|Maybe four|

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Come ogni estate siamo tornati a Crema, appena ci siamo sistemati qualcuno bussò alla porta, era Chiara -Cosa c'è- chiesi -Che ci fai qui- disse Oliver dopo che Chiara era stata in silenzio per qualche secondo -Volevo salutare, dirvi che sono incinta, non proverò più a mettervi i bastoni fra le ruote- -Ollie vieni un attimo- disse Oliver, Ollie venne di corsa -Te la ricordi questa signora?- -Non voglio andare via- disse Ollie -Non voglio portarti via- -Sarà meglio per te brutta strega- disse lui -Tranquillo Ollie, è venuta a salutare- lo avvisai -Poteva risparmiarselo- disse tornando in camera sua -Voi sapete chi è quella bimba là fuori? è lì da giorni- -No- disse Oliver -Addio fidanzatini- se ne andò -Dobbiamo capire almeno cosa ci fa li da sola, per favore Elio- dissi  -E va bene, sai che non so dirti no- ci siamo avvicinati a lei -Parla tu, te la cavi con i bambini- chiesi a Oliver di farlo perché era come se fosse una specie di psicologo -Hey, cosa fai sul ciglio della strada?- -Non so dove andare- -Allora, come ti chiami?- -Non ho un nome, mi chiamavano "numero sei"- -Hai dei genitori?- -Mi  hanno detto di aspettare ma non li vedo da giorni, credo che non gliene fregasse molto di me- -Quanti anni hai?- -sei- era americana, bella, capelli lisci neri e occhi blu, guance rosse come le labbra, naso all'insù e appuntito quanto basta, era molto minuta, sembrava la più bella delle principesse, aveva un vestito lilla che le scopriva le gambe dal ginocchio in giù, calze bianche alte fino a metà polpaccio, stivali neri usurati e una felpa azzurra che era chiaramente di un adulto, aperta sul davanti e con le maniche che anche se tirate su le coprivano le mani -Cosa farai adesso?- -Ti ho già detto che non lo so- -Vuoi stare con noi?- chiese Oliver -So cosa sono i gay, trovo siano persone interessanti, coraggiose solo ad identificarsi come tali, voi sembrate davvero felici e innamorati, poi ho sempre voluto avere un fratello maggiore- indicava Ollie che era uscito da casa per spiare cosa succedeva -Quindi si mi pacerebbe tanto stare con voi- ci abbracciava le gambe, era dove riusciva ad arrivare, poi corse da Ollie -Come ti chiami?- gli chiese -Ollie- -Ti adoro già- -Sei simpatica piccoletta, vuoi andare a fare il bagno in piscina con me?- -Che bello, si, si- si misero a correre, abbracciai Oliver -Grazie, grazie, ti amo- -Non ti esaltare troppo però, ci facciamo il bagno con loro?- -Si prendo il suo vestito, le altre cose e le metto da lavare, torno tu intanto vieni e ti metti il costume- salivo le scale non credendo che avevamo una bimba, era bellissima, lavai tutte le cose della piccolina, una alla volta con tanto sapone, erano tornati di un colore decente per lo meno, li stesi e mi cambiai, corsi di giù, Oliver era in acqua che le insegnava a nuotare con il supporto di Ollie -Cosa mi sono perso?- -Nulla di molto importante, sbatti forte le gambe, prova da sola- lei si mise a sbattere le gambe forte ed è riuscita a nuotare da sola -Bravissima- dicemmo io e Oliver all'unisono, entrai, siamo stati in acqua per tantissimo tempo, eravamo entrati alle cinque e siamo usciti alle sette, mentre i piccoli si asciugavano sui lettini con gli asciugamani, io e Oliver abbiamo fatto la doccia, con tanto di bolle di sapone, ci siamo asciugati, vestiti e siamo andati a prendere Ollie, lasciando che la piccola di riposasse ancora un pochino, Ollie si è fatto la doccia e si è vestito mentre noi cercavamo di capire qualcosa in più -Dobbiamo sceglierti un nome, oppure puoi sceglierlo tu- -Giada, mi piace Giada- disse lei -È un bellissimo nome- le confermò Oliver -Già è fantastico- lo seguì anche io -Andiamo a fare la doccia?- le chiesi io -Certo- siamo saliti al piano di sopra, ho aperto l'acqua, e ho iniziato a insaponarla, mentre Oliver le faceva il solletico, la sciacquò Oliver mentre io ritiravo e stiravo i vestiti, erano tornati come nuovi ed erano davvero dei bei vestiti, nel tempo della doccia lavai anche le mutande si asciugarono in pochissimo, quindi le stirai velocemente e le portai nel bagno, Oliver le stava asciugando i capelli, faceva correre dolcemente la spazzola lungo i suoi capelli, che erano tornati ad essere lucidi, si asciugavano piano, le passai le mutande -Grazie- mi diede un bacino, si calzò le mutande, prima una gamba poi un altra, sono tornato dal ferro da stiro, ho preso gli altri vestiti che erano piegati e li ho sistemati nel primo cassetto in basso di quella che un tempo era stata la mia stanza, per sei settimane, ogni estate, quella stanza era mia, ma non l'ho mai sentita davvero come tale, ora ci stava Ollie, adorava quella stanza, ma avrebbe dovuto imparare cosa fosse la condivisione, mi sono sdraiato sul letto e poco dopo è arrivato Oliver, si è sdraiato vicino a me pelle contro pelle, ogni mia cellula, dalla prima all'ultima gemeva, provava brividi, sensazioni uniche come la gioia, ecco, era gioia allo stato puro, era più della metanfetamina, era droga la mia droga, il suo tocco, la mia vita, Giada bussò -Avanti- le confermò Oliver -Io...volevo... chiedere...se...posso...prendere...una... maglietta...- Oliver si avvicinò dolcemente alla valigia e aprendola prese una maglietta -Tieni, puoi chiederci qualunque cosa, non avere paura, ti va di aiutarmi a cucinare? Mi farai da assistente- lei prese la maglietta e se la mise, le stava grande e questo la faceva sembrare più piccola di quanto non fosse in realtà, abbracciò Oliver che si era inginocchiato per darle la maglia -Grazie, non mi hanno mai voluto così tanto bene in sei anni, quanto voi in poche ore- poi venne verso di me -Grazie- -Non mi devi ringraziare- le diedi un bacino sulla guancia e lei lo ricambiò -Mi piacerebbe aiutarti a cucinare, ma in realtà vorrei stare con Ollie, abbiamo inventato un gioco- -Vai, scommetto che ti sta aspettando- disse Oliver con un sorriso, lei corse via -Ti aiuto io a cucinare- dissi avvicinandomi a lui tanto da poterlo baciare, lui prese un respiro e se ne andò -Basta che non mi distrai o bruciamo tutto, dobbiamo andare al supermercato- -Andiamo insieme- uscimmo in giardino, Ollie teneva Giada sulle spalle e correva, lei aveva una risata bellissima, e Ollie sorrideva, si vedeva che era già molto attaccato alla piccola Giada -Ti va se ti leggo un libro- -Si, leggiamo- -Ollie, noi andiamo a fare la spesa, tu prenditi cura di lei- -Lo sapete che lo farò- siamo usciti e ci siamo diretti al supermercato -Se la stessero cercando?- dissi impulsivamente -Chi? i genitori?- -Si, dovremmo almeno dirlo alla polizia, se nessuno la cerca e la manderanno in un orfanotrofio- -Cosa- mi interruppe -Non ce la daranno la custodia, lo sai bene Elio, sai che Ollie non c'è lo perdonerebbe mai- -Se firmassi solo io- cercavo di trovare una soluzione -Lo sai che prima o poi lo scopriranno- -L'ho fatto per Ollie, posso farlo anche per lei. Proviamoci, Giada ormai ci adora come siamo, non possiamo deluderla, per lei ora siamo la sua salvezza- -E va bene- abbiamo girato e siamo andati in centrale -Oliver, stai fuori, fai la spesa, ci vediamo fra mezz'ora- -Certo- se ne andò -Salve, volevo chiedere se è stata denunciata la scomparsa di una bambina di sei anni capelli lisci neri e occhi azzurri- -No, nessuna scomparsa, ma se avete trovato una bambina abbandonata e volete adottarla, dovrete parlare con un consulente che farà un paio di domande sulla casa e sarà vostra- -Okay, dove dovrei andare per parlare al consulente?- -È in quella stanza- -Allora vado, grazie- entrai -Salve- -Elio- -James, come stai?- -Bene, tu?- -Bene, hanno detto che dovevo venire qui per adottare la bambina- -Si, non ti faccio domande, casa tua la conosco benissimo, devi firmare qui, basta che tu non sia gay, non credo tu lo sia, quindi non mando nessuno- -Grazie, se sei libero vieni a cena, domani sera ci sarà un mio vecchio amico, quindi, fammi sapere se sei libero- -Verrò di sicuro- andai fuori e corsi al supermercato con i fogli in mano, lo vidi in mezzo a gli scaffali -Oliver, ce l'abbiamo fatta- -Come hai fatto?- -Era un amico di mio padre- -Paghiamo e torniamo da Giada, subito- abbiamo fatto una corsa alla cassa abbiamo pagato, siamo tornati a casa, Ollie leggeva a Giada che stava rilassata fra le sue braccia, Ollie appena ci aveva visti -Aspetta Giadina, torno subito- corse da noi -Devo parlarvi, andiamo dentro- lo abbiamo seguito, si è seduto sul divano -La porteranno via vero? senza pietà, entreranno dalla porta e la prenderanno mentre piange, come avevano fatto con Oliver quella volta che è stato arrestato, e questo perché non potete tenerla, questo vorrebbe dire che prenderanno anche me- gli venne una crisi di pianto -Hey, non succederà niente, ho i fogli dell'adozione di tutti e due, non te ne andrai e tanto meno lo farà lei- -Siete proprio scemi, mi avete fatto prendere un colpo, grazie di averla salvata- -Grazie- disse Giada che era appena entrata, Oliver la prese in braccio -Uno scrittore ci ha invitato a mangiare fuori, andiamo?- disse Oliver -si, ho fame- rispose Giada -Prima ti devi cambiare, Elio ha lavato i vestiti, prendi le all star di Ollie- -Va bene, ti amo papi- gli diede un bacino, Oliver la mise giù lei venne da me e mi prese la mano -Tu vieni con me- disse e si mise a correre continuando a tenermi, la seguì su per le scale, finché non si accorse di non sapere dove erano i suoi vestiti -Sono qui- mi piegai e glieli tirai fuori -Ti ringrazio papà- si vestì velocemente, presi le scarpe di Ollie che ci eravamo dimenticati qui anni fa, le calzavano a pennello, gliele allacciai, lei si mise la felpa, mi diede un bacio dolce con le sue labbra piccine -Andiamo- -Andiamo-

𝚂𝚎 𝚗𝚘𝚗 adesso , 𝚚𝚞𝚊𝚗𝚍𝚘? E+ODove le storie prendono vita. Scoprilo ora