Mia madre mi sveglia, son le 10.
"Dobbiamo andare, sbrigati."-mi dice andandosene.
Mi alzo come un soldatino.
Vado in bagno e mi faccio una doccia, i vestiti si tolgono cosi, velocemente. Mi infilo sotto.
Oggi e' un anno.
Un anno di pianti e di tristezza infinita.
Un anno di bugie e di cazzate.
Un anno di fumo e serate senza nessun ritorno.
Un anno da quando cerco di far pagare a mio padre quello che mi ha fatto.
Perche' io lo so, lui mi vede e si sta incazzando a morte.
Esco dalla doccia, prendo un asciugamano dalla sedia. Mi asciugo. Credevo che farmi piu' di una doccia, servisse prima o poi a togliermi il dolore di dosso, ma tutto hanno fatto,tranne che quello. Mi sento deluso, dalla vita e da me, perche' sono il primo a deludermi. Vado in camera, prendo il completo da funerale. Oggi faremo una messa in suo onore.
Oggi mi sento una merda, papà.
Mi metto la camicia, la cravatta, i pantaloni e infine la giacca nera. Mi pettino bene i capelli e sono come nuovo.
Scendo giù, mia madre già, è in macchina.
Chiudo bene la porta e salgo nella macchina anche io. La vedo, ha gli occhiali enormi, per coprirsi come se piangere sia sbagliato.
"Hai degli occhi stupendi. Dovresti farli vedere."-gli dico.
"Avevo chi guardava i miei occhi con amore, avevo."-mi risponde.
Guardo fuori. Ci sono mille foglie, mille rami. Due mila cose per formarne una sola, l'albero.
E' uguale all'Amore.
Per formarlo ci devono essere mille emozioni.
Chissa' se queste emozioni dentro di me, si sono messe insieme e hanno formato quello che si chiama Amore.
Non credo.
Non puo' essere.
**
Arriviamo nella chiesa, mamma scende e anche io subito dopo. Entriamo, ci sono tutti amici di mio padre e di mamma, lei si ferma per ringraziare per essere lì, io invece mi siedo in prima fila. Faccia a faccia con Dio.
Quanta rabbia, quanta voglia di insultarti, Dio.
Mamma si siede vicino a me, la messa inizia .
Il prete non fa una messa normale, inizia subito dalla sua predica personalizzata.
Quella che dura ore e ore.
Si mette a parlare di papà, di quanto era bravo, di quanto era generoso.
Ma non lo conosce davvero, qui nessuno lo conosce davvero.
Mi alzo e me ne vado, guardo ogni viso sconvolto, fino ad arrivare a un viso. Non un viso comune, ma quello di Marta.
Ci guardiamo, ma io continuo, lei mi ferma.
"Resta."-mi sussura.Ah, quel verbo. Quante volte l'ho analizzato. Quante promesse non mantenute a causa di quel verbo. Quanto dolore.
Non e' facile saper restare, nonostante tutto.
"Per me."-chiarisce Marta.
Chiudo gli occhi.
Non promettere, non promettere.
Vado vicino a lei.
Ho promesso.
Sto sbagliado. Ancora.
***
Finita la messa, ho bisogna d'aria.
Mi sento pesante.
Esco e di seguto viene fuori anche Marta.
"Non voglio spiegazioni. Non ti giudichero'. Voglio continuare il nostro gioco."-mi dice.
"Cosa ti ha fatto cambiare idea? La pieta'?"-gli chiedo un po' frustato.
"No, l'abbraccio che ci siamo dati."
La guardo.
I suoi occhi.
Li ricordero' per sempre.
Pieni di sincerita'.
Pieni d'amore.
Guardo oltre.
"Si.."-dico soltanto.
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Superiamo insieme queste paure.
Random"Dedicato a te che non sai come affrontare le tue paure. Ricorda, però che in due si affrontano meglio. "