XXXV

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Continui a torturati la gola con le mani e a deglutire ripetutamente. La senti asciutta e non riesci a fare niente per migliorare la situazione.

Le gambe ti tremano, le mani pure, e nonostante tu abbia i brividi, sudi come una fontana.

Accendi nervosamente la schermata del cellulare per controllare l'ora. L'attesa si sta facendo devastante, è in ritardo di 10 minuti.

Sblocchi il codice e apri la tua chat con Sekjin, cercando di controllare se avesse scritto qualcosa in merito al suo ritardo, ma niente.

Gli unici messaggi che coloravano la schermata grigia del tuo sfondo erano quelli che gli avevi mandato pochi minuti prima.

Gli avevi soltanto detto, quasi come un ordine, di trovarvi al parco per quell'ora. Non hai aggiunto altro. Non hai scritto il perché, nemmeno che dovevi parlargli. Solo che vi dovete incontrare. Dal canto suo, ha risposto con un semplice okay, seguito da tre puntini di sospensione, come a esplicitare il fatto che fosse confuso e stranito.

Senti finalmente dei passi nella ghiaia e quando alzi lo sguardo lo vedi avvicinarsi a te con le mani nelle tasche dei pantaloni e sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisetti.

Spegni il telefono, riponendolo nella tasca dei tuoi pantaloni, per poi alzarti di scatto, aspettando che ti raggiunga.

Una volta di fronte a te ti saluta con un flebile "hey" per poi avvicinarsi a te, con il chiaro intento di baciarti.

Ti allontani da lui con un piccolo passo timido, guardando in basso, cercando di evitare il suo sguardo.

Ti siedi, per poi prenderlo per il braccio e obbligarlo a fare lo stesso.

-dobbiamo parlare- ammetti.

Prendi un grande respiro e socchiudi gli occhi. Quando finalmente trovi il coraggio di guardarlo in viso, senti il terreno sotto i tuoi piedi crollare, assieme al tuo cuore.
Ti guarda serio, con occhi fermi sui tuoi, ma lo capisci, lo potresti vedere lontano un miglio che lui ha capito.

Sa già tutto.

-io- cerchi di dire, tentando di non far tremare la voce -...mi spiace- dici.

Il ragazzo abbassa lo sguardo e congiunge le mani, senza dire una parola.
-io non voglio mentirti- continui, ignorando il fatto che abbia distolto lo sguardo -mi piace un'altra persona-
Lo guardi, attendendo una qualsiasi reazione, ma se ne sta distante, guardando i ciottoli sotto i suoi piedi.

-sono stata stupida e cattiva a non rompere con te prima, me ne rendo completamente conto. Non ti biasimo se ora mi odi. Non merito di essere perdonata-
Il ragazzo sospira e alza lo sguardo, mantenendolo comunque distante da tuo.
-chi è?- domanda finalmente.
-Yoongi- rispondi, senza esitare. Mentirgli sarebbe stata la cosa più sbagliata che tu potessi fare in quel momento.

Lo vedi sfregare le mani sulle gambe, per poi alzarsi dalla panchina, mordendosi l'interno della guancia. Stava per camminare via, ma lo afferri per il braccio, alzandoti anche tu, ma guardando i tuoi piedi, incredibilmente interessanti in quel momento.

-mi odi, non è vero?- chiedi mantenendo lo sguardo basso.
Odi un sospiro pesante, spezzato, e poi di nuovo la sua voce.
-no, non ti odio Y/n. Non potrei mai- risponde.
Senti nella sua voce qualcosa di rotto, e i suoi frammenti affilati ti stanno graffiando, con estrema forza, procurandoti tagli profondi e sanguinanti.
-mi serve solo del tempo per stare da solo-

Allenti la pressione sul suo braccio, lasciandolo libero di muoversi.
Senti i suoi passi allontanarsi, fino a scomparire nel chiasso della città.

Non hai voluto guardarlo negli occhi. Non lo avresti mai retto e ne sei consapevole. Non saresti mai riuscita a guardare il suo sguardo in quel momento. Avresti visto tutta la sua sofferenza e il disprezzo nei tuoi confronti e non saresti riuscita a tenere a bada le emozioni.

Ora però sei sola, nessuno ti sta guardando, specialmente lui, quindi ti abbandoni al dolore e ti lasci trasportare dal fiume di lacrime che scorrono copiose dai tuoi occhi.

Ti porti le mani al viso, cercando i tappare la bocca nel tentativo di trattenere i singhiozzi, mantenendo lo sguardo fisso sui sassi che impolverano le tue scarpe.

Non noti un rumore di passi avvicinarsi a te, ma ti accorgi di una presenza nel momento in cui vieni avvolta da due forti braccia e il tuo viso viene coperto da un ampio e caldo petto che si abbassa e si alza con regolarità.

Avresti voluto alzare lo sguardo, vedere il viso della persona che ti stava abbracciando, ma nel momento in cui annusi il profumi della maglia nera che la persona indossa, tutto ti diventa chiaro.
Ogni suo lineamento familiare ti diventa improvvisamente chiaro nella mente.

Ti aggrappi alla maglietta, stringendola nei pugni e nascondendo il viso nel tessuto scuro, bagnandolo delle tue lacrime.

-gliel'ho detto Yoongi, gliel'ho detto- piangi, facendo uscire quelle poche parole di bocca, sofferenti.
-lo so- dice accarezzandoti la testa con delicatezza -lo so- ripete dandoti un lieve bacio sulla testa.

Continui a singhiozzare, stringendo sempre più il ragazzo a te.

Sei così egoista. Sai che passerà molto tempo prima che Seokjin torni a parlarti e superi la cosa, ma tu. Tu starai male forse per un paio di giorni, ma poi avrai Yoongi, e stare con lui sistemerà tutto.

Ovvio, è facile così.

-ascoltami- dice Yoongi attirando la tua attenzione -io Seokjin l'ho conosciuto, anche se per poco, ma ti posso assicurare che ti vuole troppo bene per emarginarti-
Alzi la testa e lo guardi negli occhi, tirando in su con il naso, seguito da un sospiro.
Avvolgi le mani attorno al suo buso e appoggi la testa sul tuo petto, facendoti cullare dal suo respiro regolare e dal suo battito cardiaco calmo e controllato.
Socchiudi gli occhi e ti bei del momento.

-grazie- sussurri.

In risposta senti accarezzarti la testa con delicatezza. Quasi te la sfiora per quanto è delicato. Sembra come se fosse fragile e bastasse un piccolo tocco per romperla.

Ti prende poi il viso fra le mani, con altrettanta attenzione, costringendoti a incontrare il tuo sguardo con il suo.
Ti asciuga le guance con il pollice. Le lacrime finalmente avevano smesso di scendere dai tuoi occhi e il tuo respiro era tornato ad avere un ritmo regolare.

-è tardi- ti dice -ti riaccompagno a casa-
Tu gli sorridi e scuoti la testa.
-ti porto a mangiare in un posto- dici continuando a sorridere.

Il ragazzo sospira, annuendo flebilmente.
Esulti con un piccolo urletto soffocato.

Lo prendi per mano e lo trascini con te fra le luci colorate che illuminano la città di notte.

☆myself☆ #WATTYS2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora