Vestiti di laurea, Carlo e gossip.

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Roma, 11 Luglio 2020

"Devo aspettare ancora a lungo?" Gridò Giuseppe, mentre beveva un sorso di vino dal suo calice.
"Minchia zio, sei una rottura." Rispose Ambra, dalla stanza. Quel pomeriggio era andata a fare shopping e aveva trovato, finalmente, quello che si sarebbe messa il lunedì successivo, il giorno della laurea e aveva anche deciso di farglielo vedere. Giuseppe alzò gli occhi al cielo, e si avvicinò alla finestra, sbottonandosi la camicia. Era un pomeriggio afoso e cercava uno soffio di vento, per avere sollievo. Guardò la strada trafficata, le persone a spasso che, dal quarto piano, sembravano quasi minuscole.
"Sei pronto?" Chiese, la voce della ragazza.
"Vai." Lei uscì dalla stanza e a Giuseppe mancò il respiro, per un attimo. Era bellissima. Posò il calice sulla finestra e si avvicinò a lei, mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni.
Aveva un pantalone chiaro che le fasciava le gambe perfettamente, accentuando le sue bellissime forme ed un top rosa antico che le lasciava scoperto parte del petto, in maniera per nulla volgare. Una giacca, coordinata al pantalone, le dava un aspetto più formale.
"Cosa ne pensi?" Domandò, allargando le braccia e facendo una goffa piroetta sul posto. Lui la raggiunse, prendendola per i fianchi.
"Sei bellissima, bellissima e bellissima." Disse, baciandole la punta del naso. Abbassò lo sguardo, allontanandosi leggermente, senza lasciarle il bacino. Era estasiato da quella visione.
"Lo pensi davvero?" Luì annuí, stringendo le labbra, in un sorriso che gli fece spuntare le fossette sulle guance.
"Sei bellissima. Ho già detto che sei bellissima, vero?" Mormorò, la voce roca per l'eccitazione che sentiva crescere in lui. "Però ora devi toglierli." Ambra lo guardò interrogativa.
"Perché?"
"Perché se sarò io a spogliarti, strapperei qualcosa." Sussurrò, alzando il viso, per guardarla negli occhi, con i suoi lucidi per l'eccitazione.
Ambra rise e si staccò dalla sua presa.
"Non ci provi, Presidente." Disse, allontanandosi di qualche passo, senza smettere di guardarlo. Si tolse la giacca, appoggiandola con cura su un mobile là vicino. Giuseppe la squadrò e si leccó le labbra, muovendosi verso di lei. Le toccò il braccio, ma lei sfuggì ancora una volta, ridendo.
"Vuole giocare con me, signorina?" Mormorò, seguendola mentre si spostava per il salone. Ambra sorrise, beffarda.
"Ho già cominciato, signore." Sussurrò. Giuseppe sentiva la sua erezione premere, dolorosa, contro il tessuto dei pantaloni. Si avvicinò lentamente alla ragazza, la quale rideva. Scattò verso di lei e quella cercò di correre, ma la mano dell'uomo la bloccò per il braccio. Urlò, vittorioso, avvicinandola a sè. Le prese il viso e la baciò ardentemente. Quando si staccò posò la fronte sulla sua, guardandola negli occhi.
"Ora, o ti togli questi vestiti o te li strappo io da dosso. A te la scelta." Disse, sorridendo malizioso. Ambra si allontanò ancora e si sfilò, sotto lo sguardo attento e lussurioso dell'uomo il top, e cominciò a sbottonarsi il pantalone. Giuseppe deglutì, spostando lo sguardo su tutto il corpo della ragazza, cercando di non perdersi alcun dettaglio. Ambra si chinò per abbassarsi i pantaloni e gettarli insieme al top sul divano. Aprí le braccia per mostrarsi seminuda, con solo l'intimo addosso, all'uomo che la guardava, eccitato.
"Tutto." Mormorò, la voce arrochita per il desiderio. Ambra alzò un sopracciglio, ma non obiettò, staccando, con un gesto, il reggiseno e lasciandolo cadere. Giuseppe deglutì e le guardò gli slip, insistentemente, avvicinandosi a lei. Ambra sbuffò.
"Tu mi sembri troppo vestito." Disse, indicandolo.
"Taci. Spogliati." La ragazza alzò gli occhi al cielo e portò le mani sull'elastico degli slip, giocando per un po' prima di abbassarli del tutto. Giuseppe era ormai davanti a lei e la sfiorava, con la punta delle dita, provocandole dei brividi di piacere. Il suo petto si alzava e si abbassava velocemente e il suo membro spingeva, chiedendo di essere liberato. Ambra posò le mani sul suo petto, sfilandogli la camicia che si era già sbottonato precedentemente, facendola scorrere sulle sue braccia poderose. Lui la attirò a sé, chinando la testa su di lei, per baciarle la spalla, a più riprese, lasciando baci umidi, mentre con la mano che non la avvolgeva le toccava il seno, stuzzicandolo.
Ambra inspirò rumorosamente ed abbassò la mano lungo il suo petto, fino al cavallo dei pantaloni. Lo sfiorò, facendolo gemere, e prese a sbottonarglieli, tirando giù la zip. Infilò le dita sottili fra il tessuto ed il suo bacino, per toglierli, ma lui, con un gesto rapido posò entrambe le mani sul suo fondoschiena e la tirò su. Ambra, in un gesto istintivo avvolse le gambe su di lui.
"Non ancora." Mormorò e le diede un morso sulla clavicola, facendola gemere per il dolore che si mischiava piacevolmente con il piacere che provava. Si mosse e la depositò sul tavolo, vicino alla grande finestra. Fece un passo indietro e sorrise malizioso, guardandola eccitata e vogliosa di lui, del suo contatto. Si sfilò i pantaloni ed i boxer, in un unico gesto e si avvicinò a lei. Le sfiorò l'intimità, trovandola già pronta ad accoglierlo. Le prese le gambe, posandole sulle sue spalle e, senza darle tempo di replicare, la penetrò completamente in un gesto secco. Ambra gemette rumorosamente e si aggrappò al suo braccio. Guardò Giuseppe, che aveva la testa reclinata all'indietro, la bocca semiaperta. Lui la abbassò e la guardò, continuando a muoversi dentro di lei. Si mossero insieme, per quanto fosse consentito alla ragazza, in quella posizione, gemendo e chiamandosi con foga. Lei venne, in uno spasmo di piacere e lui sorrise, quando la sentì contrarsi su di lui per poi rilassarsi. Si chinò per baciarla, senza fermarsi e con le labbra ancora incollate fra di loro venne anche lui, accompagnando il suo orgasmo con versi gutturali. Posò la testa sul petto di Ambra, il quale lo accolse ancora scioccata per l'orgasmo travolgente di poco prima. Lui alzò lo sguardo su di lei, guardandola soddisfatto. La ragazza gli accarezzò il viso e Giuseppe si voltò leggermente, per lasciarle un bacio sul palmo della mano.
"Amore mio." Mormorò. Ambra lo fissò impietrita.
"Cosa hai detto?" Lui sorrise, ma non rispose, posando nuovamente la testa su di lei.
La ragazza guardò la massa di capelli dell'uomo su di lei e sospirò, decisa a far finta di nulla.

Alla fine, vince chi si spoglia per primo. // GIUSEPPE CONTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora