Lucio Dalla e l'anno che verrà.

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La mattina dopo, Ambra si svegliò di buon umore. Si versò il caffè in una tazzina, accendendosi una sigaretta. Guardò il tavolo bianco, con una macchia di caffè e cominciò a ripensare alla giornata di ieri, trasognante. Si risvegliò come in un sogno, rendendosi conto di quanto fosse cotta. Che stupida. Aveva una cotta per un uomo molto più grande, fra l'altro Presidente del Consiglio. E lei aveva flirtato con lui. Però era davvero un bellissimo uomo. L'età passava in secondo piano. Possibile che non fosse sposato? Ricordava di aver sentito di un suo divorzio. Sbloccò il telefono, decisa a fare una ricerca. Digitò Giuseppe Conte fidanzata, ma una chiamata la interruppe. Elisa. Rispose subito.

"Oh, stavi proprio aspettando la mia chiamata!" Esclamò l'amica.

"Oppure tu stavi aspettando che mi svegliassi per chiamarmi?"

"Probabile. Sono sveglia da due ore. Poi mi sono detta o la sveglio o la uccido. Sei stata una stronza a lasciarmi appesa ieri sera."

"Vuoi sapere cos'è successo o intendi continuare ad insultarmi?" Domandò Ambra, divertita, mentre faceva un tiro dalla sigaretta ridotta al filtro.

"Non ti ho certo chiamato per chiederti se volessi parlare di cosa ne pensi della morte di Mufasa."

"Continua ad essere struggente, anche anni dopo."

"Vero?" Urlò Elisa.

Risero e tornarono serie, per quanto possibile. Ambra le raccontò della giornata, a partire dall'incontro, per continuare con le continue battute, il bacio sulla mano, la sua scenata sotto la pioggia per poi finire con il gelato e l'appuntamento preso per quel pomeriggio.

Dall'altro capo del telefono, Elisa non parlava, se non per lasciarsi andare a qualche gemito o sospiro.

"Cosa ne pensi?" Concluse Ambra.

"Penso tante cose, ma più di tutte una. Tu sei proprio una stupida. Per quanto fosse razionale la tua rabbia, non puoi comportarti come una bambina con un uomo di 55 anni."

"Probabile, ma non è quello il punto." Sbuffò.

"È chiaro che siete entrambi presi. Non credo di averti mai vista così presa da qualcuno, sinceramente. Normalmente, con i ragazzi, sei molto sicura di te. Ora mi sembri quasi romantica."

"Mai nella vita mi vedrai romantica! Credo che sia perché lui è più grande di me. Reagisce diversamente a tutto. Non so come muovermi. Poi non so esattamente cosa pretende da me. Vuole una notte di svago? Ci sto."

"Non credo che il suo interesse si limiti a questo. Alla fine, voglio credere che una persona come lui possa avere tante donne. Non vedo perché buttarsi su una sconosciuta trent'anni più piccola lui, con tutto quello che ne potrebbe derivare."

"Ehi! Stai parlando di quella sconosciuta di trent'anni più piccola di lui, come se non fosse la tua migliore amica."

"Ti sto dando un'opinione oggettiva."

"Tu che gli hai puntato un dito contro l'altro giorno in università, dicendogli che non te ne fregava nulla della sua carica."

"Ti prego, non mi ricordare quel giorno. Bronzetti mi ha cazziato alla grande."

Risero nel ricordare la faccia sconvolta di Giuseppe, quando la sua amica lo aveva attaccato, accusandolo di averle quasi ucciso Ambra.

Mentre parlavano, quest'ultima guardò l'orario. Saltò in piedi, rendendosi conto che fra un'ora sarebbe passato a prenderla.

"Elisa, è tardissimo! Fammi chiudere, non ho nemmeno mangiato."

Chiuse la chiamata e si precipitò in bagno. Uscita dalla doccia, cominciò a truccarsi, pettinarsi e vestirsi. Non sapeva dove l'avrebbe portata, quindi optò per qualcosa di semplice come un paio di jeans neri e un dolcevita, anch'esso nero. Addentò il sandwich che si era fatta poco prima, quando bussarono alla porta. Ambra si bloccò in mezzo al bilocale, con una gamba alzata, mentre cercava di infilarsi lo stivaletto ed il sandwich ancora fra i denti. Si mise la scarpa e si diresse verso la porta. Quando la aprì c'era Giuseppe, ad aspettarla, con un grande sorriso.

"Oddio, pensavo di aver sbagliato di nuovo." Disse, sospirando sollevato. La sua vicina di casa, appoggiata allo stipite della porta, li guardava sbigottita.

"Perché hai bussato?"

"Come facevo ad annunciare la mia presenza dopo la porta, altrimenti?"

Senza togliere lo sguardo da lui, Ambra indicò l'interruttore, premendolo, subito dopo, rivelando l'esistenza di un campanello.

"Oh. Non l'avevo visto." Rispose lui, leggermente imbarazzato.

"Immaginavo. Abbiamo anche un telefono. Signora, non c'è nulla da vedere. Sento la sua carbonara che brucia da qui." Disse Ambra, rivolgendosi alla vicina che non si era mossa di un centimetro. Giuseppe si girò, facendole un cenno di saluto.

"Mi fai entrare?" Chiese ad Ambra.

"No, è tutto in disordine e sono pronta." Disse lei, prendendo la borsa e le chiavi, vicino alla porta e chiudendosela alle spalle.

Giuseppe alzò gli occhi al cielo. Sempre irriverente. Le toccò la schiena.

"Prego, prima lei." Disse, indicando le scale.

"Ci mancherebbe. Lei finirebbe a bussare a casa di un altro vicino." Rise e scese le scale, di corsa. Giuseppe trovò difficile starle dietro, rigido nel suo pantalone. Per l'occasione aveva evitato di mettere di nuovo la cravatta, preferendo, invece, una camicia nera. Era sicuro che Ambra lo avesse notato, dato che aveva osservato il suo pomo d'Adamo, mentre parlava, oltre ad averlo squadrato.

"Dove mi porta, Presidente?" Disse lei, aprendo la portiera, precedendolo.

"Al mare, Ambra. Andiamo a Fregene, sperando che il tempo non ci riservi qualche sorpresa, come ha fatto ieri." Rispose, facendole l'occhiolino.

Il tragitto in macchina fu tranquillo e pieno di parole. Cominciarono a scherzare su qualunque cosa, sui gusti musicali di lei, in netto contrasto con quelli di lui, finché non trovarono un accordo.

"Dalla, a tutti piace Dalla, dai." Disse lui, girandosi verso di lei, per cercare la sua approvazione, prima di rivolgere lo sguardo alla strada di fronte a lui.

"Affare fatto!" Rispose Ambra, contenta di aver trovato un giusto compromesso.

La voce aspra di Lucio riempì l'abitacolo, mentre cantava di come l'anno nuovo sarà migliore.

"Cosa ti aspetti dal 2020?" Chiese Ambra, cogliendolo di sorpresa.

"Non so, - rispose lui, dubbioso – sicuramente un po' di tranquillità. La situazione in Italia è stata abbastanza particolare quest'anno." Si ricordò della sfiducia data al suo governo.

"Non ti ho chiesto cosa ti aspetti dal governo, nel nuovo anno. Ti ho chiesto cosa ti aspetti tu, Giuseppe Conte, dall'anno che verrà."

Lui spostò lo sguardo su di lei e fece spallucce.

"Non so risponderti. Fammi questa domanda fra qualche settimana. Avrò le idee chiare."

Ambra sorrise. Fra qualche settimana. Aveva intenzione di rivederla ancora. Si girò verso il finestrino, mentre Lucio Dalla continuava a cantare.

Vi ho lasciato un piccolo indizio su un drama che ci sarà fra parecchi capitoli. L'avete notato?😈 Comunque volevo ringraziarvi di cuore per tutti i messaggi, commenti e voti. Vi adoro❤️

Ma la foto del presidente?🥺
Vi faccio vedere una foto che mi hanno mandato, la barba è photoshoppata, però 😍🥺

Ma la foto del presidente?🥺Vi faccio vedere una foto che mi hanno mandato, la barba è photoshoppata, però 😍🥺

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Alla fine, vince chi si spoglia per primo. // GIUSEPPE CONTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora