"Ti aspetto."

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"Non rimani?" Sussurrò Ambra. Lui le sorrise dolcemente, accarezzandole il viso. Era dispiaciuto.

"Mi trovavo di passaggio. Domani devo essere a Roma." Mai come in quel momento gli pesava il suo lavoro. Dopo il bacio davanti a quel bar, avevano deciso di spostarsi, di comune accordo con Elisa che, invece, era tornata a casa. In quel momento si trovavano davanti al suo portone d'ingresso, per salutarsi.

"Grazie." Ambra sorrise, abbracciandolo. Quanto le era mancato e quanto si sentiva felice. Lui ricambiò la stretta, depositando un bacio sui suoi capelli. Lei alzò lo sguardo, guardandolo e Giuseppe sorrise, scostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Lei tremò. Quel gesto innocente le aveva provocato dei brividi.

"Hai freddo?" Chiese lui, stringendola più vicino.

"No, tutt'altro." Infatti, si sentiva accaldata. Lui sorrise malizioso, avvicinando il bacino al suo ventre, facendole sentire il rigonfiamento sui pantaloni. Lei rise.

"Presidente, le sembra il caso?" Lui sorrise e si abbassò a lasciarle un bacio sull'incavo del collo, poco sotto l'orecchio.

"Non sai quanto vorrei rimanere." Le mormorò, continuando a baciarle la pelle.

"Non sai quanto vorrei che tu rimanessi." Giuseppe sospirò, allontanandosi dalla ragazza. Sentiva lo sguardo curioso del suo autista bruciargli addosso.

"Devo andare, Ambra."

"Lo so."

"Buon Natale." Sorrise.

"Buon Natale, Presidente."

Le prese la mano, baciandola. Ambra lo afferrò per il colletto, avvicinandolo a sé per un ultimo bacio. Quando si staccarono, Giuseppe sorrideva. Si sentiva felice. Si allontanò, senza smettere di guardarla, lasciandole delicatamente la mano.

"Torna presto." Disse, continuando a guardarla, prima di sorridere ancora di più, se possibile ed entrare in macchina.

Entrò in casa silenziosamente. I suoi genitori dormivano. In quel momento voleva essere a Roma, nel suo appartamento, con lui al suo fianco. Si buttò sul letto e prese il telefono, trovando già un messaggio.

'Prima non mi hai detto cos'è che ti aspettavi tu, invece, dall'anno che verrà.' Ambra sorrise.

'Te lo dirò quando ci vedremo.'

'Allora torna presto. Ti aspetto.'

Ti aspetto. In quel momento, quelle due parole, le sembrarono la promessa più bella del mondo.

"Hai tutto?" Le chiese la madre, controllando di nuovo la valigia.

"Sì, mamma. Non ti preoccupare." Ambra sorrise, guardando i suoi genitori. Dieci giorni erano passati velocemente da quanto era tornata e, nonostante la voglia di tornare a Roma fosse molta, per ovvi motivi, lasciare casa sua le lasciava sempre un senso di malinconia. "Mi mancherete moltissimo. Venitemi a trovare presto." Disse, abbracciando i suoi genitori.

Entrambi annuirono, lanciandole baci e raccomandazioni mentre la guardavano entrare nel treno che l'avrebbe portata a Roma, a casa, da Giuseppe.

Elisa la raggiunse, sedendosi al suo fianco.

"È sempre brutto lasciarli." Mormorò, guardando anche lei i suoi genitori che la salutavano dalla banchina mentre il treno partiva. Ambra annuì mestamente.

Ben presto cercarono di scacciare la malinconia che le partenze provocavano, guardando film, ascoltando musica ed importunando decisamente qualche persona con il loro chiasso.

"Sa che oggi torni, vero?" Chiese Elisa, spintonandola leggermente, sbirciando il messaggio che stava scrivendo a Giuseppe.

"Sì, ma per quell'ora sarà in riunione. Ci vedremo stasera." Ambra le sorrise maliziosa.

"Allora stasera sarà la sera." Disse, dandole qualche colpetto sul braccio, nel disastroso tentativo di farle capire che alludeva ad altro.

"Smettila di fare allusioni alla mia vita sessuale. Hai avvisato Leo, piuttosto? – Guardò l'orario. – Fra mezz'ora siamo a Roma e quel ragazzo è già ritardatario di suo."

"Tranquilla, l'ho già avvisato. Gli ho detto che arriviamo fra cinque minuti. In questo modo dovrebbe essere in tempo per il nostro arrivo." Ambra alzò gli occhi al cielo.

Il treno, per fortuna, fece ritardo di dieci minuti, permettendo al ragazzo di essere in orario per l'arrivo delle ragazze. Quando scesero dal mezzo, fu lui ad accoglierle con un abbraccio.

"Ben tornate!" Esclamò, scompigliando i capelli delle due che, ovviamente, si lamentarono. Leo, incurante di ciò, si mise in mezzo a loro, mettendo entrambe le braccia sulle spalle delle ragazze. "Roma vi aspettava impazientemente e domani è il 31 Dicembre, quindi anche una bella, bellissima, stupenda serata vi aspetta." Mentre si dirigevano verso la macchina, con il loro set di valigie, una mano toccò la spalla di Ambra, facendola girare di scatto. Un uomo massiccio, con un pizzetto e occhiali da sole si trovava di fronte a lei. Le sembrava familiare.

"Signorina Arcieri?" I suoi amici si bloccarono, incuriositi e sospettosi.

"Sì, sono io."

"Mi può seguire, per favore?" L'uomo stava sudando vistosamente, in imbarazzo.

"No." Rispose Ambra, girandosi dall'altro lato, decisa ad ignorarlo.

"Signorina, per favore. La stanno aspettando in macchina e lui ha fretta." Supplicò l'uomo. Ambra si voltò di scatto e guardò bene l'uomo. Quello annuì, indicando un auto blu a pochi metri di distanza. La ragazza sorrise, sentendo il cuore batterle più forte. Si girò verso gli amici che la guardavano ancora confusi.

"Ragazzi, devo andare." Disse, prendendo la valigia e dirigendosi a passo svelto verso l'auto, seguita a ruota dall'omone.

"Ambra, sei sicura?" Urlò Leo. Lei non si voltò nemmeno, mentre lo rassicurava. Aprì la portiera della macchina e si fiondò fra le braccia dell'uomo che la stava aspettando da ormai troppo tempo.

Giuseppe la strinse a sé, sorpreso da quel gesto, ma anche lui felice di averla finalmente con sé.

"Pensavo fossi impegnato." Esclamò lei, l'eccitazione ben presente.

"Sono riuscito a finire prima. Volevo vederti." Disse lui, sorridendo, posandole un bacio sulle labbra che lei ricambiò con foga. "Bentornata, Ambra. Mi sei mancata."

"Anche tu." Rise lei, baciandogli ogni centimetro del viso, mentre lui sorrideva.

L'affetto che ho ricevuto per lo scorso capitolo mi ha commosso. Vi adoro troppo.❤️

Alla fine, vince chi si spoglia per primo. // GIUSEPPE CONTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora