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«Nemmeno a me... ma sai che non può andare avanti così.» Disse Jimin intento ad asciugarsi le lacrime.

«Che intendi? Cosa vuoi dire?» Domandò il blu che in quel momento stava iniziando ad agitarsi. La sua paura più grande era lasciarsi con lui e in quell'istante sembrava che lo volesse lasciare.

«Intendo che non può andare avanti questa storia, tu che odi Yoongi. Ogni cosa che succede dai la colpa a lui.» Spiegò Jimin e Tae emise un verso di approvazione continuando a tenerselo stretto.

Yoongi non appena vide uscire i due entrò per ultimo, tutti erano andati via e lui non voleva lasciarlo solo nemmeno un momento così sarebbe rimasto lì come quando era a scuola.
Si avvicinò al lettino e si sedette nella sedia lì vicino. Prese la mano del più piccolo e si sentì mancare l'aria. Nessun movimento ed era congelato, sembrava morto, ma non era spaventato perché sentiva il "Bip" regolare che emetteva il macchinario.

«Ah! Perché... Non potevo esserci io? Almeno avrei ricordato qualcosa. Ho come l'impressione che stando vicino a te, ti causerei solo problemi. Sai ricordo quando io ero in un letto di ospedale quando sono caduto dalle scale. Quel giorno fu orribile per me e per i miei genitori visto che non li ricordavo -Rise amaramente, gli stava parlando come se fosse sveglio e lui credeva che potesse sentirlo. Per questo non si fermava.- Mi dispiace molto, mi sento in colpa ed è normale visto che sei qui a causa di un litigio avvenuto con me. Mi dispiace di aver capito troppo tardi i miei sentimenti per te. Mi dispiace di non essere quello che tu ricordi, vorrei tanto esserlo.»
Le lacrime gli rigavano il volto mentre parlava ma l sua voce era stabile.

Alzò la mano di Jungkook e la porto alle labbra per baciarla, infine sussurrò "ti prego torna da me". Dopo quelle parole il "Bip" regolare del macchinario cessò e si allarmò il suo cuore si era fermato, corse fuori chiamando aiuto e in quel momento arrivarono dottori ed infermieri con il defibrillatore. Lui rimase in un angolo della stanza a guardare la scena, le lacrime non cessavano e continuava a pensare che doveva esserci lui su quel letto. Quei minuti furono un'eternità per Yoongi che aveva il cuore che gli scoppiava per il terrore, i dottori lo avevano salvato e adesso il suo cuore batteva. Ma il ragazzo aveva ancora paura, continuava a pensare al peggio "E se capitasse mentre sono fuori? E se capitasse durante la notte?". Certo i dottori avevano un allarme che li avvertiva, ma lui non voleva lasciarlo voleva salvarlo lui, pensava che se il loro allarme non fosse in funzione avrebbe salvato lui.

~~~

Passò una settimana e Jungkook era ancora il coma, durante quei sette giorni ebbe altri tre arresti e in quei momenti l'unico presente era Yoongi. Aveva promesso di rimanere sempre lì e così fu, andava ogni giorno a visitarlo, quando la mattina aveva da lavorare a scuola fortunatamente c'era Nam o Jin. Nei suoi giorni liberi era lì con lui, gli raccontava della sua giornata e di quanto gli mancava, poi nel pomeriggio quando arrivavano Jimin e Tae lui tornava a casa a lavarsi per poi ritornare.
A tutti mancava la sua espressione da coniglio, i suoi occhi, il suo sorriso ma soprattutto la sua voce. Jimin e Taetae si sentivano soli, la casa era sempre silenziosa e a loro dava fastidio, perché quando c'era anche lui si aiutavano con i compiti, passavano pomeriggi a giocare con la console, a chiacchierare. Gli mancava terribilmente il loro amico, oramai le loro giornate erano uguali, si svegliavano, andavano a scuola, ritornavano a casa, mangiavano, facevano i compiti in fretta e poi andavano a trovarlo. Tutto ciò poteva essere fatto grazie a Yoongi che era quasi 24 ore su 24 lì con lui, se non ci fosse stato lui avrebbero saltato alcuni giorni di scuola per rimanere lì.
Tutti quando andavano a trovarlo gli raccontavano le loro giornate e di come avrebbero voluto la sua compagnia. A scuola si diffuse la notizia e qualche compagno di classe andò a trovarlo per poi lasciargli dei fiori di pronta guarigione, che prontamente Yoongi buttava via. Lui li considerava degli ipocriti, per quel poco che insegnava non aveva mai visto i suoi compagni interessarsi a lui o a parlargli. Lo evitavano come la peste e adesso si mostravano compassionevoli verso di lui, questa cosa lo faceva innervosire, Yoongi sapeva chi erano le persone che contavano per lui.

Il rapporto tra Yoongi e Taehyung era migliorato o almeno così sembrava, si salutavano e si confortavano a vicenda, ma ognuno aveva i propri pensieri sull'altro. Taehyung continuava a pensare che la colpa di tutto fosse del biondo e che se fosse sparito dalla vita di Jungkook avrebbe fatto la cosa giusta.
Yoongi, invece, pensava che Taehyung lo definisse il colpevole e non gli dava torto, ma credeva che fosse geloso di Jungkook, perché non voleva che qualcuno si avvicinasse al suo fratellino. Yoongi ritornò nella stanza e a quel punto i due amici uscirono salutandolo e lasciandolo da solo.

«Oh, Kookie. Sono passati 7 giorni e ancora non ti sei svegliato, manchi letteralmente a tutti. Anche a me, non faccio altro che pensarti, vorrei rivedere il tuo sorriso sulle tue splendide labbra, che vorrei anche baciare. Ormai posso dire di essere ossessionato da te -disse imbarazzandosi delle sue stesse parole- a scuola è tutto noioso, senza di te che ti entusiasmi per la musica. Ho composto qualcosa mente ero qui con te, non so se hai sentito. Cioè non credo che tu possa sentirmi, ma si dice che tu possa sentirmi così vengo qui a parlarti. Non riesco a vederti così, le tue ferite sono del tutto guarite e il tuo viso adesso è di nuovo pulito, vorrei tanto baciarti.»

E senza pensarci due volte si alzò dalla sedia e si avvicinò al suo viso e posò le sue labbra su quelle del ragazzo. Quel bacio fu dolce e delicato, ma proprio in quel momento il cuore di Jungkook di fermò di nuovo. Yoongi corse fuori e chiamò i medici che stavano già arrivando, si fermò nello stesso angolo della camera ogni volta che succedeva.
Questa volta aveva l'impressione che il destino lo volesse punire, che lui non meritava quel piccolo coniglio, che lui doveva allontanarsi da lui e che doveva lasciarlo vivere. Ma forse era egoista, il bianco voleva davvero la felicità e in quei pochi momenti avuto con Jungkook li aveva trovati e non voleva perderli.
Il cuore del piccolo si ristabilì grazie ai medici e dopo essere usciti, lo hyung si avvicinò di nuovo a lui, gli prese la mano e si abbassò verso di essa e si mise a piangere, ormai in quei giorni non faceva altro che versare lacrime su lacrime.
La porta della stanza si aprì ed entrò un dottore, la sua espressione era di qualcuno che portava brutte notizie.

«Mi dica... Quale è la brutta notizia?» Domandò Yoongi tra i singhiozzi.

Boy With Luv - Yoonkook/KookgaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora