L'uomo e' la misura di tutte le cose.(6)

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Una cosa che fa mia madre, dopo che sono rientrato tardi o anche in una ora normale, il giorno dopo e' prassi che lei mi chieda dove sono stato.

Mi metto i pantaloni, con una tazza di thè, mia madre mi guarda appoggiata alla scrivania.

"Ieri sei tornato presto. Dove sei stato?"-mi chiede.

Sorrido.

"Al Luna Parck, tranquilla, e' stata una serata normale."-dico io distaccato.

"Con chi sei stato?"-mi chiede.

Alzo gli occhi al cielo e lei va via sbuffando.

***

Entro a scuola e mi faccio tutto il corridoio che divide, la porta dell'ingresso, cioe' la salvezza e la mia classe.

Vedo spuntare Marta con una grande sciarpa.

Sorrido un po'.

"Divertita ieri eh?"-dico io sorridendo.

Lei mi fa "shh" con il dito.

Ha perso la voce.

"Non devi urlare, fa molto male."-gli dico ridendo.

La supero ed entro in classe.

Oggi giorno delle canne.

Quindi non parlatemi e ne toccatemi, oggi son felice non fate cambiare questa situazione.

***

A Ricreazione ,scappo.

Vado al bagno e mi chiudo dentro.

Mi accendo la canna e faccio un tiro.

Chiudo gli occhi.

Penso alla prima volta che ho provato la mia principessa.

Mi sono sentito non male, di piu'.

Quando vi dicono "mmassì il primo tiro non fa nulla." No, non e' cosi.

Io sono stato male fino al giorno seguente.

Varia da persone a persone.

Ricordo che ho avuto fitte allo stomaco, i miei "amici", mi hanno steso a terra.

Da lì, non mi ricordo piu' nulla.

Mi sono ritrovato sul divano di casa con mia madre in cucina.

Chissa' quale cazzata gli hanno detto per farla stare cosi tranquilla quel giorno.

La seconda volta che ho fatto dei tiri, ci ho pensato piu' di una volta, ma il dolore era troppo grande dentro, cosi l'ho fatto.

Ed eccomi qua.

Dipendete da tutte le cose, negative.

Spengo, la canna e la metto bene nascosta nella tasca.

Esco e trovo la Miss. Seduta.

"Alla fine, si innamorera' di me, Miss."-dico io mettendomi le mani in tasca.

"Dovresti smettere."-mi dice.

"Anche lei, dovrebbe smettere di perseguitarmi ma non lo fa."

" Cambierai."

Quante volte, hanno cercato di salvarmi.

Non ci sono mai riusciti.

Io non voglio essere salvato.

"NO."-Dico fermamente.

Vado via, in classe.

Torno nel mio banco, stretto e piccolo.

Prendo il quaderno e elimino la mia paura.

Passo alla prima paura di Marta.

Il buio.

Indico, la scritta prendendo l'attenzione di Marta.

"Quando e dove."-dico sottovoce.

"Quando staro' meglio."-mi risponde con voce roca.

" Domani starai meglio."-dico io.

"No."

"Perche'?"-domando.
"Io.. non posso."
Marta nemmeno mi guarda.
"Spiegami il perché almeno."-dico ancora.
Marta si sposta un po', fa fatica a parlare ma non perché non ha voce, ma perche' non trova le parole giuste.
La cosa mi da un po' fastidio.
Il fatto che lei, stia facendo questo e' chiaramente chiaro ,il perche'.
Non si fida.

"Non ti fidi."-dico io con un tono freddo.

"No, per invitarti a casa e giocare al gioco del buio, io devo fidarmi. Per me, e' importante. E' una cavolata? Amen, io la penso cosi. Ti invito dentro casa mia e entri nella mia vita, totalmente. Nella mia monotonia, nella mia vita di tutti i giorni. Ti sembra poco? A me no. Quindi non mi sento pronta per farti entrare nella mia vita."-mi dice chiaramente.

Scaravento il quaderno a terra.
Mi sento ferito.
La miss, dice cavolate.
L'uomo non e' in grado di misurare le cose, l'uomo da, esagera non sa misurare. Solo chi non ama la vita ,misura. Chi non sa andare di pancia nelle cose, le misura.
O almeno quello sostenevo fino a pochi secondi fa.
Penso che l'uomo per vivere meglio, per avere meno delusioni deve misurare tutto, anche la irrealta'.
E questa volta non penso soltanto a Marta, anzi.
Penso a tutto.
Il mio "tutto" sbagliato.

Superiamo insieme queste paure.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora