|You, I, We|

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Davanti a quel fottuto ospedale mi vennero i brividi, Oliver mi prese la mano, restando composto e discreto, perché farsi notare? -Io sono qui, qualsiasi cosa ti serva- sorrisi, chiunque nella mia situazione direbbe che non c'è proprio niente per cui sorridere, potrei essere d'accordo con voi, ma ciò vorrebbe dire essere meschino e codardo, perché? Sarebbe tirarsi in dietro, non sorridere sarebbe rinnegare tutta la gioia e la felicità che ho accumulato in tutti questi anni con Oliver, il motivo per sorridere c'è, lui, certa gente davvero non sa cosa sia l'amore, la semplice cottarella che si ha alle medie o alle superiori per il belloccio o la figa della situazione ha ben poco di quello che proviamo noi, non sarebbe neanche minimamente un millesimo di quello che provo.
Se dovessi morire vorrei poter guardare da fantasma cosa fa Oliver, forse sarebbe stato straziante, forse invece no.
-Perlman- presi un respiro profondo, lo sguardo di Oliver mi diede la carica giusta, lui andò a prendermi qualcosa di dolce da mangiare, perché di solito questa roba ti fà venire l'amaro in bocca, andai a sedermi, l'ago congelato entrò a contatto con la mia pelle facendomi venire la pelle d'oca, penetrò fino alla mia vena con una mossa scattosa.
"Bene, adesso hai una ventina di minuti da occupare, dopodiché torno e ti levo il tutto" annuii e l'infermiera se ne andò, cercavo Oliver con lo sguardo, appena mi girai verso la porta lui entrò, adesso mi sentivo rilassato.
Venne da me -Ti ho preso dei biscotti al cioccolato, volevo prenderti del gelato ma avevo paura che si sciogliesse quindi al suo posto ho preso una brioche e...- prese lo zaino e tirò fuori un libro, c'era scritto chiamami col tuo nome, era la cosa più dolce che io avessi mai visto -Non ci credo- dissi con un sorriso a trentadue denti -Già, neanche io, mi sono fatto aiutare da un mio amico scrittore, beh lui ha scritto la storia mentre gliela dettavo poi io personalmente ho cambiato il nome e il genere dei personaggi.
Non so se avrebbe accettato di scrivere di Elio e Oliver, quindi lì per lì gli ho dettato la storia di Elio e Olivia, spero che fra qualche anno qualcuno pubblicherà la versione modificata da me- -Lo faranno, e tu manderai fuori di testa parecchie ragazzine- sorrise -Ho provato a scriverla dal tuo punto di vista- -Ah, adesso scoprirò se mi conosci davvero- aprii il libro.
Se non dopo, quando?
<Dopo!> La parola, la voce, il mondo.
Non avevo mai sentito nessuno salutare così.
Il suo Dopo! suonava duro, secco e sbrigativo, pronunciato con la velata indifferenza di chi non si preoccupa più di tanto se ti rivedrà o risentirà.
È la prima cosa che mi ricordo di lui, lo sento ancora oggi. Dopo!
Chiudo gli occhi, dico quella parola e mi ritrovo in Italia, tanti anni fa, cammino lungo il viale alberato, lo guardo scendere dal taxi, camicia celeste svolazzante aperta sul davanti, occhiali da sole, cappello di paglia, pelle ovunque.
-Tu mi conosci troppo, è bellissimo- e avevo letto solo metà pagina. Sorrise -Vado a chiamare Marzia, vediamo se è già a casa, dopo- -Dopo- non mi faceva più male quella parola.
Vi amo tuttiiiiiiii lasciate una stellina se vi è piaciuta questa parte🌟

𝚂𝚎 𝚗𝚘𝚗 adesso , 𝚚𝚞𝚊𝚗𝚍𝚘? E+ODove le storie prendono vita. Scoprilo ora