Ambra e Giuseppe.

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La foto con la pera che avevo promesso a Denisa_Turica

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La foto con la pera che avevo promesso a Denisa_Turica

"Accomodati, nel frattempo." Mormorò Giuseppe, indicandole la sedia di fronte alla sua scrivania. Ambra si sedette, posando la borsa sulle gambe. L'uomo fece il giro e raggiunse la sua postazione. Spense il monitor del pc e a passi lenti si diresse verso la seconda sedia, al suo fianco. Si sbottonò l'unico bottone della giacca, mentre si sedeva ed accavallò le gambe, sospirando. Guardò la ragazza davanti a lui, mentre osservava nervosa il suo ufficio.

"Sembra diverso dall'ultima volta." Sussurrò, guardandosi attorno. Lui sorrise lievemente, appoggiandosi allo schienale.

"Ho fatto qualche modifica."

"C'era un quadro là sopra." Disse, indicando un punto sul muro spoglio. Aggrottò le sopracciglia, divertito.

"Hai una buona memoria." Ambra annuì. "Si è rotto." Rispose, solamente. In un gesto involontario si prese la mano destra, ricordandosi di come fosse stato lui stesso a distruggerlo, qualche giorno prima. La ragazza seguì attentamente quel gesto, senza proferire parola.

"Volevo ringraziarti per il regalo. L'ho apprezzato molto."

"Mi fa piacere che tu me l'abbia detto." Ambra si voltò verso di lui, notando amarezza nella sua voce.

"Mi dispiace non essermi fatta sentire. Io... ero ancora sopraffatta." La sua, invece, era flebile. Giuseppe scosse la testa, malinconico.

"Pensavo fossi tornata a casa."

"Torno l'ultima settimana di Agosto." Disse, velocemente, come a volersi giustificare. L'uomo annuì, facendo cadere un silenzio imbarazzato.

"Ti serviva qualcosa?" Chiese, interrompendolo. Ambra rimase interdetta, per qualche secondo. Non era sicura di cosa si aspettasse, ma quell'atteggiamento quasi indifferente dell'uomo la frenò, portandola a balbettare le frasi successive.

"Io, a dir la verità, no. Avevo letto l'articolo." Deglutì, guardandolo mentre si passava una mano sul viso. "L'articolo sulla rottura fra te ed Olivia. Gliel'hai chiesto tu?" L'uomo la guardò, con un'espressione indecifrabile.

"Sì. Dovevo mettere la parola fine a quella storia. Dovevo farlo già molto tempo fa."

"Sono contenta." Mormorò. Giuseppe annuì, cominciando a chinare la testa da un lato all'altro, con gli occhi leggermente socchiusi.

Quando avevano cominciato ad essere così imbarazzanti i silenzi fra di loro, quando aveva cominciato ad essere così innaturale l'essere l'uno di fronte all'altro, incapaci di toccarsi e sfiorarsi? Ambra schiuse le labbra, senza smettere di guardarlo. Si sentiva umiliata dalla sua indifferenza, dal suo sguardo freddo. Come poteva essere lo stesso uomo che la guardava speranzoso, una settimana fa, di fronte alla sua Università? Lo stesso che le sussurrava il suo desiderio di baciarla lì, di fronte a tutte quelle persone, la sua famiglia compresa. Strinse le labbra, distogliendo lo sguardo e, concentrandosi, invece, su quello che stava sulla sua scrivania. Vide molti fogli, alcuni scritti a mano, altri stampati, quasi tutti riportanti la sua firma, in basso. Delle cornici per foto le davano le spalle, nascondendo ai suoi occhi ciò che ritraevano. Senza rendersene conto, allungò la mano, verso quella meno evidente, parzialmente nascosta dal monitor. Giuseppe si voltò di scatto verso di lei e seguì il suo movimento, guardandola mentre con due dita, voltava la cornice. Sorrise dolcemente, quando notò cosa era ritratta.

Alla fine, vince chi si spoglia per primo. // GIUSEPPE CONTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora