Le sei di mattina.(3)

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"Sei di mattina.
Lei ti mattina,
Metti che mi sta affianco."

***

Mi alzo alle sei, preciso.

E' domenica e non sono stanco, ne pallido.

Mangio qualcosa e vado via.

Spesso, lo faccio e non dovrei.

La prima volta che l'ho fatto mia madre ha chiamato la polizia. Non mi ha trovato piu' nel letto e si e' impaurita.

La capisco.

Ma devo.

Se mi dicessero, ti porto via la matita e i fogli, io morirei.

Ogni domenica (o quasi) alle sei vado in spiaggia per disegnare.

E' un metodo per restare calmo, per assaporare la vita in un altro modo.

Molti dicono che scattare una foto sia il miglior ricordo, io invece dico il contrario.
Io credo che l'arte, il disegno  possa fermare un ricordo vero. Il disegno non mente. Se sei triste, non puoi fare colori vivaci, ma con la foto? La foto menti sempre. Quante volte, ci e' capitato di doverci fare una foto e in quel momento eravamo tutt'altro che felici?
A me sempre.

Prendo l'auto e mi metto le cuffie.

La musica inizia a entrare dentro di me, come un antidoto.

Son sincero, sono l'unico adolescente, che non sente molta musica ma quando lo fa, lo fa davvero.

Ne gode ogni sua nota.

E poi immagino come hanno creato il testo, magari in un tavolo o anche loro in una spiaggia.

Magari erano felici o tristi.

E chissa' quanto tempo ci hanno impiegato a farla!

Appoggio la testa al sedile.

Non manca molto alla spiaggia.

E' la prima mattina che mi sveglio e non so che disegnare.

E questo mi distrugge un pò.

Alla fine, l'unica cosa che so fare (oltre a creare guai per scelta).

Guardo fuori, non e' una bella giornata, meglio cosi.
Quando c'è brutto tempo, il mare e' come me, triste.
Ansioso.
E impaurito.

Scendo dall'auto.
Vado dritto in spiaggia.
Mi fermo alla riva come sempre.
C'è una sedia lì, messa per me. Oramai qui vicino mi conoscono e sanno.
Guardo il cielo in cerca di aiuto, ma nulla.
Mi guardo intorno e vedo pace, ma non le risposte che voglio. Vedo o cerco nel mare e come sempre mi da una risposta.
In questi giorni, ho pensato all'Amore che non ho mai ricevuto.
Magari potrei disegnare cosa e' per me  l'Amore .

***
"Mi chiederanno  che cos'è l'amore ed io pensero' al tuo nome."
***

Lunedì.
Una volta mi piaceva, il lunedì.
Quando era il giorno
"delle canne a scuola."

Di nuovo, le stesse mura e le stesse ansie.
Stessa classe, stessi professori.
Nulla e' cambiato da sabato ed e' questa la vera noia. La monotonia.
Prima ora, italiano.
Mi metto seduto, chiudo gli occhi e li riapro.
No, non e' un incubo.
La lezione inizia.
***

Alla meta' della lezione entra Marta di corsa.
Sorrido un po'.
Si mette accanto a me, l'unico posto libero.

Mi metto comodo.
Non avrei perso l'occasione di vederla, di osservarla.
Prendo  il disegno, l'osservo e poi osservo lei con attenzione.

"Tutto quello che riguarda l'amore, dice Dante che 《Ditta dentro》." -dice il prof, con un tono poetico.

"Ma sono io!"-esclama Marta, prendendomi il foglio.

Avrei voluto scappare.

"Si, te lo regalo."-dico io.

"Grazie, ma non capisco perche' tu abbia fatto proprio me."- dice lei sorridendo.

"Capelli castani, occhi marroni e labbra del sud, uno spettacolo migliore di te, non c'è."-dico sarcasticamente.

"Che simpatico."-dice lei alzando gli occhi al cielo.

"Ti piace?"-gli chiedo.

"Si, molto."

"E cosa, ti piace?"

" Te che disegni."

"Ma non c'è."

"Tante cose non sono visibili ai nostri occhi. Ma ci sono, ci sono sempre state."

-fine.

Superiamo insieme queste paure.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora