27 - ...prima della tempesta

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Quando mi svegliai quella sera, avevo un sorriso a trentadue denti, sapevo che forse per Camila non sarebbe stato lo stesso, ma un parte di me sperava che avesse provato le stesse cose. Non sapevo ancora però che quello non sarebbe stato definito come il giorno migliore, ma come il peggiore.

Mi voltai a guardare la ragazza al mio fianco, con solo il lenzuolo a coprirle il ventre. Sorrisi accorgendomi di avere un mio braccio a circondarle la vita e una sua mano intrecciata con la mia.

Mi avvicinai leggermente per lasciarle un bacio sulla spalla scoperta, quando sentii bussare alla porta. Possibile che dovevano sempre interrompere nel momento meno opportuno?

Sbuffai, prendendo in considerazione il fatto di non aprire, volendo godermi ancora un po' quel meraviglioso giorno. Ma chiunque ci fosse dietro la porta, non accennava a smetterla e andarsene.

Ma poi la sentì, una voce piena di rabbia "So che siete lì dentro, aprite!

Mi paralizzai, non era possibile.
Immediatamente scossi la cubana per farla svegliare.

"Che diavolo" non la feci finire di parlare che subito l'avvertii di essere fottute, e non nel senso buono della parola.

"Merda!" Esclamò alzandosi dal letto e vestendosi il più velocemente possibile, venendo imitata da me.

"Non è possibile!" La sentivo borbottare, mentre si infilava la maglietta.

"Possiamo dire che ci stavamo guardando in film" proposi, ricevendo un'occhiata sinistra.

"Non è idiota! Capirà che abbiamo fatto di tutto tranne che guardare un film" rispose arrabbiata, allacciando le stringhe.

Non capii il suo cambio d'umore repentino, forse era solo nervosa di essere stata scoperta dal proprio ragazzo a letto con un'altra.

Una volta vestite raggiungemmo la porta aprendola e venendo subito investite da uno Shawn furioso.

"Che cazzo avete fatto?" Ci accusò immediatamente, senza dar spazio a nient'altro.

"Noi..." tentai di rispondere trovando una scusa, ma la risposta della cubana mi spiazzò completamente.

"Ci siamo solo baciate" affermò "Ma era solo per dimostrarle che di lei non mi importava più nulla"

-

Erano cinque minuti che camminavo avanti e indietro per la stanza, dovevo calmarmi prima di poter parlare con le ragazze, ma era molto più difficile di quanto pensassi.

Avevo riunito tutte le ragazze nella mia stanza per fare un annuncio importante e, mentre facevo di nuovo il tragitto dinvano-TV, sentii bussare alla porta.

Presi un respiro profondo prima di aprire e farle entrare, facendole accomodare sul divano e posizionandomi su una sedia davanti a loro.

"Che succede Laur?" spezzò il silenzio Normani, dal suo sguardo intuii che avesse già capito che qualcosa non andava.

Deglutii, distogliendo lo sguardo da loro per un momento.
"È difficile dirlo" comunicai, torturandomi le mani.

Alzai lo sguardo sulle quattro ragazze davanti a me che aspettavano una mia spiegazione, non guardandole come se fossero le mie amiche, ma come semplici colleghe, era l'unico modo per riuscire a parlare.

"Ho preso una decisione, e voglio avvisarvi già da ora che non intendo cambiare idea" affermai, testando le loro reazioni, prima di lanciare la bomba.

Mi guardavano confuse e stranite e dovevo ammettere che anch'io non ero molto sicura della mia scelta, ma forse sarebbe stata la cosa migliore.

"Lascio la musica"

"COSA?" mi guardarono tutte con bocca e occhi spalancati, perfino la cubana che fino a quel momento era rimasta a testa bassa mi guardava a bocca aperta.

"Avete capito bene" sospirai, abbassando lo sguardo sulle mani che non smettevano di torturarsi a vicenda.

"Ma tu non puoi!" Esclamò Dinah alzandosi "Va bene lasciare la band se lo vuoi, anche se sarebbe comunque una cazzata, ma non puoi lasciare la musica"

"È l'unica soluzione" dichiarai "Non ce la faccio più ad andare avanti e ad essere trattata come una cogliona" dissi lanciando un breve sguardo alla cubana "Ma se esco solo dalla band, Simon troverebbe un pretesto per rovinarci la carriera e io non voglio che voi paghiate per me, quindi l'unica soluzione è andarmene dalla musica, uscire da questo sogno, in questo modo non sono più obbligata a fingere una relazione con Camila e voi siete salve dal farvi rovinare la carriera da me"

"È alla tua carriera non ci pensi?" Mi punto il dito contro Normani, alzandosi anche lei.

"Siete molto più importanti voi della mia carriera" dichiarai con un sorriso triste "Cercate di capirmi"

"Cosa dovremmo capire? Eh?" Si sfurió Dinah, guardandomi con occhi lucidi, ma una lacrima le scappò quando finì "Ho già perso la mia migliore amica per colpa di questo, non posso perdere anche te"

Abbassai la testa sentendomi in colpa di farle stare male, ma davvero non potevo più restare.

Dopo che Camila aveva detto quelle cose a Shawn tutto il mondo mi era caduto addosso, tutte le certezze, tutte le speranze a cui mi aggrappavo. Ancora una volta mi aveva illuso e io ci ero cascata come una perfetta cogliona.
Non potevo rimanere un altro giorno in più, dovevo prendermi una pausa da tutto, lo dovevo soprattutto a me stessa.

Ci avevo riflettuto molto su questa opzione, ma sapevo che era l'unica soluzione per allontanarmi da tutti e tutti. Probabilmente avrei buttato nel cesso l'unica possibilità che avevo di continuare a realizzare il mio sogno, ma come potevo svegliarmi ogni mattina sapendo che la persona di cui ero follemente innamorata si prendeva gioco di me? Come potevo fingere una relazione con lei in quel modo? Semplicemente non potevo. Ero già distrutta, volevo preservare quel poco che mi era rimasto di me stessa.

"È la cosa migliore per tutti, soprattutto per me. Non vi chiedo di capire le mie ragioni, non potreste farlo. Vi chiedo solo di accettare la mia decisione" mi morsi la guancia per evitare di scoppiare a piangere, era già difficile vedere Dinah piangere e Ally e Normani con gli occhi lucidi, sul punto di farlo, non potevo anch'io.

Non voltai nemmeno per un secondo il volto nella direzione della cubana, non mi importava se stava ridendo, piangendo, cosa poco probabile, o stesse semplicemente ignorando la cosa. Afferrai semplicemente il pacchetto di sigarette, avvertendo con un sussurro che sarei scesa a fumare e che potevano fare come se fosse stata la loro camera.

Sarei partita l'indomani stesso, ma questo non lo avrei detto. Mi ero già preparata la valigia e l'avevo infilata nell'armadio in modo da non farla vedere, avevo anche già prenotato un taxi che mi avrebbe portato all'aeroporto, dovevo solo stare attenta a non farmi vedere.

Non che non volessi salutare le ragazze, ma sapevo che se lo avessi fatto non me ne sarei più andata.

Find u Again (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora