolo cadere a terra, solo un intralcio alla lotta.

"non credo ti servirà a qualcosa saperlo" ribattei. Ero intenta a dare il via alle danze ma percepì nuovamente una presenza fuori posto, alle mie spalle. Era una sensazione già provata, una magia già conosciuta, ma ci misi troppo a riconoscerla.

"Volevo solo sapere che nome far incidere sulla tua lapide... Boom" il mago schioccò le dita, l'ultima cosa che sentì fu un botto dietro di me, un secondo prima di venir spinta con una forza mostruosa verso l'alto. Un esplosione, l'ennesima della giornata, provocata per forza dalle stesse persone che avevano provocato le precedenti. Solo che quella volta non ero pronta. Non mi mossi così in fretta da evitarla, ma abbastanza da non permetterle di essermi fatale. Il fuoco non mi avrebbe comunque fatto nulla, ma la forza distruttiva avrebbe potuto benissimo ridurmi in cenere. Grazie a Dio ho sempre avuto la pellaccia dura.

Atterrai sulla schiena sul terreno ancora compatto, tutto attorno a me era sfocato, non sentivo nulla se non un assordante fischio nelle orecchie, la gola secca che annaspava in cerca d'aria, forse mi ero incrinata qualche costola perché sentivo chiaramente qualcosa interferire nella mia respirazione. 

"Merda" un rantolio uscì dalle mie labbra, mentre mi mettevo su un fianco, i pantaloni si erano strappati all'altezza del ginocchio e parte posteriore del mio top era stata fatta a brandelli, ma stavo bene, non era nulla di grave. Quando riacquistai l'udito e ricominciai a mettere a fuoco la scena attorno a me mi sentì un po' più tranquilla. Non era rimasto nessun abitante, ad eccezione di Haru e Honoka che mi guardavano preoccupati da dietro un muro. Sentì le mani gelide di Storm sulle spalle, mentre vidi Reiki e Gale passarmi davanti per affrontare il maledetto tizio che se la rideva alla grande. 

"Sono i due nani di prima" grugnì, mentre Storm mi aiutava ad alzarmi. Avevo ancora qualche problema a respirare, ma nulla che mi impedisse di combattere. Mi dava fastidio venire colpita in quel modo da un attacco che nemmeno un giorno prima avevo respinto ad occhi chiusi, cavolo, avrei dovuto fare più attenzione. Sbuffai e vidi Nova fare una smorfia, guardando la mia schiena, cosa aveva la mia schiena?

"Ti ha beccata in pieno" disse, sfilandosi la camicia che portava sopra la canottiera bianca e porgendomela. Probabilmente dovevo avere una faccia piuttosto perplessa, perché lei sgranò gli occhi, posandomi leggermente una mano sulla schiena per poi mostrarmela.

"Non lo senti? Cazzo, sanguini" le sue dita erano tinte di un rosso scarlatto, che guardai con stupore. Non la sentivo, almeno non così grave. Non avevo mai avuto problemi a resistere al dolore fisico, avevo 'la resistenza di una degna dragon slayer' o almeno così la definiva mio padre. Mi infilai velocemente la camicia di Nova, dicendole che non era nulla e che mi sembrava sua madre quando faceva così, sempre a esagerare. Ridacchiai e raggiungemmo gli altri in prima fila.

"Oh sei ancora viva, meglio, meglio, ci divertiremo di più" la risata sadica che seguì la sua affermazione mi fece rabbrividire. Che razza di svitato era quello? Allargai leggermente le gambe, in posizione di attacco, lo stesso fecero tutti. In cinque contro uno, sarebbe stato noioso, avrei benissimo potuto sistemarlo da sola, ma non mi avrebbero mai ceduto tutto il divertimento. Poi l'ennesimo spostamento anomalo dell'aria mi ricordò che non era da solo, ma accompagnato da quei due nani malefici. Invisibili, per di più.

"A ore otto, i nani!" urlai, indicando il punto esatto dove il normale flusso dell'aria si interrompeva. Storm e Nova si voltarono di scatto, riuscendo a soffocare l'ennesima esplosione in una cupola di ghiaccio e fulmini. Notai solo allora che Storm ancora portava la mantella, ovviamente non persi occasione per farglielo notare.

"Hai freddo, ghiacciolo? Guarda che poi ti sciogli" lo istigai, mentre lui prendeva tirare l'enorme groviglio di fili che gli aveva impedito di spogliarsi.

"Maledetti lacci" ringhiò, ghiacciandoli per poi distruggerli, sospirando sollevato. La mantella volò via, insieme alla povera maglietta che aveva avuto la sfortuna di appartenere ad un Fullbuster. 

"Molto meglio" commentò poi, mentre il gelo gli fuoriusciva dalle mani. Sorrisi, riportando l'attenzione sul nemico davanti a noi, sorrideva, come se fosse tutto sotto controllo.

"Bakudan, Bakuhatsu vi lascio quello con i capelli verdi e quello rossiccio dall'aria noiosa ma temo che gli altri tre serviranno a me" si sfregò le mani, osservandoci uno ad uno come fossimo le pedine di un gioco sotto il suo controllo. E forse lo eravamo.

Bakudan e Bakuhatsu, seriamente? Bomba ed esplosione. Vi prego, un minimo di originalità. Quale sarebbe stato il suo nome, allora? Orenji (arancione)? Kureji(pazzo)?

"Sì, capo. Forza fratello, sta volta dobbiamo fare sul serio" una voce dal nulla rispose alla chiamata. Non sarebbero stati avversari troppo pericolosi, non con i sensi sviluppati di Gale e con i riflessi di Reiki, non c'era da preoccuparsi. Quello che fremevo dalla voglia di prendere a calci era quel pazzo scellerato, del quale ancora non avevo capito il tipo di magia.

"Uffa, perché a noi quelli scarsi?" sentì Gale lamentarsi prima che una raffica di esplosioni si scagliasse sui due, costringendoli ad allontanarsi. Rivolsi tutta la mia attenzione verso il nemico, concentrato con le braccia spalancate, Storm e Nova erano appena dietro di me, in posizione di attacco. Il mago sorrise, un sorriso degno dei più sadici assassini, lo sguardo perforante di chi sta per divertirsi, un espressione malata.

"Il mio nome é Genso" sussurrò, in modo che solo io lo potessi sentire.

Illusione.

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