L'ambulanza arrivò nel momento in cui Jungkook chiuse gli occhi. Lo misero in una barella, lo portarono dentro e iniziarono ad attaccargli mascherina per ossigeno e altri accessori per controllare il suo battito.
Vedere tutta quella scena fece sentire Yoongi uno schifo, era lui che ha causato tutto se gli avesse parlato prima non sarebbe successo nulla.«Qualcuno di voi è un suo parente?» Chiede l'infermiera. Non sapevano cosa dire, loro erano solo amici e i suoi genitori non ci sono.
«È solo. Non ha nessuno oltre noi. Posso salire?» Chiese Yoongi, sperava in un risposta positiva ma questa non arrivò.
«Mi dispiace solo i parenti poss~» Disse l'infermiera ma non ebbe il tempo di finire che il bianco la interruppe.
«La prego. L'unico maggiorenne sono io e poi lui ha dolo noi come famiglia.» Provò di nuovo a convincerla ma niente.
«Mi dispiace non poss~» Venne interrotta di nuovo.
«La prego sono il suo fidanzato.» Disse Yoongi. Tutti sbiancarono e l'infermiera fece una smorfia schifata. Si sapeva che in Corea gli omosessuali non erano visti di buon occhi, ma a lui non interessava, voleva solo stare al fianco di Kookie.
«Ah! Va bene. Ma solo tu gli altri dovranno andare in ospedale.» Disse l'infermiera per poi salire dentro l'ambulanza seguito da Yoongi. Lui si girò per guardare i suoi amici, vide Hoseok e con un cenno della testa di capirono.
Chiusero le porte a partirono verso l'ospedale, Suga prese la mano del più piccolo e la tenne forte. Con quel gesto voleva dimostrare a Jungkook che lui era lì e che gli avrebbe trasmesso tutta la forza che aveva per farlo guarire.
Arrivarono e le infermiere presero la barella e iniziarono a correre per i corridoi bianchi dell'ospedale. Entrarono in una porta e un'altra infermiera lo fermò dicendogli che lo non poteva entrare. Si accasciò in una delle sedie e con le mani sulla faccia continuava a ripetere le stesse parole "È colpa mia, è colpa mia, è colpa mia, è colpa mia, è colpa mia..." non si accorse nemmeno che in quel momento arrivarono i suoi amici.«Smettila di fare così... Vedrai starà bene lui è forte.» Yoongi non riconobbe la voce, alzò lo sguardo e trovò Nam.
«Che ci fai tu qui?» Chiese con un tono stanco, basso e vuoto.
«Mi hanno chiamato e così eccomi qui. Ricordati che anche io voglio bene a Jungkook. Vedrai ce la farà!» Disse Namjoon per far tranquillizzare il ragazzo che avrebbe avuto una crisi da un momento all'altro.
Dopo quelle parole nessuno parlò, aspettarono diverse ore e poi dalla porta bianca uscirono i dottori con la barella contenente Jungkook.
Tutti volevano sapere come stava, quando si risvegliava e se potevano visitarlo, ma nessuno parlò rimasero in silenzio fini ad arrivare nella sua camera. Gli attaccarono al macchinario lì vicino per monitorare il suo battito che sembrava stabile, avevano tutti paura delle parole che avrebbe detto il dottore da lì a poche ore. Uscì uno di loro con il camice bianco, si avvicinò ai ragazzi e iniziò a parlare facendo aumentare l'ansia che risiedeva in loro.«Qualcuno di voi è un familiare?» Chiese il dottore.
«No, lui non ha nessuno.» Rispose Yoongi in modo schietto, non volendo girarci intorno.
«Può dirlo a me! Sono il maggiorenne del gruppo.» Disse Jin e il biondo si girò su di lui, non si era accorto che c'era pure lui.
«O-ok! Beh il vostro amico è in una situazione complicata...» Disse il dottore per poi sospirare.
«Per favore non ci giri intorno, vada dritto al sodo.» Disse Tae, non aveva voglia di ascoltarlo a lungo aveva voglia di entrare dal suo amico e fagli sentire che lui era lì.
«Ok... Il vostro amico ha avuto un trauma cranico, ciò potrebbe comportare una commozione celebrale. Potrebbe svegliarsi domani oppure tra qualche settimana, questo non lo possiamo sapere con certezza. Noi lo monitoreremo e faremo di tutto per aiutarlo, per aiutarvi a riavere il vostro amico.» Disse. Nei loro volti si poteva notare il terrore, non poterlo vedere correre o scherzare era tremendo e di certo non c'era niente che loro potessero fare se non fargli visita e stargli accanto.
«P-Possiamo visitarlo?» Disse Jimin con le lacrime agli occhi. Lui soffriva più di tutti perché lo conosceva meglio era lui quello con cui si confidava, con cui parlava di più ed ora era uno strazio non sentire la sua voce dolce e melodica.
«Si, certo. Ma entrare due alla volta, eviterete di fare confusione e di disturbare gli altri pazienti nelle altre camere.» Detto ciò il dottore scomparve nel primo angolo di corridoio.
I primi ad entrare furono Jin e Namjoon, ognuno da una parte del letto. Non dissero niente, presero le sue mani e le strinsero mandandogli la forza necessaria. Quando uscirono i prossimi ad entrare furono Jimin e TaeTae. Si posizionarono come Nam e Jin e anche loro presero le mani del ragazzo disteso nel letto.
«Mi dispiace. Non ci sono mai quando ti succede qualcosa. Avevamo promesso che ti avremmo aiutato e protetto da tutti.» Disse Jimin con le lacrime agli occhi. Ma non durò molto, subito dopo scoppiò in un pianto quasi isterico.
«L'avevo detto io che dovevo spaccare la faccia a Yoongi e di non farlo avvicinare a lui» Disse Tae più a se stesso che agli altri due nella stanza.
«Ti sembra il momento e il luogo? E poi Yoongi non avrebbe mai fatto succedere questo.» Alzò un po' il volume Jimin.
«Come fai a dire una cosa del genere? Da quando è apparso lui, gli succedono cose brutte.» Risponde allo stesso tono il ragazzo dai capelli blu.
«Non è colpa sua. Si vede che ci tiene a lui, che lo ama anche se non se ne rende conto.» Rispose Jimin le lacrime e la tristezza mutarono in rabbia e non potendo andare oltre uscì di fretta e furia dalla camera.
Gli dispiaceva per Jungkook ma non poteva stare nella stanza con Tae e a lui non piaceva litigare sopratutto in un momento del genere, dove l'unica cosa da fare era stare accanto al loro amico.
Tae in quel momento era rimasto nella stanza si era scusato con l'amico anche se non poteva sentirlo e poi insegui il proprio ragazzo. Lo trovò all'ingresso dell'ospedale seduto in una delle panchine che si teneva la testa.«ChimChim... Mi dispiace, sai che non mi piace litigare con te.» Disse Tae, in quel momento era distrutto non gli piaceva vedere il proprio ragazzo piangere. Si sedette accanto a lui e lo strinse in un abbraccio carico d'amore.
«Nemmeno a me... ma sai che non può andare avanti così.» Disse Jimin intento ad asciugarsi le lacrime.
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Boy With Luv - Yoonkook/Kookga
Fanfiction[COMPLETATA] Da bambino, all'età di 5 anni circa, non avevo amici perché ero troppo timido e non riuscivo a socializzare. Venivo perseguitato dai bulli, ma tutto cambiò quando una persona si immischiò per difendermi. Diventammo amici e questo rese i...