l'ascensore.(18)

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Prendo alcune carte dalla scrivania di mamma. Chiamo Marta.

"Pronto?"-risponde.

"Marta dovresti accompagnarmi nell'ufficio di mamma, e' urgente."-gli dico.
"Okay, mi prendi tu?"
"Si."
Concludo la chiamata.
Prendo la giacca ed esco. Prendo il motorino di Carlos, che oramai sembra mio. 
***
Arrivato Marta mi aspetta alla solita panchina.
Oggi e' vestita davvero bene.
Mi fermo davanti a lei, lei prende il casco e sale. Mi stringe forte, ancora una volta. Chissa' se ha sentito il mio cuore tremare.
Ho un idea e a Marta non  piacerà.
Conosco l'ascensore dell'ufficio, lo blocchero' senza farmi notare.
***
Arrivati, prendo la sacca messa dentro il portaoggetti del motorino. Marta scende.
Entriamo dentro all'ufficio, ci sono le scale e l'ascensore.
"In che piano sta?"-mi chiede.
"Ultimo."-gli rispondo sorridendo.
Marta sbuffa ed entra in ascensore. Seleziono il piano e l'ascensore inizia a salire. Mi sposo piano e metto le mani dietro e premo il bottone rosso.
L'ascensore e' bloccato.
"Perche' non si muove?"-mi chiede.
"Non saprei."-dico cercando di non ridere.
Marta si apre la giacca, guarda in mezzo alla fessura.
Io mi metto seduto e prendo la mia bottiglia d'acqua.
Marta mi guarda bere.
"Sei così calmo.. Non dirmi che tutto e' stato programmato."-mi dice.
"No, chi io?"
"Simone."
"Mettiti seduta."-gli dico.
Lei si mette davanti a me.
"Posso farti qualche domanda?"-gli chiedo.
"Stai scherzando?"
"Così, non ci pensi."
"Va bene"
Marta sbuffa e si toglie la giacca.
"Perche' studi così tanto?"
So la risposta  ma so che non e' solo quella, c'è altro.
"Sai la risposta, voglio diventare qualcuno nella vita."
"Mmh, c'è altro."
"E' lunga come storia, ti annoiero'."
"No, ti prego. Abbiamo tutto il tempo."
Marta si sistema.
"Non vivevamo qui, io e la mia famiglia. Abitavamo a Milano, ci siamo trasferiti qui, tre anni fa. Non conoscevamo nessuno."-inizia a raccontare Marta guardandomi negli occhi.
"Perche'?"-gli chiedo interessato.
"Mio padre aveva dei sogni, e' un gran cuoco. Quando ero piccola, mia madre si e' convinta che papa' poteva farcela anche in una citta' piu' grande così siamo andati a Milano. Mamma sbagliava. A Milano papa' ha aperto il suo ristorante, dopo tre mesi e' andato in fallimento. Ha chiesto mutui su mutui, debiti su debiti. Mamma si e' venduta tutto e siano venute qua, io e lei. Siamo fuggite."-conclude Marta.
"Avete lasciato solo tuo papa'?-gli chiedo.
"Si. Ma non pensare che e' colpa nostra, non e' così. Papa' ha chiesto soldi a persone non tanto "buone", senza mai, ridare loro tali soldi. Venivano con la pistola e ci minacciavano. Mamma aveva paura e anche io. Abbiamo fatto la cosa giusta."-mi spiega.
Rimango sbalordito, non avrei mai immaginato nulla di tutto questo.
"Perche' avete ancora la vostra foto nel cammino?"-gli chiedo.
"Perche' mamma l'ha messa là, come se suo marito fosse morto."-mi risponde.
"Mi dispiace."-so solo dire.
"Ho ancora paura, sai."
"Devi stare tranquilla, andrà  tutto bene."-gli dico prendendogli la mano.
Marta la stringe.
"Mi fido."
Gli lascio la mano, anche se non avrei mai voluto.
"E tu invece? "-mi chiede.
Sospiro.
"So che per te non semplice, ma secondo me, tutta quella rabbia che c'è lì dentro, deve svanire. E l'unica cosa che puoi fare e' parlarne."-mi dice.
Annuisco, ha ragione.
"E' morto il 26 dicembre dell'anno scorso. Quel giorno nevicava molto. Ricordo che prima che lui se ne andasse, avevo paura che gli succedesse qualcosa. Mi ha detto "Resto, tranquillo." Non e' stato così, alla fine. Se ne e' andato, piano piano."-gli dico con un tono piano.
"Come?"-mi chiede Marta
"Ogni anno, ospitiamo nelle vacanze di Natale, i nonni, sia paterni che materni. Entrambe le coppie abitano da un ora da qui. Cosi, ogni 26 papa' guidava per riportarli a casa. E lo ha fatto anche quell'anno. Dopo aver riportato a casa i nonni, stava tornando a casa quando la macchina per colpa del ghiaccio si e'ribaltata. E' morto dentro all'ambulanza."-concludo.
Mi copro gli occhi con le mani, sto piangendo.
"Non si deve avere paura di piangere."-mi dice Marta togliendomi la mano.
Guardo oltre.
"Mi dispiace. Sai io credo una cosa. Lui e' restato, fidati."-mi dice  lei.
La guardo.
"Stai mentendo."-gli dico alzandomi.
Lei fa lo stesso.
"Io non mento mai."-mi sussura nell'orecchio.
Mi avvicino, la bacio, sono deciso.
Ho così voglia di baciarla.
Voglio sentire le sue labbra nelle mie, voglio che facciano l'amore.
Gli prendo il viso.
E quando ci stavamo quasi, lei si sposta.
"Non posso."-mi dice.
"Stai scherzando?"-gli chiedo.
"No. E' un errore."
Mi risiedo.
Prendo il mio Mp3.
Si avvia "speces-One Direction".
Marta mi guarda prende la cuffia e se la mette all'orecchio.
"Adoro questa canzone."-dice.
Iniziamo a canticchiare.
E' straordinario come lei, da "deluso" mi faccia trasformare" in sereno". 

****

Hola,

Buon inizio anno a tutti:)

Scusate sempre per gli errori, se ne ho fatti. Ah e grazie a tutti  per le +600 visualizzazioni della storia.

#Iloveu

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