20 - Ennesima lite

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Non c'era niente di più rilassante del silenzio in quel momento. Ero sdraiata su un muretto, nel giardino dietro l'hotel, ormai erano diventati i miei posti fissi dal momento che non potevamo uscire come volevamo.

Da quella posizione avevo una bella vista sulle stelle e la luna, mentre di tanto in tanto il fumo che usciva dalla bocca, mi sfocava la vista. Ma questo non mi distraeva dal cercare con lo sguardo tutte le costellazioni che conoscevo.

Era una passione che mi portavo dietro da piccola, osservare il cielo pieno di stelle e trovare le costellazioni. Lo trovavo estremamente rilassante, accompagnato poi da una sigaretta, era un buon modo per scacciare via i pensieri negativi, almeno per un po' di tempo.

Eravamo arrivate quel pomeriggio a Madrid. Mi ero subito chiusa in camera e con la scusa del fuso orario, mi ero subito addormentata, soprattutto perché non avevo voglia di vedere ne tanto meno parlare con qualcuno.

Quando mi ero svegliata era ormai tardi anche per la cena, avevo infatti una ventina di messaggi e chiamate da parte delle ragazze. Per fortuna avevo un pacchetto di snack nella borsa, così mangiai quelli e subito dopo, appurato che non c'era nessuno di familiare in giro, avevo afferrato il pacchetto di sigarette e, indossato la giacca, scesi al piano terra, uscendo poi dalla porta anteriore.

Ultimamente trovavo rilassante starmene all'aria aperta, soprattutto la notte. Quindi, con la scusa di fumare, colsi l'occasione. Avevo urgente bisogno di non pensare a niente. Soprattutto dopo quello che era successo due giorni addietro.

Li avevo passati a non rivolgere la parola a nessuna delle ragazze, non che loro centrassero, ma non avevo proprio la voglia e la forza di starle a sentire e parlare con loro, l'unica cosa che volevo fare era starmene per conto mio, e così avevo fatto.

-

Il mattino seguente fui costretta ad alzarmi per l'incessante rumore che sentivo dietro la porta.
Mi alzai a fatica, trascinando i piedi fino alla porta, che aprii ancora in pigiama, ovvero una maglietta a maniche corte blu scuro della Nirvana e un pantalone di flanella a quadri blu e bianche.

"Finalmente! Ma che fine avevi fatto?" Entrò come una furia Normani, seguita da Ally, Dinah e... Camila.

"Prego, entrate pure come se fosse la vostra camera" affermai sarcastica, richiudendo la porta e raggiungendole, stravaccandomi sul letto.

Le guardai una ad una, ad eccezione della cubana a cui non rivolsi un minimo cenno, aspettando che parlassero e mi dicessero il perché mi avevano svegliato.

"Brutta stronza! Ti par-AHI!" Esclamò Dinah, massaggiandosi il braccio per il pizzicotto che le aveva dato Ally.
"Ma che sei scema?"

"Non tollero le parolacce, dovresti saperlo" si lanciarono occhiate sinistre entrambe, prima che la polinesiana si rivolgesse di nuovo a me.

"Come stavo dicendo prima che questa nana mi pizzacasse il braccio" iniziò lanciando un ultimo sguardo alla diretta interessata "Ti pare il modo di non degnarci di una parola per due giorni?"

"Infatti, sei una vera... idiota!" Si aggiunse Normani, scegliendo accuratanente un aggettivo che non svegliasse la parte religiosa della più grande, non volendo beccarsi anche lei un pizzicotto, seguita poi da Ally "Ci hai fatto preoccupare"

Alzai le mani in segno di resa, e dopo aver preso un respiro profondo le risposi "Volevo starmene un po' per conto mio, vi chiedo scusa"

"Tutto qua?" Chiese scioccata Dinah "Come minimo dovresti regalarci un momento Camren per farti perdonare"

Appena sentii quelle parole, il mio sguardo scattò subito nella direzione della cubana, trovandola a guardarmi nello stesso mio modo.

"DINAH!" urlarono le altre due, riprendendo la nostra compagna di band.

"Che c'è? Si sono baciate una volta, possono rifarlo una seconda" rispose con nonchalance, beccandosi un'occhiata da me, prima di rendersi conto di quello che aveva appena detto.

"COSA? Si può sapere perché noi non ne sappiamo mai niente?" Ci accusarono le altre due, incrociando le braccia sotto al petto, mentre la polinesiana posava lo sguardo dappertutto, senza però posarlo su di noi.

Abbassai la testa, non sapendo come affrontare la situazione e non riuscendo a sostenere tutte e quattro gli sguardi delle ragazze su di me, appuntandomi di non raccontare mai più qualcosa alla polinesiana se non volevo trovarmi nei guai.

Poi finalmente sentii la voce della cubana "Devi sempre trovare un modo per tornare a quel dettaglio?"

La guardai corrucciata, non capendo perché si stesse comportando in questo modo. Aveva i pugni serrati, così tanto da far diventare le nocche bianche, mentre mi guardava furibonda.

"Lo stai davvero definendo un dettaglio? Sei seria?" Le chiesi, guardandola ferita "Ho capito che per te non sono mai valsa niente, ma non puoi definirlo un semplice dettaglio"

"Ma che stronzate stai dicendo? Come puoi dire che per me non sei mai valsa niente?" Ribatté, guardandomi lei ferita questa volta.

"Mi attengo ai fatti"

"Beh a questo punto vuol dire che non vedi bene quali sono i fatti"

"Io credo sia meglio lasciarle sole" affermò Dinah, facendo cenno alle altre di andarsene.

In un secondo fummo sole, mentre ci urlavano contro di tutto e di più.

"Sei tu quella che si deve sposare" affermai con ovvietà.

"Sei stata tu la prima ad accettare di sposarti con quell'idiota!" Esclamò, avvicinandosi faccia a faccia.

"Se tu non mi avessi ignorata avresti saputo che io e Alex ci siamo lasciati" le urlai contro, portando i miei occhi fissi nei suoi.

"Cosa?" Chiese sorpresa, rilassandosi visibilmente.

Ma non mi feci ingannare, non mi sarei fatta intenerire dal suo sguardo, non questa volta "Si! Ma tu eri troppo impegnata a recitare la tua vita perfetta con Shawn, per accorgerti che c'era qualcuno disposto, ancora una volta, ad andare contro tutti"

Mi alzai, raggiungendo la porta e dicendo un semplice ma freddo "Ora vattene"

Abbassò la testa, ma non mi importava se avevo detto qualcosa che l'avesse ferita, ero troppo arrabbiata. Aprii la porta per permetterle di uscire subito, ma quando l'uscio si aprì, trovai le ragazze dietro, probabilmente intente ad ascoltare la nostra conversazione.

Aspettai che Camila uscisse, prima di rivolgere la parola alle altre "A questo punto non facevate prima a restare dentro?"

"Beh io ero arrivata alla conclusione che avreste scopato, non volevo rimanere traumatizzata a vita" dichiarò Dinah, con un sorriso malizioso.

Roteai gli occhi, chiedendo se volessero entrare, ma per mia fortuna negarono, così ne approfittai per restare sola e cercare di rilassarmi.

Come state? Spero bene.
Vi volevo avvisare che dal prossimo capitolo le cose subiranno un cambiamento, non vedo l'ora di farveli leggere.
Un bacio
Buonanotte🌹

Find u Again (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora