restare o scappare?-7

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-Simone.

Dire che sono confuso e dire poco.
Mi siedo del divano per poi stendermi. I miei pensieri vanno al gesto di Alex e a Marta.
Il gioco, di nuovo.
Sento il telefono vibrare:
"Marta"

Oh mio dio. La fronte inizia a sudare, velocemente.
Premo verde.
Aspetto un po' per rispondere ma poi mi decido, manco fossi una femmina oh.
"Pronto."

"Tu cosa scriveresti?"-mi chiede soltanto.

"Io? Non saprei. Ti ho lanciato "una sfida" piu' grossa di noi."-gli dico.

"Noi eh? Pensavo che quel noi, era finito da tempo, mi chiedo perche' tu ancora lo nomini o lo pensi."-mi dice.

"Dovresti smettere di avere un rancore così grande, dico davvero. Ti rende cattiva."-

"Simone, perche' hai voluto ricominciare tutto?"-mi chiede.

"Ti crea qualche problema?"
"Tu stai fuori come un balcone."
"Ma nel balcone si vedono bene, le stelle."
"Dove l'hai presa? Su facebook?"-mi chiede ridendo.
Oh da quanto che non sentivo, quella musica.
Rido anche io.
Per davvero, come una volta.
"Non mi hai risposto pero'."-insiste lei.
"Non lo so."-gli rispondo.
Da una parte e' vero, non so bene perche' ho scelto di ricominciare tutto. Ho una ragazza da sballo, che e' uguale a me, non desidero di meglio o almeno non dovrei eppure.
Mi manca qualcosa.
Marta.
"Tu non sai mai niente."-mi dice seria.
"Oh io una cosa la sapevo bene, una cosa che ti dicevo spesso e tu mi hai sempre riproverato quando ci siamo lasciati."
"Quando mi dicevi Ti Amo?"-mi chiede.
"Si." -rispondo serio.
"Si, ti ho rimproverato. Ma ti ricordi quel giorno? La prima volta? Stavamo nel tuo letto, in pigiama a giocare alla play. Avevi un po' di influenza ma volevo vederti lo stesso. Mentre mi impegnavo a giocare, ti vedevo con la coda dell'occhio che mi facevi vincere, ma non solo mi fissavi.  Non sapevo, cosa volevi intendere con quello sguardo anche se ci speravo tanto, fidati. Una parte di me, sapeva che l'avresti detto. A quel tempo, avevo la presunzione di dire: "se non io, chi?" , che stupida che ero. Poi me l'hai detto, l'hai detto a voce alta, non e' stato romantico il tuo tono. Eh si, era la prima volta. Non puoi capire, quando sono tornata a casa quanto ero felice. Mi sto dilungando, mi dispiace."
Il tunnel di ricordi mi assale.
Ricordo, tutto, come sempre.
"No, non ti proccupare."-dico rassicurandola.
"Bip bip bip"

Ha riattaccato, mi ha riattaccato.
Butto il cellulare a terra.
"Ma vaffanculo."-dico all'aria.
"Grazie simone."-mi dice mamma da dietro.
Mi giro, dietro di lei, c'è Alex.
"Che ci fai qui?"-gli chiedo subito.
"Ho una sopresa per te, andiamo."-mi dice sorridente.
Ma mi sta prendendo per il culo? Sospiro.
Prendo la giacca e la seguo, saluto la mamma e chiudo la porta.
Ma perche' jon mi faccio mai i cazzi miei? Vedo un furgone da hippy. 
Mi giro, cercando di non ridere.
"Che c'è?"-mi chiede ridendo.
Mi giro verso di lei e scoppio a ridere.
"Do cazzo andiamo co sto coso?"-gli chiedo tra una risata e un altra.

Alex entra dentro al furgone.

"Scoprilo."-mi dice.

Salgo sopra anche io, curioso.  Lei mette la prima e il furgone lento, inizia a camminare.

Il traggitto è decisamente silenziso. Io osservo il suo viso, decisamente, rilassato. E' davvero, forte. Fa finta di nulla, cioè  quello che è successo oggi, per lei -sembra- mai successo. Proprio come farei io. In ogni suo movimento, trovo qualcosa di me.  Alex prende, una strada isolata. I prati si fanno notare con il loro colore vivace, ed io con il mio color nero, direi invece, poco vivace.

Il furgone, si ferma. Alex scende e capendo di essere arrivati scendo anche io. Non so se amo le sorprese o qualcosa del genere, perchè io non sono mai stato in quella condizione. La seguo, Alex sale in una collinetta, molto piccola ma che copre ciò che c'è dietro.

Scalo la piccola collinetta anche io, dietro ci trovo tantissimo cibo: frutta, ciambelle, tramezini, ciambellone, crostate, torte. E poi, ovviamente c'è qualsiasi bevanda: succo, coca cola, aranciata, thè caldo, caffè.

Vicino a tutta questa montagna di cibo, c'è una borsa. Alex si mette seduta vicino ad essa.

"Allora, non è l'ora della merenda?"-mi chiede ridendo.

Rido anche io.

"Il fatto che, tu sia ormai maggiorenne non ti permette di sfottere i poveri diciasettenni."-gli dico ridendo.

Mi siedo, guardo avanti, c'è un panorama assurdo. Tutta la città, praticamente.Lei inizia a mangiare ed io la seguo, restiamo per un pò zitti, ma lei rompe il silenzio.

"Oggi mi conosci.".mi dice.
"Cosa?"

"Oggi conosci Alex, quella vera."-mi dice.

Inizia a prendere delle cose dentro alla borsa, i suoi occhi sono fermi, pieni di serietà.Inizia a passarmi delle foto, lei e la sua famiglia. A differenza, della foto di famiglia di Marta, in cui tutti sorridevano, questa di Alex è decisamente poco allegra. La madre, è una bella donna, uguale a lei. Il padre, è molto alto e sembra molto severo. Il suo sguardo è fisso.

La sento sospirare.

"Sono nata a Venezia, in un viaggio, chiamato "il viaggio dello sbaglio". Mio padre, non mi voleva, mia madre pensava di cambiarlo attraverso me, ma non c'è riuscita. Fino all'età di 12 anni. Poi ci siamo trasferiti, in America. Lì, sono diventata questa. Ho iniziato a fregarmene, ma quando sono tornata qui, questo non veniva apprezzato. Se, sei diverso, se ti vesti in un modo non comune, sei segnalato come uno dei possibili sfigati all'interno della città. In America, tutto era più avanti mentre in Italia, decisamente più indietro. Finita, la scuola. Ho fatto la modella, per andarmene da casa. Mio padre, nemmeno può vedermi. Insomma guardami,sono completamente diversa da lui. Sono ribelle, proprio come te. Ho preso una casa in periferia, mi sentivo più sicura. Ho smesso, con le foto, dopo 4 anni. Non mi trovavo bene, in quel mondo. Io sono uno spirito libero. Essere costretti a dimostrare, ogni due secondi qualcosa è davvero stressante e quando sei famoso è così."-mi racconta Alex tra un morso e un altro.

"Ti servono i soldi per andare avanti, non è vero?"-gli chiedo intuendo qualcosa.

"Assolutamente no, ho dei soldi, insomma non sto messa male. Ma quando facevo la modella, qualcuno mi ha truffato ed ora non so come, ti giuro, devo ridare dei soldi."-mi dice senza guardarmi.

Il cuore si ferma, non so che fare.

Restare o scappare?

(Continua)

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