La vigilia della vigilia di Natale.

1.5K 80 17
                                    

"Mi spieghi ancora una volta perché l'ho fatto entrare." Giuseppe stava guardando il ragazzo che si aggirava per il suo ufficio, guardandosi attorno e toccando decisamente troppe cose.

"Perché ho detto alla tua assistente che ti dovevo parlare di una questione urgente e quando ti ho nominato Ambra, mi hai fatto salire in un batter d'occhio." Leo prese una stilografica dalla scrivania del Presidente e cominciò a rigirarsela fra le dita. Giuseppe, spazientito, gliela sfilò dalle mani.

"Questo lo so. Ma è qui da cinque minuti e non mi sembra mi abbia detto nulla."

"Stavo arrivando al punto, Presidente." Disse Leo, guardandolo dritto negli occhi. Riprese la penna dalla mano dell'uomo e si sedette a peso morto sulla sedia di fronte alla scrivania. Giuseppe sospirò. Il giorno dopo era la Vigilia di Natale, era pomeriggio inoltrato e aveva promesso a suo figlio di andare a fare delle compere per il 25. "Ambra ha pianto." Il Premier lo guardò, interdetto.

"Sta male? Le è successo qualcosa?" Chiese, cercando di non mostrarsi troppo preoccupato. Si sedette con calma, anche lui, di fronte al ragazzo che, nel frattempo, incurante della persona con cui stesse parlando e del luogo, si stava dondolando sulla sedia.

"Sì. Si è innamorata. E di lei." Disse, puntandogli la penna contro. Giuseppe deglutì.

"Io e Ambra abbiamo già chiarito questa situazione. Non vedo come questi siano affari che la riguardano."

"Io penso che invece non abbiate chiarito un bel niente."

"Siamo solo amici." Il tono di Giuseppe era amaro. "E ora, se non le dispiace, la inviterei ad uscire. Ho delle questioni urgenti da svolgere e non posso perdere tempo con lei." Continuò, alzandosi ed invitando il ragazzo a fare lo stesso, ma quello non si mosse.

"Io penso, anzi, io ed Elisa pensiamo... conosci Elisa, vero? – Chiese Leo, continuando a giocare con la stilografica. Fece spallucce e continuò. – Io ed Elisa pensiamo che anche tu provi qualcosa per lei, ma per qualche motivo, non vuole ammetterlo a sé stesso." Giuseppe cominciò ad innervosirsi ed affiancò il ragazzo.

"Io, nei confronti di Ambra, provo solo un affetto che si limita all'amicizia. Ora, per favore, se ne vada."

"Non penso si limiti a questo. Anzi, penso che tu sia molto preso dalla mia amica, ma ha deciso di rifugiarsi dentro la zona confortevole dell'amicizia." Disse solamente, alzandosi e dirigendosi verso la porta.

"E cosa glielo fa credere?" Chiese Giuseppe, fermandolo all'ingresso. Leo sorrise, i ricci gli solleticarono la fronte.

"Il fatto che era già pronto ad uscire, - Indicò il cappotto, appoggiato sulla sedia - ma quando le hanno detto che ero un amico di Ambra mi ha fatto salire, senza ulteriori indugi. Un amico non lo fa. Buon Natale, Presidente." Disse, girandosi per uscire.

"Buon Natale." Mormorò, guardando il ragazzo uscire. Si abbandonò sulla sedia, pieno di pensieri nuovi, guardando dalle grandi vetrate Roma illuminata dalle luminarie natalizie.

Un capitolo cortissimissimo, ma era importante raccontare questa scena. Pazientatee❤️

Alla fine, vince chi si spoglia per primo. // GIUSEPPE CONTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora