il buio.(8)

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"Due settimana a Natale."-dice Marta contando i giorni nel suo calendario.

"Dovresti farlo in un foglio, non sul banco."-dico ridendo io.

Marta fa una linguaccia.

"Ah sto pensando. Magari vieni a casa mia, per la paura e facciamo anche l'albero. Che ne pensi?"-mi chiede guardandomi.

Ha gli occhi illuminati.

"Si."-rispondo soltanto.
A me il Natale mi da urto.
Una volta, mi piaceva. Quando si era in tanti, quando si era felici.
Stimo ancora chi crede nel Natale.
Io credo solo nelle patatine fritte che fa nonna.
Evidentemente, Marta ci crede ancora.

****
Prendo di nuovo il motorino del vicino, generoso.
E vado da Marta.
I capelli di nuovo all'aria e la mente piu' leggera.
Non ho avuto modo, di pensare alla situazione.
O forse non volevo proprio pensarla.
A come guardavo le labbra di Marta e il suo collo e l'improvvisa voglia di baciarla.
E non farla andare via.
Non so cosa, mi stia succedendo.
Non voglio nemmeno pensare lontanamente che sia Amore.
Non voglio.
***
Parcheggio davanti a casa sua, c'è un giardinetto con qualche fiore molto carino. Mi tolgo il casco. Mi chiedo se sono pronto. Se posso farcela.
"E' solo una secchiona."-mi ripeto tra me e me.
Salgo le scale e suono.
Non c'è nessuna macchina parcheggiata, segno che non ci sono i genitori con lei. Marta mi apre, la guardo dai piedi fino alla testa.
Noto che ha delle pantofole enormi, sorrido a quella visione.
Per il resto era vestita come questa mattina.
Mi invita ad entrare e cosi faccio. Mi tolgo la giacca e la poso in una sedia.
Marta sorride.
"Fai tutto da solo."-dice ridendo.
"Evito l'imbarazzo."
Guardo la casa, e' molto diversa dalla mia.
E' molto piu' grande e tradizionale, e' di famiglia, accogliete, mentre la mia e' moderna.
Papa' era uno che teneva a queste cose, gli piaceva essere originale.
Noto le foto di famiglia, sopra il cammino.
"Vuoi qualcosa?"-mi chiede Marta.
"Oh, cioccolato se ce l'hai."
Marta ride stupita.
Non mi sono mai fatto problemi, nel chiedere qualcosa dentro a una casa non mia.
Prendo una fotografia, Marta con i suoi due genitori.
Tutti con un gran sorrisone.
Marta torna, io mi giro verso di lei e mi da un pacchetto di nocciole al cioccolato.
Le apro.
Che fame.
Me ne mangio due o tre.
"Credo che dovresti smettere di mangiare, dobbiamo scendere di sotto, in cantina."-mi dice lei sorridente.
Poso il pacchetto nel tavolo un po' stufato.
Marta ride.
Mi fa strada, scendiamo le scale e lei apre un altra porta.
Fa un freddo cane qua sotto.
Ci sono bici, pacchi e cose vecchie messe in ordine e poi un albero di Natale, enorme.
Accanto c'è una busta, con festoni e palle rosse.
Prendo l'albero con difficolta', Marta la busta.
"Questo non e' giusto."-gli dico sorridendo.
Facciamo le scale ad un certo punto, scatta la corrente.
"Porca troia."-esclamo io con l'albero in mano.
"No, Simone no."-dice Marta con un tono debole.
Ricordo la sua paura.
Cazzo.
"Marta, okay. Allora sto per cascare con tutto l'albero."-dico io ridendo.
Marta ride.
"Dai Simone!"
"Marta fidati di me. Io tasto il terreno. E tu mi segui."
Marta ride ancora.
"Prendi la mia maglietta."
Marta stringe la mia maglietta con forza.
Faccio il primo scalino.
Lei mi segue, ne faccio un altro, lei pure e cosi via.
Apro la porta e poso l'albero a terra.
C'è ancora il buio, Marta ne ha paura perche' non ha mai avuto l'occassione di incontrarla.
La sento ferma, riesco a sentirla respirare male.
"Prendo una candela. Dove si trova?"-dico di fretta.
"Premi la centrale, dietro la porta."-mi dice con un respiro irregolare.
Cammino con attenzione e alla fine premo la centrale e torna la luce.
"Come ti senti?"-gli urlo
"Meglio."-mi risponde piano.
Riprendo il pacchetto delle nocciole al cioccolato.
"Bone."-dico.
Marta scoppia a ridere.

La sua risata e' come una canzone che non smetti di ascoltare, ma ripremi play di nuovo e di nuovo.
Quella canzone che ti fa esplodere il cuore.

Superiamo insieme queste paure.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora