Capitolo 8 - Patti , alcuni chiari... altri mortali

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Nella sala del trono, a Capo di Rovotorto, intanto, il re era rimasto solo.

Congedato il Sommo Sacerdote Thekal, aveva risalito la lunga scalinata del suo trono e vi si era seduto.

Ora se ne stava lì,a massaggiarsi le tempie, cercando di liberarsi dallo stress accumulato dopo tutto quello che era successo.

La stupida idea di Jehn'naroh di portare un'umana fino a lì, l'intervento di Thekal, Shirvallah ... tutto questo era troppo per i suoi nervi.

Poggiò la testa all'indietro, lasciandosi per un attimo riscaldare dalle braci accese ai lati del suo trono.

Sarebbe stato tutto più semplice se avesse potuto ammazzarla con le sue stesse mani.

Ma purtroppo, c'era un patto con Katel'Seas in ballo in cui c'entrava la vita della figlia di Samuel Vuich.

E non solo. Anche la sua amata e unica figlia ne era in parte coinvolta.

La principessa Talanji.

Meno male che non era lì ma a Zandalar, a guidare il regno in sua assenza.

Era diventata una bellissima e fortissima sacerdotessa di Rezan, il Loa Tirannosauro dei Re, dimostrandosi molto più responsabile e matura per la sua età. 

Poteva fidarsi di lei,e sapeva che un giorno avrebbe governato il regno meglio di lui.

Un sorriso si levò fra le sue possenti zanne, mentre pensava ad occhi chiusi a quanto fosse fiera di lei.

Non badò a come, lentamente, nelle braci le fiamme si stessero affievolendo, fino a morire del tutto in sottili nuvolette di fumo.

D'un tratto, sulla sua pelle sentì il vento.

Dapprima leggero come brezza, ma poi sempre più forte , tanto da far cadere la brace alla sua sinistra, producendo un gran baccano.

Spalancò gli occhi spaventato, girando il collo verso la fonte del rumore.

Con l'impatto si era sollevata la cenere dall'interno di essa, producendo come una gran nebbia attorno a sé.

Il vento continuava a soffiare, così freddo che ti penetrava nelle ossa, gelido come nessuno aveva mai sentito prima.

Gelido come la morte.

Ma quella nebbia non si levava.

Il monarca, intimorito,sentì in mezzo a quel caos l'eco di una risata.

Una risata gracchiante e secca, che risuonò lungo tutta la sala , che si era improvvisamente rabbuiata davanti agli occhi del re.

Rastakhan sospirò.

"Ci mancavi solo tu." disse il re in un soffio, stringendo forte le palpebre.

Udì provenire , proprio sopra la sua testa, uno strano scricchiolio. Poi ...

"Wewe!" una voce sbeffeggiante gli alitò improvvisamente in faccia.

Re Rastakhan aprì gli occhi controvoglia.

Un troll lo fissava con aria di scherno a pochi centimetri dalle sue zanne.

Era a testa in giù, ma il sovrano riconobbe quei suoi occhi infuocati e il suo ghigno malefico nascosti dietro la maschera da negromante.

"T'agg mis paura, eh?" insinuò lui beffardo , agitando le dita scheletriche.

"Bwonsamdi ..." mormorò Rastakhan, più infastidito che spaventato dall'orribile presenza del suo Loa.

Troll Spirit [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora