Capitolo 11

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Clint POV
Erano le 16:00 quando arrivammo a Waverly. Li condussi nella mia vecchia casa. Abitavamo nella zona più povera del piccolo paese, mio padre sprecava tutti i soldi in alcol, la mamma non lavora e io e Barney rubacchiavamo un po' di soldi in giro.
Arrivati alla casa mi ritornò in mente quando io e Barney stavamo in quello che chiamavamo giardino a rincorrerci quando papà non c'era o non dovevamo andare a rubare in giro. Erano gli inuci momenti in cui io e lui eravamo solo bambini, il resto scompariva.
Steve mi diede una botta sulle spalle dato che io mi ero fermato in mezzo al giardino.
"Clint, tutt'apposto? Se non te la senti puoi restare qui."
"no, tranquillo ce la faccio"
Tony intanto era in volo, ci parlò dall'auricolare.
"dentro non c'è nessuno. Scendo e entriamo insieme "
Aspettammo che Tony uscisse dall'armatura. "Jarvis, modalità sentinella"
Lasciammo l'armatura a fare da palo e ci avvicinammo alla porta. Se tutto era rimasto come prima doveva esserci una chiave in uno dei vasi che ora erano solo pieni di terra. Steve stava per sfondare la porta così lo fermai.
"fermo, non serve sfondare la porta." ruppi i vasi e rovistai tra la terra trovando la chiave. Sorpreso di averla trovata dissi
"eccola"
Steve aprì la porta, io entrai con l'arco stretto nelle mani e una freccia pronta. Aperta la porta si entrava in un corridoio prima di arrivare nel luogo dei miei incubi... La sala da pranzo. Arrivato alla soia della stanza mi fermai di colpo facendo sbattere su di me Tony che mi richiamò.
"che succede, contadino? C'è un topo morto?!"
"no, solo quello che io definisco l'inferno"
Entrai stringendo una freccia in mano. Guardai il tavolo. Era come l'avevamo lasciato io e Barney prima di essere portati in orfanotrofio. Mi girai verso la parete dal lato opposto del tavolo. Il muro era ancora ammaccato dove mio padre sbatteva me e il resto della mia famiglia. Una cosa però mi fece impazzire dalla rabbia e dalla paura facendomi rompere la freccia nella mia mano. Il sangue asciutto nella moquette che non si era tolto dopo che mio padre mi aveva pugnalato sotto l'ombelico. Steve si avvicinò a me. "va tutto bene?" annuii senza parlare perché avevo paura che se avessi aperto la bocca avrei urlato.
Lasciai Tony e Steve nella sala da pranzo e entrai nella stanza mia e di Barney. I letti erano ancora sfatti. Avevamo un letto a castello. Io dormivo nel letto in basso perché avevo paura di cadere da quello alto. Ricordavo di tenere un quaderno sotto al letto così che papà non lo vedesse, lo sapeva solo Barney che mi aveva insegnato a scrivere in stampatello, l'unico forse che io avessi mai avuto prima di finire in orfanotrofio. La copertina era viola con un bersaglio. Mi buttai a terra per vedere se c'era ancora. Lo presi. Non era impolverato come mi aspettavo che fosse e questo mi mosse dei dubbi. Lo aprii, lessi la prima pagina. La scrissi il giorno in cui papà mi pugnalò. Barney per distrarmi dal dolore quando andammo a letto mi insegnò a scrivere e mi regalò il quaderno. Ci scrissi tutto quello che sentivo. Solo leggere le prime righe mi fece piangere. In quel momento entrò Tony. "siamo sentimentali, contadinello?!" si avvicinò e si sedette accanto a me. "cos'è questo quaderno?"
"era una specie di diario segreto che tenevo quando ero piccolo"
Sfogliai velocemente le pagine. Una aveva un'orecchietta come quelle che si fanno nei libri per ricordarsi dove si è arrivati. Tony stava prendendo il quaderno per vedere la pagina ma glielo tolsi. Avevo letto velocemente la data capendo subito quale pagina fosse. "preferirei che tu non la leggessi. L'esaminerò io alla torre."
Tony stava per replicare quando io uscii dalla stanza. Steve era nella stanza dei miei quando mi chiamò.
"Clint, vieni"
Lo raggiunsi. Appena vidi la cintura sul letto mi fermai. Non era una semplice cintura. Era la cintura che mio padre usò quando mi lasciò la cicatrice. Solo vederla risvegliò in me una paura pazzesca. Le gambe mi cedettero e io mi lasciai andare a terra. Steve corse da me preoccupato. "Clint, che succede? Stai bene?" anche Tony si era avvicinato. Restai immobile a guardare il letto. Steve mi tirò su. "che succede?"
Non risposi. Entrai nella stanza. Presi la cintura. Accanto c'era una foto della mamma. La presi e guardandola mi misi a piangere, mi mancava così tanto...
Steve mi diede una pacca sulle spalle "è tua mamma vero?"
Annuii "le assomigli molto. Avete gli stessi occhi e anche colore dei capelli. Persino il viso è identico"
Mi asciugaii le lacrime. Senza parlare mi misi la foto in tasca, presi la cintura e il quaderno e uscii dalla casa dove Tony aspettava me e Steve prendendo la chiave.
"possiamo andare, contadino o dobbiamo controllare altro?"
Steve rispose al posto mio comprendendo che ero scosso.
"possiamo andare, e smettila di chiamarlo contadino solo perché viene dall'Iowa"
"ti offendi anche per gli altri, capitan Ghiacciolo?"
"muoviti Stark."
Tornammo al jet. Non parlai per tutto il viaggio. Arrivati alla torre erano le 20:00 dissi a Steve "puoi dire a Fury di venire, così posso fargli rapporto?"
"certo... Stai bene?"
"si, ma non ho fame. Vado in stanza. Le cose che abbiamo trovato le porto con me, non c'è bisogno che Tony le analizzi"
"va bene... Clint... per qualsiasi cosa io ci sono"
Anuii e andai in stanza. Mi misi il pigiama e mi stiraii sul letto. Erano due giorni che non dormivo ed era stata una giornata pesante così mi addormentaii subito.

Steve POV
Comprendevo il comportamento di Clint quindi non feci molta pressione. Dopo esserci cambiati io e Tony rangiungemmo Bruce e Natasha per cenare. Natasha, non vedendo Clint, mi domandò preoccupata "Steve, dov'è Clint? Gli è successo qualcosa?"
"no, tranquilla. Era scosso e stanco quindi è andato direttamente a dormire"
Bruce disse "avete trovato qualcosa?"
Tony con la bocca piena rispose al posto mio. "un diario segreto del contadinello, una cintura e una foto della mamma di Clint se non sbaglio"
Bruce confuso disse "a che ci serviranno?"
Rispose Tony. "c'era una pagina segnata nel diario. Mentre per la cintura non ne ho idea. Clint è semplicemente caduto a terra appena l'ha vista. La foto deve averla presa per ricordo"
Lo bloccai "Clint avrà sicuramente capito il nesso logico tra la pagina del quaderno e la cintura. Adesso però è troppo scosso quindi meglio lasciarlo stare. Domani in ogni caso farà rapporto a Fury" finimmo di mangiare alle 23:00 parlando e scherzando. Tutti tornammo nelle nostre stanze. Mi stavo per addormentare quando sentii un urlo di Clint, questa volta dalla sua stanza. Ero certo che avesse avuto un incubo. Quando uscii dalla stanza Natasha mi guardò e mi disse "ci penso io" così rientrai nella mia stanza rincuorato dal fatto che se ne sarebbe occupata Natasha.

Natasha POV
Stavo per mettermi a letto quando sentii l'urlo di Clint. Quando vidi Steve che andava verso la sua stanza gli dissi che me ne sarei occupata io e lui tornò a letto. Entrata vidi Clint seduto sul letto. Era tutto sudato, praticamente non respirava e vedevo le lacrime inumidirgli il viso. Teneva nelle mani una foto.
Mi ci avvicinai, gli presi una mano ma lui visibilmente spaventato si allontanò.
"Clint, guardami... Sono Natasha"
Lui mi guardò e mi abbracciò.
"va tutto bene, sei alla torre, sei al sicuro. Hai avuto un incubo, vero? Perché non me lo racconti?"
Clint si staccò. "ho... Ho sognato quando mi fece questa" si tocco il punto in cui gli incominciava la cicatrice nella schiena. Mi aveva raccontato come se l'era fatta e non mi stupii perciò di vederlo in quelle condizioni. Era comprensibile. Lo strinsi forte fin quando non lo sentii tornare a respirare normalmente.
"va meglio?"
Clint annuì. Aveva ancora in mano la foto. "cos'è questa?"
"è una vecchia foto di mia mamma, l'ho trovata alla casa"
"posso vederla? "
Clint mi porse la foto. La somiglianza era pazzesca. Quando era felice aveva gli occhi color del ghiaccio come la madre in quella foto. Quand'era triste gli diventavano grigi, a tratti trasparenti. La madre aveva i capelli biondi come lui. Entrambi avevano lo stesso viso e colore della pelle. La madre portava un cappello di paglia e sorrideva alla luce del sole. Sembrava molto giovane.
"qui ancora doveva partorire sia me che Barney... Aveva appena conosciuto quel verme schifoso di mio padre."
Sentii la sua rabbia nelle parole che usava per descrivere il padre e invece dolcezza, tristezza e nostalgia nelle parole sulla madre.
"Mi manca tanto, ma almeno ora se funziona come diceva lei, è in paradiso... Non deve più sottostare a nessuno, può correre libera per i prati come ci raccontava quando papà non c'era. Può tornare a cavalcare i cavalli come prima di conoscerlo. Può tornare ad essere come in questa foto: felice, spensierata e senza lacrime che le rigano il volto. Senza lividi sul suo dolce viso e con un sorriso splendente"
Gli vidi scendere delle lacrime che gli asciugaii. "sono sicura che è così... Sarà in paradiso"
Clint mi guardò "quella cintura" indicò la cintura appoggiata su una sedia "ha usato quella per... Insomma hai capito. Era sul letto di mamma e papà accanto a questa foto. Me l'aveva fatta vedere una volta la nonna. L'avevo messa nel quaderno. Sono sicuro che è stato Trickshot a metterla accanto alla cintura e segnare la pagina che scrissi quello stesso giorno nel mio quaderno. Giuro che appena lo vedo lo uccido quel brutto figlio di puttana. Vuole tormentarmi col mio passato il bastardo"
"vedrai che non ci riuscirà e tu non ucciderai nessuno. Lo metteremo in gabbia per sempre" gli strinsi la mano nella mia e lui mi abbracciò.
"grazie per esistere, Nat"
Restammo abbracciati fin quando lui non mi propose di dormire assieme. Ci addormentano ancora stretti in quell'abbraccio infinito, pieno di emozioni.

L'incubo ~Clint Barton~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora