➳capitolo 38

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Kirishima's pov

Sento velocemente gli occhi pizzicare.
Due anni senza di lui.
E ora è qui, davanti a me, più bello di quanto ricordassi...

Il cuore mi martella così forte in petto che quasi ho paura possa uscirne fuori.

"Kiri..." Dice, sentendomi pronunciare il suo cognome, con voce incrinata.

Il tempo di fargli togliere gli occhiali da sole che mi butto addosso a lui, con le lacrime agli occhi, facendo cadere entrambi sull'asfalto.

"Amore mio..." Mormoro singhiozzando.

"O porca puttana- ma quanto pesi!?"
"U-un po'..." Rido piangendo e lo guardo.
"Oh cazzo, sei quasi il doppio di me!"
"Tutto per te..." Sorrido e mi alzo, dopo avergli lasciato un bacio a stampo, porgendogli la mano.

Non appena la afferra lo spingo verso di me, guardandolo negli occhi con ancora le guance umide, e metto l'altra mano sulla sua schiena.

"Sei tornato..." Mormoro a pochi centimetri dal suo viso, e sento che intreccia le dita con le mie, facendomi sorridere.
"Te l'avevo promesso dopotutto.."
"Mi sei mancato così tanto..." Singhiozzo lievemente.

"Però non continuare a piangere!" Mi rimprovera e mi avvolge il collo con le braccia, accarezzandomi i capelli da dietro.

Quel suo tocco mi fece pulsare ancora di più il sangue nelle vene, sentivo il battito del cuore martellare nelle orecchie, e le lacrime stare per esplodere e creare una cascata.

"Sono semplicemente...felicissimo di vederti" ridacchio lievemente, tirando su col naso, e lo avvolgo con le braccia, accarezzandogli la schiena.

"Anche io lo sono.." sorride e mi accarezza le guance con i pollici, asciugando le poche lacrime sfuggitemi dagli occhi.

"Ah e, per tua informazione, ho venduto casa, non ho più un lavoro nella mia vecchia città e...ho lasciato la palestra dove andavo, ricomincerò a fare boxe qui" dice, passando l'indice sulla mia mascella.

Lo guardo con gli occhi lucidi e faccio comparire sul volto uno dei miei più dolci e calorosi sorrisi.
"L'hai f-fatto...p-per me...?"
"Mi pare ovvio idiota" ridacchia e mi scompiglia i capelli, facendomi ridacchiare anche a me.

"Dovrai sopportarmi ogni giorno tesoro, gli scatoloni sono in macchina" mi fa pat pat sul petto e mi lascia nella mano le chiavi della macchina.

"Ah no caro, non scappi" ridacchio e, con la mano libera, gli afferro il polso, attirandolo a me, per poi baciarlo.

Ride e ricambia il bacio, mettendo le braccia intorno al mio collo.
Quel bacio, da dolce e lento, attento a riportare alla mente ogni singolo centimetro delle labbra dell'altro, si fa più bisognoso, facendo avvicinare anche i nostri corpi, e le mani passano sui tessuti che ci coprivano, quasi volendoli strappare via.

A spezzare quel ritmo rude è un sorriso che nasce spontaneo ad entrambi, finché il mio non viene sostituito da un mugolio, provocato dalla sua mano che mi palpa il pettorale.

"Ti piace...?" faccio un sorrisetto e metto una mano sulla sua natica, su quel sedere fattosi ancora più tondo e sodo nel tempo, stringendolo e facendolo riabituare al mio tocco.

"Molto-" sussulta per il mio gesto, arrossendo, mentre le sue labbra continuano ad unirsi con le mie.

Approfondisco il bacio e lo limono rudemente, fregandomene di qualsiasi persona potesse passare in quel momento e pensare che fossimo solo dei giovani pieni di ormoni e rozzi, o che ci lanciasse occhiate sbilenche perché siamo gay.

non scordarti di me [Kiribaku♡]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora