Mi prendo una sigaretta, mi siedo sulla panchina davanti scuola. Sono in anticipo di venti minuti. Vedo arrivare molti studenti, si mettono davanti alla porta ad aspettare. Non ne vedo una. Quella con la faccia da baci. Baci dolci. Faccio due tiri.
Ho perso quella faccia da baci o ancor peggio non l'ho mai avuta. Ho proposto un gioco e poi mi si è ricontorto contro. Un gioco pericoloso.
Vedo Luca, cerca tra la massa il mio viso, anche se spero di no.
Butto la sigaretta e la pisto per spegnerla provocando la sua morte. Marta, con me ha fatto la stessa cosa. Mi ha acceso, mi ha consumato, poi mi ha buttato a terra e mi ha pistato provocando la mia morte. Luca mi trova. Viene verso di me, lo guardo negli occhi come per fargli capire quanto ha sbagliato ma quanto in questo momento non me ne frega un cazzo. Mi si mette accanto.
"Scusa."-mi dice.
"A volte non basta."-gli dico girandomi verso di lui.
"Cosa basta?"-mi chiede.
"E' difficile dirlo. A volte non basta nulla per ricucire la ferita."-gli dico ancora.
"E questo è il nostro caso Simone?"-mi chiede.
"Forse."
Vedo arrivare Marta, mi lancia un leggero sguardo e poi entra.
"Devo andare."-gli dico alzandomi.
Luca non dice nulla, mi lascia andare. Entro a scuola anche io, mi faccio il solito pezzo, sto dietro a Marta. Oggi, ha gli jeans stretti e delle Vans color rosso. Entro in classe dopo di lei, lei si mette al solito banco ed io ci penso. L'imbarazzo sarà devastante per lei ed io non riesco a stare con una persona che mi ha deluso. E' vero, io e Marta non eravamo nulla, ma non ci credo che in quel bacio lei non avesse messo nulla. Mi siedo vicino a lei. Lei mi evita ed io faccio lo stesso.
Fino alla quarta ora quando è scoppiata.
Mi guarda.
"Voglio che tu sia mio amico, non voglio altro. Torniamo alle paure, al nostro gioco. Divertiamoci."-mi dice.
La mia vista cade nei suoi occhi. Sono spenti. Non l'ho mai visti così.
"Sono io ad oggi a voler pensare, Marta."-gli dico io.
Marta torna a guardare il quaderno. Mi chiedo perchè lei tenga a questo gioco. Infondo all'inizio nemmeno voleva giocarci, non voleva nemmeno partecipare.
"Ti sto chiedendo di non perdere Simone. Non hai mai voluto perdere, non è vero?"-mi chiede.
Non avrei mai voluto perdere la faccia da baci, ma l'ho fatto. Ho perso i giochi.
"Mi chiedi troppo Marta. Ho già perso."-gli dico.
"Pensaci."-dice chiudendo il discorso.
Inizio a pensare che non sa affrontare un discorso con me. Di cosa ha paura? Di quello che potrà uscire dalla sua bocca a causa della rabbia e delusione?
Nella quinta ora mi e' proprio impossibile stare attento, non l'ho mai fatto poi.
Penso al disegno, quando ho disegnato i suoi tratti e a come mi sentivo, perso nei miei stessi sentimenti. Quando vedendolo mi ha detto che gli piacevo io che disegnavano, anche se ne non c'èro nel disegno. Penso al Luna Parck, e l'abbraccio in motorino. Penso alla sera di Natale, quando sono andato a casa sua disperato e l'ho abbracciata. Cosi forte, che ho sentito i suoi organi muoversi.
Penso a quando e' venuta al funerale, per starmi vicino.
Penso quando siamo andati al circo e ci siamo dati quel bacio.
Il bacio colpevole, il bacio che invece di costruire ha distrutto. Tutto.
E pensare ai primi tempi, quando abbiamo discusso per il mio concetto di scuola sbagliato, quando ha detto la sua sul "l'arte del pensare".
La secchiona, dicevo.
La secchiona che mi frega a scuola ma anche nell'amore.
Perche' io non posso vederla pensando che non sara' mai mia.
E' come , aspettarla in un posto dove lei non andra' mai.
A volte, aspettare, non serve a molto.
Ci distrugge e ci fa perdere tempo.
Ma non posso non aspettarla.
"Voglio continuare."-gli scrivo nel banco.
Avrei aggiunto;
"Perche' Ti amo."
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Superiamo insieme queste paure.
Random"Dedicato a te che non sai come affrontare le tue paure. Ricorda, però che in due si affrontano meglio. "