Simone. (25)

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-Marta.

Mi metto una gonna alta e nera, mi metto delle calze nere e sopra  una camicia bianca con sotto un golfino molto elegante. Capelli lisci e un filo di trucco.
Dove sto andando?
Al locale.
In verita'  ho deciso un ora fa di farlo, ho deciso di rompere con Simone qualsiasi cosa siamo.
Ho scelto la mia felicita'.
Anche se poi non e' vero e lo so bene.
Ho deciso di andare però non mi farò vedere da lui. Saro' al buio ad osservarlo proprio come ieri notte.
Mi basta.
Vederlo da lontano che raggiunge e supera le sue paure.  Mi basta per essere felice.
Anche se so, che non vedendomi per lui sara' la fine.
Ed e' quello che voglio, la mia testa dice così.
Simone non e' il mio tipo. No.
Sospiro e scendo per uscire.
La mamma legge un libro di ricette.
"Dove vai?"-mi chiede.
"A vedere Simone suonare."-gli dico prendendo giacca, cappello e guanti.
Me li metto.
"Sai e' vero che assomiglia a tuo padre ma c'è anche da dire, che tuo padre ed io eravamo innamorati l'uno dell'altro follemente. Quindi evitare, scappare non serve a molto o ancor peggio nascondersi."-dice la mamma.
Alzo gli occhi al cielo e me ne vado salutandola con una mano.
Non voglio sentire la verita' da mia madre, non voglio sentirla da nessuno. Ho scelto.
Il locale e' dall'altra parte della città, chiamo un taxi ed esso mi promette di venire a momenti.
Lo stomaco e' bloccato. Oggi finira' tutto, staro' male per un po' ma poi staro' bene.
Il taxi si ferma davanti a me, salgo.
"Salve, dove andiamo?"-mi chiede l'autista.
"Andiamo al Locale dei musicisti mancanti. Grazie."-gli dico.
Lui annuisce.
Mette la marcia giusta e la macchina parte.
"Deve esibirsi?"-mi chiede.
"Nono un mio amico."-gli rispondo.
"Cosa suona?"-mi chiede.
Mi posizione meglio per vedere l'autista.
E' molto giovane e ci sta provando. Ha gli occhi marroni, e' magro ed ha i capelli biondi tinti, justin bieber due e la vedetta per capirci.
"Chitarra"-rispondo.
Lui annuisce e sorride.
Vedo l'orologio, 21.15.
Merda, sono in ritardo.
"Se vuoi vado piu' veloce."-mi dice.
"Nono... Magari solo leggermente."-dico ridendo.
Lui sorride.
Va leggermente piu' veloce, ma non troppo.
Ha un bel sorriso, il tipo.
"Come ti chiami?"-mi chiede.
"Marta, tu?"
"Daniele."
Annuisco in segno di averlo ascoltato.
**
Arrivati.
Gli do i soldi ma lui li rifiuta.
"Non li voglio, voglio piu' il tuo numero."-mi dice.
Spalanco gli occhi.
Gli lascio i 20 € lì, e me ne vado. Cosa pensa? che io sia una monella?
Si sbaglia se lo crede.
Entro nel locale, mi metto in angolo al buio, nella posizione piu' improbabile, non mi vedrà mai qui.
Mi siedo.
"Si e' esibito un certo Simone?"-chiedo a quello vicino a me.
"No, non ancora. Sta per farlo pare."-mi dice il tipo, indicandomi il palco.

"Adesso salirà nel palco, un tipo molto forte, ma con una voce calda, dolce. Vi prensento, Simone."-dice il conduttore.
Nessuno esce dal tendone.
"Simone!"-esclama il conduttore, lo esclama altre due e tre volte fino a farlo uscire.
Posso sentire da qui il suo cuore nervoso.
Guarda a terra e poi lo strumento.
E'così bello. E' vestito molto bene.
Inizia a suonare ed a cantare.
Lo ascolto, la sua voce mi entra dentro e esso crea un tornado. Creando in me una tristezza enorme. Mi esce una lacrime appena finisce di cantare.
Tutti lo applaudono.
"E' molto bravo il suo ragazzo!"-esclama il tipo vicino di prima.
"Oh"-emano soltanto.
Sorrido e annuisco.
Lui si alza in piedi, guarda in giro, mi sta cercando. Non mi trova. La sua espressione e' delusa, triste e incazzata nera.
Va via senza nemmeno ringraziare.
Vado via anche io.
Simone, abbiamo tracciato la nostra fine.

Superiamo insieme queste paure.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora