|The world is going on fire|

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Continuavamo a toccarci la testa a vicenda increduli di ciò che avevamo fatto -Nessuno aveva mai fatto una cosa così per me- -Oh piccolino, per te farei qualsiasi cosa- lo baciai e andai in cucina -Vado a fare la spesa in paese, vuoi qualcosa- dissi ad Oliver -Vado io tranquillo- -No, ho voglia di fare una passeggiata, aiuta Ollie con i compiti che ne ha bisogno- -Va bene- lo abbracciai, presi le chiavi e uscii di casa. Ero sempre stanco come prima, ma prendere un po' d'aria e fare una passeggiata mi faceva bene, vidi un gruppo che ne gridava di santa ragione a due ragazzi, subito decisi che dovevo farmi gli affari miei, poi sentii il discorso -Voi due siete schifosi, gay di merda- e gliene dissero altre, quei due ragazzini erano giovani non superavano i vent'anni di sicuro, ed erano indifesi confronto a quel gruppo di animali, si tenevano per mano e il più grande stava davanti al piccolo per fargli da scudo in caso fossero andati oltre -Tappati le orecchie e non ascoltarli, io sono qui- disse vedendo che il piccolo era visibilmente spaventato -Andiamocene- lo implorava il piccolo -No, noi non siamo dei vigliacchi- nella mia testa le loro parole superavano tutti gli insulti degli altri, mi ripetei la frase, noi non siamo vigliacchi, mi diede la forza di contrastare quelle bestie per loro, tanto sarei morto comunque -Hey chi siete voi per insultare questi ragazzi?- gridai, lo gridai per me, per Oliver, per quello che eravamo e che eravamo sempre stati -Ma non vedi che sono degli invertiti?- -E voi siete meglio di loro?- -Non sei Superman e non sei il loro avvocato allora cosa centri con questa storia, vattene e lasciaceli pestare- -Mai, voi non torcerete neanche un capello a questi ragazzi- -Grazie- sentii sussurrare dal più grande -Allora ve ne andate con le buone o con le cattive?- non capivo da dove mi usciva il coraggio di quelle parole ma sapevo di essere impotente confronto a tutti loro messi insieme, ma se avessi usato le parole nel modo giusto sarei riuscito a cavarmela -Con le cattive- si avvicinarono e iniziarono a strattonarmi io cercavo di opporre resistenza ma non c'è la facevo, mi spinsero a terra e mentre ero indifeso tiravano pugni a destra e a manca, non capivo dove fossi, sentivo caldo dappertutto, ben presto mi accorsi che era sangue, il mio, ripresi i sensi, vidi i ragazzi -Andatevene da qui- corsero via, dopo minuti infiniti di pugni presi per quei ragazzi, tre mi tenevano e uno altro tirò fuori il coltello, mi prese il polso e iniziò ad incidere una x -Oliver- gridavo singhiozzando preso dalla disperazione più totale -E non piangere femminuccia- mi tirarono un pugno che mi fece svenire, la banda mi lasciò lì, in mezzo alla piazza, ero dolorante e non respiravo bene. Pensavo a cosa avrebbe pensato Oliver vedendomi così, la maglia piena di sangue, come la mia faccia, Oliver chissà cosa starà facendo in questo momento, decisi di restare lì non avevo forze, gli occhi mi si chiusero, ero esausto, ad alzarmi ci avevo provato ma le gambe decisero di cedere, questa volta però era perché erano piene di lividi come il resto del mio corpo, persi conoscenza, ero in un limbo in una specie di stanza che non sai quando inizia e quando finisce finché mi sentii scuotere come da una forza esterna -Svegliati, ti prego- Oliver era inginocchiato davanti a me -No, non piangere, l'ho fatto per un buon motivo- era la voce più roca che mi fosse mai uscita -Magari era un buon motivo per te, ma per me niente giustifica cosa ti è successo- -Erano due ragazzi innamorati come noi, ma non avevano neanche vent'anni, e quel gruppo voleva fare del male a loro, ma non volevo che l'omofobia si ripercuotesse su dei ragazzini- -Tu sei un ragazzino- mi diede un bacio sulla fronte, andammo a casa, mi adagiò sul letto ed entrò in bagno, aprì l'acqua della vasca, tornò da me e mi levò tutti i vestiti, appena vide tutti i lividi che avevo fece uno sguardo, quello sguardo lo conoscevo bene, era arrabbiato con quelle persone e avrebbe voluto levare tutto il dolore che avevo -Ti hanno picchiato per così tanto tempo?- -Sono svenuto per un po' ma quello che mi ricordo era tanto- -Atterrito e indifeso- mi prese il polso destro, avevo incisa una piccola x -Avevano anche un coltello?- annuì tenendo la testa bassa -andiamo a levare questo sangue- mi disse prendendomi come un bambino, feci una smorfietta di dolore -Ti metto nella vasca resisti- l'acqua era fresca e mi faceva piacere, Oliver mi insaponò delicatamente, mi sciacquò, mi aiutò ad uscire e mentre cercava del ghiaccio mi tamponai piano con l'asciugamano -Il ghiacciosprai del calcetto di Ollie lo sapevo che sarebbe stato utile- disse entrando tutto fiero di se iniziò a spruzzare prima sui lividi più grandi e poi su quelli più piccoli -Con questo almeno non gonfieranno- mi disinfettò le ferite, ci mise i cerotti provò a mettermi la maglietta ma faceva male quindi restai in mutande tanto era estate e faceva caldo -vuoi che ti lascio un po' riposare?- -Resta- -Se oggi ti fossi restato a canto ora non staresti così- -Non è stata colpa tua- si mise sdraiato rivolto verso di me e io non potevo girarmi verso di lui se non con la testa, intanto con la mia mano tenevo la sua -Quanto ti amo movie star- chiuse gli occhi, sospirò -Quanto ti amo io principino-
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𝚂𝚎 𝚗𝚘𝚗 adesso , 𝚚𝚞𝚊𝚗𝚍𝚘? E+ODove le storie prendono vita. Scoprilo ora