Capitolo 20 - Nebbia Furtiva

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Era l'ora del crepuscolo, quando le ultime luci del tramonto affievoliscono al'orizzonte lasciando posto alla Luna e alle sue stelle.

Sulla nave c'erano pirati di ogni tipo e razza.

Un paio di goblin pirata se ne stavano appesi alle corde dell'asse.

Un umano stava sulla coffa guardando l'orizzonte col suo cannocchiale .

Sul ponte, un orco con una gamba di legno sostituiva momentaneamente il goblin al timone, altri due tuskarr chiacchieravano tra loro mentre si preparavano ad ammainare le vele per la notte, e un tauren pirata trasportava dei barili pesanti.

Sentendosi osservato, il tauren si rivolse a lei sbuffando : "Che hai da guardare?".

"Pensavo che i tauren fossero un popolo pacifico, che mai si abbasserebbero a fare i pirati." Mormorò Lort, pigliandosi la confidenza come se nulla fosse.

" Che ti aspetti? Un tauren brucia incensi che prega invano gli spiriti del cielo e della terra vicino al suo totem? Puah! Razzista." La insultò il tauren, e tornò a fare il suo lavoro.

"Entra. Il Capitano ti raggiungerà fra poco." brontolò il goblin, spingendola dentro la cabina e chiudendo poi violentemente la porta alle sue spalle.

Lort, rimasta sola, si guardò attorno circospetta: la stanza si presentava molto larga, rinfrescata da un oblò aperto in fondo ad essa.

Era stata illuminata dalle candele posate sul lungo tavolo che troneggiava al centro di essa.

Era apparecchiato, alla bell'e meglio, per due persone: un posto a capo tavola, con una bella poltrona decorata in stile barocco, con le coperture di rosso, e uno nell'angolo alla sua destra, con una sedia di legno sgangherata.

A quanto pare, Zannuncino ci teneva a far sapere quale fosse il suo ruolo in quella nave.

A parte lei, non c'era nessuno.

Ebbe come una sensazione di soffocamento in quella stanza, come se lì dentro ci abitasse una persona non propriamente amante delle pulizie e dell'ordine, e che avesse tentato di rendere presentabile ad un ospite come lei la stanza mettendo qualche candela e facendo arieggiare la stanza all'ultimo momento.

Gli strani oggetti poggiati sulle pareti infatti, souvenir di passate battaglie navali e conquiste, ingombravano e rendevano la stanza più piccola di quanto in realtà non fosse.

La paladina avanzò, col cuore che le batteva sul petto corazzato.

Si rese conto di essere incuriosita da tutti quei tesori.

Si avvicinò alla prima cosa che trovò appesa alla sua destra: un grosso tentacolo viola, lungo almeno il doppio del suo braccio. 

Era stato attaccato a quelle teche dove i pescatori espongono i loro trofei di pesca, e su cui di solito si fa fare pure un incisione orgogliosa.

E come infatti, sotto le ventose di quel viscido trofeo, intravide una piccola scritta.

Ci mise un po' a decifrarla, perché era stata incisa a mano sul legno con un coltellaccio: Tentacolo di N'zoth. Non toccare.

"Cioè... vorresti farmi credere che davvero hai affrontato il Dio Antico N'zoth... e gli hai strappato un tentacolo?" mormorò Lort, con non poco scetticismo.

Nessuno ha mai affrontato il Dio Antico e poi è sopravvissuto per raccontarlo... perché chi è riuscito a sopravvivere, si dice che avesse passato il resto della sua vita internato per pazzia.

"Sarà di un calamaro gigante qualsiasi... - ovviò Lort ad alta voce- ... ad ogni modo, è comunque invidiabile che tu ne abbia incontrato uno e che sia riuscito ad ucciderlo. Sempre che questo tu non l'abbia comprato in qualche mercatino dell'usato ... I calamari giganti vivono nelle profondità marine, e raramente si fanno vedere ...".

Troll Spirit [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora