➳capitolo 14

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Kirishima's pov

Il giorno dopo, stranamente, mi sveglio fin troppo presto. Osservo l'espressione leggermente incazzata di Kacchan.

Anche mentre dorme...

Mi ritrovo a sorridere, intenerito, e passo lentamente la mano tra i suoi capelli. Sono morbidi...

Si muove poco, avvicinando la testa alla mia mano.

Allora ti piace che ti accarezzi come un gatto.

Ridacchio lievemente e muovo le dita nella sua chioma. Dopo poco mi alzo, sospirando. Odio questa situazione...

Per la prima volta faccio tranquillamente colazione e dopo qualche minuto sento dei passi.

Appare Kacchan da dietro l'angolo, con i capelli per aria, e un faccino assonnato terribilmente adorabile.

"Buongiorno" sorrido
"Giorno" sbadiglia e mi abbraccia.

Gli unici momenti in cui sto veramente bene sono quando riparo le moto e quando sento le sue braccia possenti intorno a me.

Sorrido dolcemente e lo coccolo con una mano, mentre con l'altra tengo la tazza con il cappuccino.

Dopo poco gli avvicino un biscotto e lui lo addenta, facendomi ridere. Si stacca, fa colazione anche lui e ci prepariamo entrambi, per poi uscire e, con più calma del solito, dirigerci verso la fermata.

Entriamo a scuola e sento delle risatine odiose. È il cugino di Gary che, insieme al suo gruppetto mi stava osservando, mentre camminavo per il corridoio.

"Che cazzo vogliono uh? Non gli è bastata la lezione dell'altra volta con quello?" Ringhia Kacchan
"Posso dargliene benissimo un'altra" ghigna malefico, cosa che lo rende terribilmente sexy.

"Lasciali stare" mormoro e vado verso il mio armadietto.
"ehy rosso, che fai, ci ignori?" Mi urla Paul, che intanto continua a sghignazzare.

"Il tuo amichetto immaginario non ti ha aiutato ad avere un po' di palle?"

Come scusa?

"O forse dobbiamo chiamare un prete così ti esorcizza" continua e ridacchia
"In quel caso dovresti avere paura di me" esclamo, stanco di lasciargli dire tutte quelle cazzate.

"E cos'è questa storia dell'amico immaginario?" Chiedo.

C'entra sicuramente Monoma.

"Non fare finta di non sapere un cazzo Kirishima" mi aggredisce Paul, ed è difficile trattenere Kacchan dal pestarlo.

"Su Instagram, sulla page della scuola, qualcuno ha messo un post sulla storia con su scritto che parli da solo per la disperazione, che sei un pazzo"

Stavo immobile, e sentivo le sue parole che mi attraversavano le orecchie, come una tempesta.

"Già da tempo girano voci su di te, Kirishima, e qualcuno ti ha anche visto, effettivamente, parlare da solo" ghigna, in modo crudele.

"Chi cazzo sei in realtà uh? Chi è quello che ha picchiato mio cugino?"

Non riesco a parlare, mi sento un macigno in gola. Kacchan si tortura il labbro inferiore, con le vene gonfie sul collo e sulle braccia.

"Oh che c'è, rosso? Non vuoi dirmelo?" Mi provoca.
"C'entra un passato complicato uh? La mammina e il papino non ti stavano accanto?" Mi deride, con uno sguardo iniettato d'odio. Odio verso di me.

Che cazzo ti ho fatto io?! Io dovrei farti sentire una merda!

Qualcosa scoppia dentro di me e gli sferro un pugno, abbastanza forte, sulla mascella. Indietreggia, e tutti mi guardano scioccati.

Kacchan, Paul, i suoi amichetti.

Lo stupore di Kacchan si trasforma, quasi subito, in un ghigno fiero, mentre le persone in corridoio iniziano ad avvicinarsi.

"Che cazzo hai fatto frocetto?" Ringhia Paul, e gli sferro un altro pugno, e un altro, e un altro ancora.

Sento il sangue ribollirmi nelle vene. Sono sovrastato dall'adrenalina, dalla rabbia, dalla tristezza.

È questo quello che prova Kacchan quando mena qualcuno?

"Perché mi devi rovinare la vita uh?!" Urlo, incazzato nero, spingendolo contro gli armadietti.
"Perché devi ricattarmi? Perché devi trattarmi come se fossi un cazzo di sacco della spazzatura?!"

"Cosa ci guadagni a prendermi per il culo?! A scherzare su fatti seri?!" Ringhio, con gli occhi lucidi.

Non riesco più a controllare il miscuglio di emozioni che mi si attorcigliano nello stomaco.

"Non provare più a toccarmi o guardarmi o ti disintegro, hai capito Paul?!" Gli tiro un calcio allo stinco, e lui si accascia a terra, sofferente.

"E nemmeno tu, e tu, e nemmeno tu!" Guardo i suoi amichetti, con uno sguardo iniettato d'odio e di rabbia.

"Che cazzo ho io di diverso per meritarmi questo?" Dico con voce tremante, ormai circondato da persone terrorizzate da me.

Kacchan è rimasto a guardare la scena un po' turbato, ma sapevo che, in cuor suo, era fiero di me.

Nonostante mi stessero guardando tutti come se fossi posseduto.
Come se le loro certezze avessero trovato una risposta nel mio comportamento: sono un pazzo.

Paul si rialza, con diversi lividi sul viso, ferite, sangue che cola dal naso.

Sono un mostro...

Ma sento di essermi liberato di un peso. Vederlo così quasi mi fa piacere. Mi sento più leggero...

Ci si sente così quando si reagisce con la violenza?

Sento un ragazzo farsi spazio tra la folla e urlare: "ve lo siete meritati bastardi!"
Man mano gli si accodano altri ragazzi e ragazze, che si avvicinano minacciosi a Paul e al suo gruppetto.

Probabilmente sono tutti gli omosessuali che hanno trattato nel mio stesso modo...e non hanno avuto la forza di reagire...

Quelle sono le ragazze di cui hanno approfittato, che hanno ingannato, facendo credere loro di essere innamorati, di volerle.

Indietreggio, allontanandomi da tutto quel disordine, tremante. Mi guardo le mani, ricoperte di sangue.
Le vedo sfocate, essendo sul punto di piangere, isterico.

"Kiri, guardami" mi dice Kacchan e sollevo il viso, spaventato da me stesso. Da ciò che avevo tirato fuori.

Io non sono così...

"Hai fatto la cosa giusta...hai sbroccato e gli hai sbattuto addosso tutti i torti che ti hanno riservato" mi accarezza la guancia ma io lo scanso piano.

Non voglio essere manesco...
Lui non ha paura di me ma...i-io...

Esco dalla scuola singhiozzando, trattenendo a stento le lacrime.

Perché deve andare sempre tutto a rotoli? Perché devono sempre ricordarmi che ho passato una vita di merda? Perché devono farmi sentire uno sbaglio?

Sento una mano possente prendermi per il polso e tirarmi indietro.
Un secondo dopo mi ritrovo il petto comodo e muscoloso di Kacchan davanti.

Scoppio in un pianto isterico e lo stringo forte a me, nascondendo il viso tra i suoi pettorali.

Non m'importava se qualcuno mi avrebbe visto abbracciare il nulla.

Io ne avevo bisogno.
Ho bisogno del suo calore, di sentire quella sua voce rauca e mascolina, ho bisogno di sentire il suo tocco, le sue carezze...

Sentirlo vivo.

non scordarti di me [Kiribaku♡]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora