il mare. (16)

137 6 0
                                    

Dopo Roma, ho dei veri dubbi sul continuare questo martirio.

Non lo do a vedere e va bene, pero'.

Oggi tocca a me superare la mia paura.

La nave.

Ho pensato di portare Marta in spiaggia dove spesso vado a disegnare, la domenica alla sei di mattina.

Dove ho disegnato i suoi tratti.
Marta mi telefona, proccupata.
"Simone dove prendiamo una nave?"-mi chiede.
"Tranquilla, ho risolto io."-gli dico.
Concludo la conversazione.
Esco di casa e prendo il motorino di Carlos. Papa' aveva una nave che poi mamma ha venduto, ma siccome la citta' e' molto piccola, il nuovo propretario mi ha promesso di poter utilizzare la nave quando voglio.
E' una nave di piccole dimensioni.
Cosi, l'ho chiamato e ci siamo messi d'accordo.
***
Marta mi aspetta, e' molto sportiva. Sale subito sopra al motorino, senza chiedere nulla.
Mi abbraccia. Avrei voluto disegnarci, per avere un ricordo di noi, così Marta -penso.
Facciamo un viaggio di un ora, arrivati al mare, parcheggio. La nave, e' gia' in mare. Mi accendo una sigaretta, Marta lascia correre.
"E' qui dove disegni?"-mi chiede.
"Si, e' un posto importante per me."-gli dico.
"Sono contenta."-mi dice sorridendo.
Aspiro e inspiro.
"Tranne quando fumi."-dice ridendo.
Scoppio a ridere anche io.
Andiamo verso la nave. Saluto Mario, quello che la guida.
"Ti ringrazio, mi hai salvato."-gli dico.
Butto la sigaretta a terra e la pisto.
Salgo nella nave e aiuto Marta a fare lo stesso.
"E' stupendo."-dice Marta vedendo il panorama.
"Oggi il mare e' calmo."-ci dice Mario e poi continua"Mi chiamo Mario."
Marta sorride.
"Mi chiamo Marta, piacere."
"Allora partiamo?"-ci chiede Mario.
Sospiro. Mi agito un pò.
"Vai."-dice Marta.
Mario fa partira la nave, piano piano va sempre piu' veloce.
Oh merda. Il freddo mi invade.
"Io entro."-dico indicando a Marta la piccola casa all'interno della nave.
Marta annuisce e viene con me dentro.
Noto foto di mio padre con Mario.
"Oh."-dice soltanto Marta.
"Era di mio padre."-dico.
Vado verso la cucina.
"Vuoi una tazza di tè?"-gli chiedo.
Annuisce.
Lo preparo.
"E come mai, la tiene Mario?"-mi chiede.
"Mamma l'ha venduta, non sapeva come mantenerla."-gli dico.
"Mi chiedo come tu abbia paura, allora."-mi dice.
La nave si muove un pò, mi reggo.
"Oh cazzo."-dico.
Marta ride.
"Ho capito."-dice ridendo e poi continua"usciamo, mentre si prepara il tè?"-mi chiede.
Mi guardo intorno. Marta ridacchia.
Annuisco e abbasso il Gas. Usciamo e il vento, ci sposta. Andiamo da Mario.
Marta si regge a me, gli metto un braccio intorno ai fianchi. Lei sembra felice.
E anche io, ma io non sembro, sono.
"Sapete cosa dice la leggenda di questo Mare?"-ci chiede Mario.
"No."-rispondo io.
"Una volta, molti anni fa, due ragazzi decisero di amarsi, consapevoli che uno dei due mollerà alla fine. Che uno dei due alla fine, si stanchera' e l'altro soffrirà. Con il passare del tempo, entrambi volevano conoscere chi dei due cadrà per primo nella monotomia. Sono andati, da una cartomante e sapete cosa gli ha riferito?"-ci chiede.
Marta presa dal racconto, risponde veloce.
"No."
"Che l'amore, non si stanca, non cade ma e' eterno, e' continuo. L'amore non puo' finire."-ci dice Mario.
"E era il loro caso?"-chiedo a Mario.
Marta si stringe a me, ed io ho sentito un brivido, ma non credo sia per colpa del freddo.
"Non si puo' decidere di amarsi, ci si ama e basta."-conclude ridendo.

Mario, fa un inversione stramba ed io cado e di seguito a me anche Marta.  L'uno sopra all'altro, con il vento tra i capelli.

Marta sorride e si tira su, mi porge una mano per aiutarmi, mi tiro su da solo. Marta mi fa una linguaccia.

Non si dicede di amarsi, si ama e basta.
Ed io la amo e basta.
-fine

P.s Scusate per gli errori.

Superiamo insieme queste paure.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora