PICCOLA PREMESSA: LEGGETEMI.
Ho scritto questo capitolo fra le lacrime, per un semplice motivo: è praticamente la lettera che ho scritto al mio ex, poco dopo esserci lasciati. Trattatemela bene.❤️
Ah, piccolo p.s. È la prima volta che scrivo dal punto di vista di Ambra, nell'io narratore, non in terza persona, al tempo presente.Roma, 13 Luglio 2020, 02:54
Mi sveglio.
È ancora notte.
Ho passato tutta la giornata ad organizzare le cose per la laurea, per poi tornare a casa e attaccarmi a quella bottiglia di vino.
Mi giro, ma lui non è con me.
È rimasto solo il suo profumo su quel cuscino.
Fa caldo, mi sento soffocare.
Mi libero dalle lenzuola.
Perché non è qui con me?
Perché ci siamo urlati addosso tutto quel dolore, quella rabbia?
Perché non è tornato? A piangere il suo dolore, a chiedermi perdono.
Prendo il pacco di sigarette sul comodino e ne accendo una.
Il fumo addolcisce il mio dolore. O lo rende più amaro. Non lo so.
Sento la testa girare. L'effetto del vino non è ancora svanito.
Perché mi sono lasciata toccare il cuore da una persona come lui?
Perché gli ho permesso di entrare nella mia quotidianità?
Perché l'ho fissato mentre sorrideva, mentre mi apriva una bottiglia di vino, mentre lo versava nel mio bicchiere, mentre mi faceva godere, mentre mi toccava il viso, mentre io mi innamoravo?
Perché non è qui con me, mi ripeto, torturandomi.
Perché crede che sia così facile uscire dalla mia vita, come se bastasse una porta chiusa a dimenticarmi del bene che mi ha fatto?
Dovrebbe essere qui, ad abbracciarmi finché il dolore non scompare.
Sorrido amaramente.
È ironico come sia lui la causa e la cura per il mio dolore.
Lo voglio qui o lo voglio fuori dalla mia testa, dai miei ricordi.
Lo odio. Lo odio perché ha permesso di farmi innamorare di lui.
Ma perché non gliel'ho detto, quando me l'ha chiesto.
Mi alzo.
Il pavimento è freddo, irradia un fresco piacevole lungo il mio corpo.
Guardo il telefono sul mio comodino.
Lo chiamo?
Si fottano i troppi pensieri.
Sono ancora troppo ubriaca per pensarci più di una volta.
Lo chiamo.
Uno squillo, poi una voce.
Mi muore il fiato in gola.
"Ambra?" La sua voce mi sembra così lontana, anche se la sento chiara e forte nel mio orecchio.
Chiudo gli occhi.
Lui ripete il mio nome, più preoccupato.
"Giuseppe." Biascico.
Un sospiro.
"Sei ubriaca?"
"Sì."
"Posso venire?" La sua voce sembra davvero preoccupata.
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Alla fine, vince chi si spoglia per primo. // GIUSEPPE CONTE
RomanceStoria che vuole un po' cavalcare l'onda, senza offendere in nessun modo il Premier. Tutta la storia è ispirata alla canzone di Postino, "Ambra era nuda", di cui vi consiglio l'ascolto. Preparatevi a piangere. Vi voglio bene. Ambra, 25 anni. Stude...