10 - New York pt.2

2.6K 85 0
                                    

"È meglio quello rosso o quello blu?" Mi chiese mostrandomi prima un vestito e poi l'altro.

Avevamo passato tutta la giornata a scherzare e parlare come un tempo, e se devo essere sincera, mi ero sentita di nuovo felice. Per fortuna non avevamo incontrato molto fan, solo qualcuno, m erano stati tutti rispettosi nei nostri confronti. Ora, dopo aver insistito parecchio, avevo deciso di accontentarla, e l'avevo portata a fare shopping.

Avrei voluto dirle che stava bene con tutto, anche con un sacco della spazzatura sarebbe stata perfetta, ma mi morsi la lingua per trattenermi e mi limitai a indicarle quello rosso.

"E tu non compri nulla?" Mi chiese.

"No, sto bene così"

"Non insisto solo perché so che non vedi l'ora di andartene" affermò, facendo un sorriso.

"Hai indovinato!" Esclamai con fare scherzoso, aspettando che pagasse per uscire dal negozio.

"Ora ci starebbe un gelato" sentenziò la cubana mentre camminavamo.

"A dicembre?" Chiesi guardandola stupita.

"Cosa c'è di male? Il gelato è buono sempre" rispose con fare ovvio.

La guardai per alcuni secondi, prima di sospirare e accontentarla di nuovo. In risposta emise un gridolino, facendomi sorridere per la tenerezza. Avevo sempre amato farla felice, e lo ero tutt'ora.

Mancavano solo quindici minuti all'orario stabilito per ritrovarci con le altre. Io e Camila, però, eravamo già lì, sedute su una panchina.

Rimasi per alcuni secondi ferma ad osservare il cielo su di noi ripensando alla giornata trascorsa, ma quando mi voltai per guardare la cubana, la vidi a testa bassa, non più con il suo sorriso che l'aveva accompagnata per tutto il giorno.

"Che succede?" Le chiesi, non capendo da cosa era dovuto il suo cambio d'umore.

Continuò a tenere il capo basso per un po', prima di alzarlo e voltarsi verso di me. Nonostante l'ora tarda, riuscii comunque a vedere i suoi occhi lucidi.

"Camila che hai?" Rifeci la domanda, sperando in una sua risposta.

"Stavo solo pensando" rispose in un sussurro, voltando di nuovo il capo davanti a sé.

"A cosa?"

La sentii sospirare prima di udire la risposta "Stavo pensando a come mi sono sentita bene oggi. Era da tanto che non mi divertivo così"

Aprii la bocca per dire qualcosa, ma la ragazza al mio fianco continuò a parlare.
"Ora però, probabilmente, torneremo a non parlarci e questo mi rattrista e mi fa male"

Sentii la sua voce incrinarsi, poi si voltò verso di me con gli occhi più lucidi di prima, sul punto di piangere "Fa male perché vorrei tornare come prima, perché nonostante tutto quello che è successo vorrei ancora averti come amica, non pretendo di tornare come prima, ma anche solo parlarci e non fare come se non ci conoscessimo sarebbe già molto"

La guardai non sapendo bene cosa rispondere. Aveva ragione, faceva male, ma mi aveva fatto molto più male lei tre anni fa, e non ero ancora pronta a superarlo.
"Camila" pronunciai il suo nome in un sussurro "Anch'io sono stata bene oggi, come non lo ero da tempo, ma non posso far finta che non sia successo nulla, mi hai fatto troppo male"

"Lo so! Ma pensi che io non ci sia stata male?" Scattò in piedi, guardandomi con rabbia questa volta. Ancora una volta non capii il suo cambio d'umore, ma mi alzai anch'io puntandole il dito contro e guardandola con lo stesso sguardo pieno di rabbia.

"E allora per che cazzo l'hai fatto?"

"Perché-" stava per svelarmi finalmente il perché, quando venimmo interrotte dall'arrivo delle ragazze.

"Sono felice di sapere che siate ancora vive. Allora, avete chiarito finalmente?" Chiese Dinah, ignara della discussione che si era appena accesa tra di noi.

Ancora più arrabbiata per essere state interrotte proprio nel momento in cui avrei saputo finalemnte la verità, mi voltai verso la bionda, fulminandola con lo sguardo.

"Che succede?" Chiese appena si accorse dell'aria nervosa e tesa che si era creata.

"La prossima volta che facciamo un'uscita e decidete di dividerci, avvisarmi che me ne resto a casa" affermai, afferrando la borsa sulla panchina.

"Ci dispiace, ma avevamo delle cose da fare" tentò di difendersi.

Risi sarcasticamente "Come se non lo avessi capito che lo avete fatto apposta" dissi cercando si essere il più calma possibile "Ma è stato inutile" detto questo mi voltai, camminando verso l'uscita, con l'intenzione di tornare al bus.

Le sentii chiamare il mio nome diverse volte, ma nessuna mi venne dietro, così raggiunto il bus, mi infilai sotto le coperte, con l'intenzione di non vedere nessuna delle ragazze.

Indossai le cuffiette facendo partire la musica a tutto volume, con la speranza di zittire i miei pensieri e calmarmi, e per un po' ci riuscii anche, fino a quando qualcuno non aprì la tendina, facendomi strizzare gli occhi per la luce che entrò.

Mi voltai di scatto vedendo la polinesiana stagliata davanti la mia cuccetta. Lentamente mi tolsi le cuffie.
"Che vuoi?" La ma voce risultò più acida del previsto, ma la bionda non ci fece caso, o almeno diede la colpa a quello che era successo nemmeno due ore fa.

"C'è Simon, vuole parlarci" mi avvisò, facendo un cenno con la testa.

"Cosa vuole?" Chiesi sbuffando.

"Non lo so" rispose con un'alzata di spalle.

"Digli che non ci sono" affermai, voltandomi dall'altro lato. Ci mancava solo quell'idiota con una delle sue trovate.

"Ha detto che parlerà solo quando ci saremo tutte e credimi, non voglio averlo tutto il giorno sul mio divano"

Sbuffai di nuovo, in quel momento non avevo voglia di vedere nessuno, volevo starmene da sola, e invece mi toccava alzarmi e sentire cosa aveva trovato questa volta Simon.

Mi alzai lentamente, solo perché Dinah non se ne sarebbe andata senza vedere che la stavo seguendo.

Una volta con i piedi per terra, mi passai una mano tra i capelli, giusto per sistemarli un minimo e mi avviai verso la porta, ma una mano mi fermò afferrandolo il polso.

"Che c'è ancora?" Chiesi voltandomi, questa volta usando un tono più calmo.

"Mi dispiace" rispose abbassando il capo.

"Per cosa?" Domandai guardandola confusa, non capendo a cosa si riferiva.

"Per oggi. Non avrei dovuto costringervi a restare da sole" ammise "Volevamo solo farvi chiarire e ci è sembrata una buona idea, non sapevamo che poi sarebbe andata a finire peggio"

Sospirai, pensando a come rispondere senza risultare aggressiva, ma parlò di nuovo lei, supplicandomi di non odiarle.

"È impossibile" risposi "Come potrei mai odiarvi? Avete fatto sicuramente una cosa che vi prego di non rifare, ma non per questo vi odio" la rassicurai accarezzandole un braccio "Lo so che per voi è difficile, ma queste sono cose che dobbiamo risolvere da sole"

Non dose nulla, si limitò solo a tirarmi in un abbraccio che io ricambiai immediatamente.

"Vi siete perse?" Spuntò Normani che si bloccò appena ci vide "Che sta succedendo qui?"

"Nulla! Allora andiamo?" Dissi staccandomi dall'abbraccio, sorridendo ad entrambe e uscendo dalla stanza per raggiungere gli altri.

Salve ragazze, eccoci con un nuovo capitolo. Le cose pian piano si fanno sempre più interessanti e pian piano scoprirete anche molte cose. Spero vi stia piacendo la storia e mi scuso sempre per eventuali errori.
Buonanotte 🌹

Find u Again (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora