Quattro tipi di amore.

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"A cosa brindiamo, questa volta?" Chiese Ambra, sollevando il bicchiere verso di lui. Giuseppe ci pensò su, mentre la guardava negli occhi.

"Alla cicatrice rimarginata." Ambra rise.

"Mi sembra un buon motivo."

"C'è sempre un buon motivo per brindare." I due calici si scontrarono.

L'aveva portata in un piccolo ristorantino poco fuori Roma. Veniva lì ogni volta che poteva, sia per la cucina, che per la lunga amicizia che aveva con il proprietario che, in quell'occasione, gli aveva garantito una cena lontano da sguardi indiscreti. Giuseppe si portò il bicchiere alle labbra, continuando a guardarla. Per l'occasione si era messa un vestito nero che le arrivava poco più in alto delle ginocchia, sfidando le basse temperature di inizio Novembre. Si era messa un rossetto rosso sulle labbra che lo portava a guardargliele sempre. Nel vederla era rimasto senza fiato. Si era dovuto ricomporre, per non farglielo notare. Voleva continuare a giocare a quell'insulsa partita che lei aveva cominciato, quando gli aveva chiesto di rimanere soltanto amici. L'aveva volutamente provocata quella mattina, nel parcheggio dell'ospedale, per vedere se fosse ancora presa da lui. E ne aveva avuto la conferma.

"A cosa pensa, Presidente?" Chiese la protagonista dei suoi pensieri, interrompendoli. Lo guardava sorridendo, con il mento appoggiato sul palmo della mano. Si divertiva nel chiamarlo con la sua carica, canzonandolo, mentre gli dava del lei, formalità che sin dall'inizio aveva ignorato, usandola solo a scopo provocatorio. E lui lo sapeva.

"A nulla, Ambra." Rispose, eludendo la domanda. Ambra inclinò la testa leggermente, i capelli corti le sfiorarono il braccio nudo. Fece spallucce.

"Comunque, volevo parlarti di una questione. O meglio, speravo lo facessi tu." Giuseppe alzò le sopracciglia, sorridendo. Aveva notato il tono con cui aveva parlato. Stava per chiederle qualcosa di particolare. Le fece cenno di parlare.

"Hai parlato alla tua compagna di me?" L'uomo rimase impassibile, guardando dritto di fronte a sé, mentre beveva un altro sorso.

"Olivia non è più la mia compagna." Rispose solamente, ma lo sguardo della ragazza lo esortò a continuare. "Sì, ho parlato a lei di te. Sono stato completamente sincero."

"E come l'ha presa?"

"Stranamente bene. Mi ha solo lanciato addosso qualunque cosa le capitasse sotto tiro, ma per il resto penso che l'abbia presa serenamente."

Ambra lo guardò torvo, lo sguardo leggermente preoccupato. Giuseppe sbuffò.

"Ambra."

"Giuseppe." Rispose lei, leggermente interrogativa.

"Non ti preoccupare di Olivia. Dopo che ha finito il repertorio di oggetti di poco valore, abbiamo parlato come due adulti. E ha riconosciuto che la storia, in realtà, era finita da tempo. Solo che lei non lo accettava." Ambra annuì, poco convinta, ma decise di cambiare argomento.

"Ho trovato un relatore per la tesi." Annunciò, contenta.

"Interessante. Lo conosco?"

"Non so, è il professore Elia." Giuseppe rise.

"Lo conosco. Un osso duro, mi raccomando." Ambra incrociò le spalle.

"Ho fatto un esame con lui. E si dà il caso che abbia una media eccellente."

"Al mio esame, anni fa, sei stata bocciata." Rettificò lui. Che stronzo, pensò.

"Sono venuta impreparata."

"Non sa che è una mancanza di rispetto nei confronti del professore, dare un esame senza sapere nulla?"

"Non se ci vai per ammirare il professore in questione." Disse, con tono malizioso. Giuseppe si strozzò con il vino.

"Ah, sì?" Ambra annuì, continuando a fissarlo negli occhi. Lo prendeva in giro.

"Buono a sapersi, non mi sono mai curato delle impressioni che davo ai miei studenti." Fece spallucce, deciso ad ignorare le sue provocazioni.

"È un bene che sia diventato Premier, allora." Lui la guardò, un leggero sorriso sul volto.

"Forse sì." Alludendo, silenziosamente al loro incontro.

"Sei mai stata innamorata, Ambra?" Una domanda a bruciapelo che la scosse. Stavano passeggiando per le vie, per raggiungere la macchina. Fumavano una sigaretta.

"Sì. Ma preferisco non parlarne." Disse. Lui annuì, comprensivo. "Tu?"

"Sono stato sposato."

"Non vuol dire nulla." Lui la guardò e fece un tiro.

"Sì, sono stato innamorato. Di tante persone, a dir la verità."

"Ovvero?"

"Sono stato innamorato di Giulia, la mia prima ragazza, ai tempi del liceo. Sono stato innamorato di Valentina, la mia ex-moglie. Sono stato innamorato di Olivia. Sono ancora innamorato di mio figlio. Quattro persone diverse, con quattro tipi di amore, ognuno diverso dall'altro. Giulia era un amore adolescenziale. Valentina un amore vero, ai tempi. Ci siamo conosciuti durante l'università e di lei mi colpì la sua irruenza. Sarebbe stata un ottimo avvocato e già lo sapevo. Ai tempi pensavo che saremmo stati insieme per sempre. Ma alla fine è finita, ed ero troppo occupato per accorgermene. – Fece spallucce, il tono leggermente amaro. – Olivia, invece, è stato un amore particolare. Diciamo che si è trovata al momento sbagliato, ma lo ha fatto diventare giusto. È per questo che mi sono innamorato di lei, forse. Mentre Niccolò, forse, è stato e continua ad essere l'amore della mia vita." Gettò la sigaretta in un bidone lì vicino.

"Lui mi ha tradita." Disse Ambra. Giuseppe si voltò verso di lei. Si stringeva alla giacca che lui le aveva dato, guardando un punto indefinito davanti a sé.

"Mi dispiace."

"Succede. Ai tempi pensavo anche io che saremmo rimasti insieme per sempre. Così non è stato, ma alla fine va bene così." Fece una pausa. "Questo è il motivo per cui me la sono presa così tanto con te, la scorsa volta." Lui annuì, grave e lei continuò.

"Ho dato il tuo esame il giorno dopo averlo scoperto a tradirmi. Per questo sono stata bocciata. Piansi di fronte al tuo assistente che, poverino, non sapeva dove mettere la faccia." Sussurrò, fermandosi di fronte alla macchina. Gli occhi si intristirono, mentre ricordava quanto male le avesse fatto quell'avvenimento.

Alzò gli occhi su di lui, che allargò le braccia. Lei scosse la testa, rifiutando. Ma Giuseppe se ne fregò e si avvicinò a lei, cingendola in un abbraccio, posandole delicatamente una mano fra i capelli.

Ambra appoggiò la guancia sul tessuto morbido della sua camicia. Sentiva il suo cuore battere.

"Non pensare che piangerò fra le sue braccia. Questo non accadrà mai." Disse, con la voce leggermente roca.

"Non ci sarebbe nulla di male." Posò un bacio sui capelli di lei.

"Lo so, ma non voglio." Lui annuì.

Ora capiva perché lei fosse così cauta. Gli faceva rabbia pensare al fatto che qualcuno potesse lasciarsi scappare una persona come Ambra. La strinse più forte a sé, incurante delle sue lamentele che scoppiarono in un risolino, mentre ricambiava la stretta. Sorrise e ringraziò il fatto che si fosse aperta con lui, ogni giorno sempre di più.


Comunque siete proprio maliziose eheh
Avete tutte pensato a male, nello scorso capitolo, con la parola rigido😂

Comunque siamo arrivati a 3k letture e niente, sono commossa🥺

Alla fine, vince chi si spoglia per primo. // GIUSEPPE CONTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora