l'arte del saper pensare.(1)

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Restare fermo,immobile e zitto per cinque ore per me e' impossibile.

Il verbo proprio mi da fastidio e anche il suo significato oramai scontato.

"Resta."
la prima volta e l'ultima che lo dissi, avevo cinque anni  e lo dissi a mio padre. Quel giorno aveva promesso, una promessa non mantenuta.
Non so, se essere piu' incazzato con lui o con Dio.
Da quel giorno in poi, non credo piu' in quel verbo.

Torno in me, chiudo gli occhi e li riapro subito come per svegliarmi.

Ora Filosofia, probabilmente l'unica materia che mi interessa.

"Buongiorno ragazzi, come state? Spero bene. Oggi inziamo una materia nuova. Sono contenta di esserci ancora per voi.

Oggi inizieremo un po' a parlare e discutere tra noi."- dice la Miss. contenta.

E' giovane ma non tanto, la definirei una donna, quella vera.

Molte volte mi ha trovato a fumare "maria" nel bagno della scuola dopo finite le lezioni, l'anno scorso.

Non mi ha mai mandato dalla preside,mai.

Mi chiedo se prova "pietà" verso di me e per quello che mi e' successo.
Sbaglia perche' l'unica cosa che non vorrei e' proprio questo, essere trattato diversante e ricevere in un regalo la via piu' semplice. Anche se sarei in grado di perdermi anche in quella. La Miss. parla un po' di tutto, ma poi mi indica.

"Simone, cosa ti fa pensare la parola 'filosofia'?"-mi chiede la Miss.

Mi guardo intorno, molti mi guardano e sorridono sicuri che tra qualche istante diro' una cazzata.
Sbagliano, perche' l'unica cosa che non voglio e' essere scontato, non voglio essere pagine di un libro gia' lette.
Diro' la cosa giusta.

"Secondo me Miss. e' l'arte del saper pensare."-rispondo sicuro.

"Cioe'? Spiega la tua tesi."

"Tutti loro, quelli là ,insomma sanno usare l'arte del pensare. Ci rifletta. Noi essere umani, noi comuni mortali, a quante cose pensiamo in un giorno? Molte. E queste cose essendo tante riusciamo a pensarle tutte? In un modo esatto? No. Perche' noi, siamo fatti cosi, essere mortali che non sanno pensare ad una cosa, eppure ci vantiamo di questa dote, sempre. Ma in realta' non pensiamo alle cose, ma le intravediamo nelle nostre menti. E loro invece, questi qua, sanno pensare a una cosa sola e si concetrano su di essa. Non le pare folle? "-le chiedo dopo aver fatto il mio lungo discorso da secchione.

La Miss, pare interessata e molto colpita.

Missione riuscita.

"No, non pare folle. Anche noi esseri mortali pensiamo ad una cosa,sola. E' vero, non sempre.  Noi pensiamo ad una cosa sola, in uno strano periodo della nostra vita, in cui si e' sempre felici e si ha anche paura. Quando si e' piu' fragili."-dice una voce femminile.

Cerco di capire bene chi e', ma non la vedo.
Chi osa fare polemiche sulla mia teoria?
Sorrido.

"Dove sei non ti vedo!"-urlo dal fondo dell'aula.

Una ragazza si alza, Marta.
La secchiona.

"Sono qui."-mi risponde.

"Allora dimmi, finisci pure di parlare."dice la Miss riferend
osi a Marta.

" Allora Simone, sai dirmi di quale periodo si tratta?" -mi chiede Marta.

Non lo so.
E questo mi fa sentire poco grosso.
Il mio ego, diminuisce.
Ecco, ora ho bisogno di una sigaretta.

"Non lo so."-rispondo.

"Quando si e' innamorati." -risponde guardandomi dritto negli occhi.
-fine.

"Innamorare.
Amore.
More.
Bone le more."

Superiamo insieme queste paure.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora