|What's strangest of you?|

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I giorni seguenti li passammo tranquillamente, Oliver ha insegnato a Giada ad andare in bici e per ogni cinque metri che lei riusciva a fare senza cadere mi facevano guadagnare un bacio. Ollie andava in giro con i suoi amici e la maggior parte delle volte si portava dietro Giada, quindi io e Oliver non sapendo cosa fare... finivamo a fare il sesso più stupendo dell'universo, due anime che ne creavano una sola. Mi svegliai un po' intontito ma non volevo alzarmi,  tenevo gli occhi chiusi perché non avevo forze per aprirli, ma protrassi comunque la mia mano verso il lato di Oliver, perché mi faceva bene averlo lì, il letto era vuoto e freddo. L'ho fatto andare via, con le mie cavolate e cose stupide, le mie lamentele sulla morte e pressandolo, dopo dieci anni, di nuovo vuoto, avevo voglia colpire qualcosa, perché la mia stupidità ha dovuto prendere il sopravvento? non sapevo che ora fosse e non potevo rischiare di svegliare i bambini, eppure erano stati dei bei giorni,  se proprio avesse dovuto andarsene per il cancro perché non farlo subito? Stetti in silenzio in mezzo a lacrime che non mi uscivano, avevo pianto così tanto che non riuscivo più a fare uscire neanche una misera lacrima, è stupido basarsi solo su una persona abbastanza per sentirsi vuoto senza, ma quello era il mio punto debole parlando di Oliver, mi guardai attorno c'erano ancora le sue cose, è andato via così in fretta? Iniziavo ad immaginare la scena ma faceva male, ma okay non ero più un diciassettenne dovevo andare avanti per i miei piccoli, cosa avrei dovuto rispondere se mi avessero chiesto di Oliver? Mi alzai e mi tremarono le gambe caddi facendo un tonfo che si sarebbe sentito anche in Cina, restai per terra -Elio, tutto bene? Come hai fatto a cadere?- Oliver, era lì, il mio cervello non doveva farmi scherzi e se quello lo era, era proprio di cattivo gusto, non potevo raccontare cosa era davvero successo, si sarebbe preoccupato -Mi è caduto un libro ed è finito sotto al letto ero per terra perché cercavo di prenderlo, non sono caduto, probabilmente il rumore che hai sentito era del libro- -Alzati lo prendo io il libro- mi allungò il braccio per aiutarmi ad alzare, lo afferrai e mi alzai, in quel momento ero felice di essere furbo, da anni ormai avevo lasciato un libro sotto il letto, non si sa mai perché bisogna nascondere il motivo per cui si è sdraiati per terra, lo avevo messo per Mafalda in realtà, non voleva che io stessi sdraiato per terra a leggere, allora una volta mi è venuta questa idea che non era mai servita, ma che ora serviva più che mai, non dovevo sembrare debole, anche se per una persona con il cancro è normale non avere forze, prese il libro e si mise sul letto   -Questo è strano- -Cosa è strano?- se avesse capito, potrei cadergli così in basso -Non ho mai visto questo libro fra gli scaffali- -Cioè?- -È da anni che osservo nei minimi dettagli i libri che leggi e lasci negli scaffali e quello non c'è mai stato- non aveva un tono accusatorio, bensì molto incuriosito quasi da dire "e questo da dove è sbucato?" Decisi di giocarmela come meglio potevo -Perché è speciale e lo tengo nascosto in alto, tanto che di solito salgo sulla sedia per arrivarci adesso non ho potuto usarla perché avrei svegliato i bambini ho provato a prenderlo ma era troppo in alto- -Quindi per te "Il Decameron" è un libro da tenere in alto- ah quel libro la prof lo aveva dato a tutta la classe, da leggere durante l'estate, aveva detto, poi però lo avevo letto solo io -Ma se è fantastico, dieci storie, dieci giorni e dieci ragazzi scappati dalle loro case per ripararsi dalla peste, dovresti leggerlo sai?- -Qual'è la tua storia preferita?- non me lo ricordavo così bene in fondo -Tutte, è impossibile scegliere- mi guardò -Dovrai sceglierne una da farmi leggere- -Va bene, ma resta qui con me- mi sorrise e mi fece cenno di sdraiarmi sul letto con lui, io non me lo feci ripetere due volte, mi appoggiai al suo petto, i peli che mi facevano il solletico al viso, il suo profumo, adoravo la piega che stava avendo la mia vita, Oliver iniziò a giocare con i miei capelli come faceva sempre, mi rilassava tanto, lo guardai negli occhi, lui fece lo stesso per qualche secondo, si guardò le mani e mi fece un fievole sorriso, non capivo cosa lo facesse sorridere, ma sapevo che sorrideva per non fare preoccupare me, ma non sapeva che questa cosa mi faceva agitare ancora di più, gli presi le mani delicatamente, erano piene di miei capelli, chiusi gli occhi -Tranquillo- mi diede un bacio sulla fronte, mi raggomitolai e Oliver mi prese in braccio -Sai che sarai sempre bellissimo vero?- -Lo pensi davvero?- -Proprio per questo mi raserò anche io- -Non farlo- -Se lo fai tu lo faccio anche io- mi scappò un sorriso -Va meglio, guarda che sorriso, non preoccuparti per cose inutili, tu sei la stella più brillante dell'universo- arrossivo come un bambino di cinque anni che dava un fiorellino alla bimba che gli piace -Che soddisfazione lasciarti senza parole- entrammo in bagno -Posso toccarli un ultima volta?- chiedemmo nello stesso momento -Ok ho un'idea, mettiamo una ciocca ciascuno in due bustine diverse da prendere quando vogliamo- -Ci sto- mi rispose tutto contento, mi mise una mano tra i capelli, e io feci lo stesso -È il momento sapevamo sarebbe successo- disse passandomi la forbice -Avanti tagliami la ciocca- ribadì vedendo che tentennavo -Sei sicuro?- chiesi -Certo che sono sicuro- afferrai la ciocca e la tagliai in un colpo -Vedi, era facile, ora passami la forbice- gliela passai, lui mi prese una ciocca e la tagliò. Presi due bustine dall'armadio, prima contenevano bottoni che ho messo nella vecchia scatola del cucito di Mafalda, ho messo le ciocche nelle bustine che ho chiuso subito dopo e ho messo nel cassetto, tornai in bagno e Oliver aveva in mano la macchinetta -Vado prima io o prima tu?- -Prima io così hai il tempo di ripensarci- risposi, chiusi gli occhi, e non li riaprii fino alla fine, il rumore della macchinetta era frustrante ma me ne facevo una ragione, iniziavo ad accettare tutto quando Oliver era con me, mi passò la mano per la testa per levare i ciuffi tagliati che erano rimasti -Puoi aprire gli occhi adesso- mi sussurrò all'orecchio, mi guardai, ero sempre io ma senza capelli -Vuoi ancora tagliarteli?- non rispose e con la macchinetta iniziò a rasarsi, mi sentivo così in colpa, ma allo stesso tempo ero felice perché nessuno aveva mai fatto una cosa così per me -Sembri un Marines- dissi ridendo, mi sorrise.

𝚂𝚎 𝚗𝚘𝚗 adesso , 𝚚𝚞𝚊𝚗𝚍𝚘? E+ODove le storie prendono vita. Scoprilo ora