La mia casa

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14. La mia casa

Oggi, dopo quasi due mesi rimetterò piede in Honiro, non so cosa aspettarmi da questa convocazione da parte di Jacopo, ma sicuramente c'è Niccolò dietro, perché quando la scorsa settimana gli ho comunicato la mia decisione di licenziarmi dal giornale per cui lavoravo, era al settimo cielo, non gli è mai piaciuto quell'ambiente, perché ero rimasta l'unica ragazza in mezzo ad una mandria di ragazzi, peccato che fossero uno più stupido dell'altro, tanto da farmi venir voglia di presentarne qualcuno alla ex di Niccolò, così da rendere felici due teste vuote.

Però con mio grande rammarico nessuno era single, quindi non se n'è fatto nulla, comunque, ora l'unica cosa importante è vivermi appieno la mia folle storia con Niccolò, mai avrei pensato due anni fa di vivere tutto ciò che ho vissuto e che sto vivendo, ma soprattutto mai e poi mai avrei immaginato di ritrovarmi a combattere contro tutto e tutti per il mio amore per questo nano da giardino che dorme beato e tranquillo al mio fianco, a volte credo di sognare e che sta per suonare la sveglia che spezzerà l'incantesimo facendomi risvegliare a casa mia senza mai aver conosciuto veramente Niccolò. Fortunatamente non è così e lo capisco ogni volta che nel sonno mi stringe a sé, come in questo momento, accarezzo la sua mano e sento le labbra lasciarmi un leggero bacio sul collo, decisamente no, non sto sognando.

-Buongiorno amore-dice con la voce ancora assonnata

-Buongiorno a te, dormito bene?

-Da Dio, tu?

-Anche, niente incubi

-Benissimo, me merito un premio, nun credi?

-Mmh sì, dai!-dico ridendo per poi baciarlo, ma veniamo interrotti dal mio stomaco che reclama cibo, da quando vivo qui con Niccolò ho fame più del solito, non so perché, però significa che sto bene, non che avessi bisogno dello stomaco per capirlo, ma avere anche la sua conferma è importante.

-C'hai fame?-domanda premuroso

-Un po', tu no?

-Ovvio amo, che domande me fai?! Daje, vado a preparà la colazione, tu alzate con calma

-Nicco, no, falla preparare a me, tu ieri sera hai cucinato, io non ho fatto nulla, ti prego!

-Dai, la prepariamo insieme, ad una condizione

-Vuoi i pancakes?

-Sì, ti prego!-mi supplica come un bambino, peccato che non sappia che io ieri sera mentre lui ha portato Spugna a fare la sua solita passeggiata, io ho già preparato l'impasto, così da evitare stamattina grandi casini con gli ingredienti.

Ci alziamo e andiamo in cucina dove mi metto a fare i pancakes mentre Nic fa fare colazione a Spugna e prepara il caffè, oggi abbiamo deciso di farcirli solo con la Nutella, fregandocene della linea, della palestra. Come sempre, facciamo a gara per chi deve andare prima in bagno e questa volta, grazie anche alla vicina, ho vinto io e come al solito io ci metto poco, mentre lui ci impiega una vita eterna in bagno, eppure non deve truccarsi, lisciarsi i capelli, non si fa neanche tutti i giorni la "barba" anche se chiamarla così è un eufemismo, però comunque dovrebbe impiegarci poco e invece, io sono pronta e lui deve ancora vestirsi e soprattutto scegliere cosa mettersi.

Non so come mai il mio ragazzo quando deve andare in Honiro o a qualche intervista si veste decentemente, quando dobbiamo uscire con i ragazzi o solo io e lui riesce a combinare i colori peggio di Arlecchino, però ho intenzione, con l'aiuto di Anna di mettere mano al suo guardaroba e regalare i vestiti che non indossa più o che gli sono diventati piccoli o che sono orrendi, mi dispiace per chi li avrà, però magari loro sapranno abbinarli meglio di lui. Dopo un'infinità di tempo finalmente Niccolò è pronto, lasciamo Spugna a casa della dog sitter per poi andare in Honiro, dove ci stanno aspettando, Cassio ha già chiamato 3 volte per sapere dove fossimo, ma non perché siamo in ritardo, semplicemente perché i due pettegoli, lui e Mirko, vogliono godersi la scena di quando diremo del nostro ritorno insieme, e sono sicura che Cassio, stronzo com'è, ha fatto acquistare lo spumante per brindare. 

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