Ciao, mi chiamo Izuku Midoriya. Se stai leggendo questa storia allora significa che qualcosa è andato storto.
Se stai leggendo significa che non ho realizzato il mio sogno.
Se stai leggendo significa che ora temi il mio nome.
Se stai leggendo significa che sono dalla parte dei cattivi.
Significa che mi hanno spezzato, mi hanno rotto. E allora ho cambiato strada. Ho cambiato obbiettivo e identità.
Ma iniziamo dal principio, quando ho iniziato a incrinarmi.
Ero un bambino felice e spensierato. Avevo degli amici e Kacchan era il mio migliore amico, ma tutto è cambiato alla fine delle materne.
Quando tutti i miei compagni di classe avevano già manifestato la loro unicità io ero l'unico a non aver ancora fatto nulla di speciale. Così Kacchan ha iniziato a prendermi in giro, e così tutti gli altri.
A soli sei anni ero nel mirino di qualsiasi studente volesse divertirsi con qualcuno più debole, e tutti mi conoscevano perché, di questi tempi, nascere senza unicità è una cosa rara e considerata come un deficit genetico.
In poche parole... per tutti loro ero sullo stesso piano di una persona disabile, ma visto che effettivamente non avevo deficit fisici o mentali di alcun genere ero la preda preferita di chiunque.
Quindi tutti pian piano hanno iniziato ad isolarmi, fino all'inizio delle elementari.
In prima elementare un bambino dolce, affettuoso, sognatore e intelligente era estremamente solo e triste.
Già in prima elementare nessuno mi voleva più. Ero solo. I miei amici, Kacchan. A uno a uno mi hanno tutti abbandonato, ma la cosa che faceva più male di tutte erano gli sguardi di pietà, le risatine e le battutine fatte alle spalle, ma in modo che le sentissi. Solo perché ero quello 'diverso', quello 'strano', non significa che non facesse male tutto ciò.
'inutile', 'senza unicità', 'stupido', 'nerd', 'anormale', risate, schiaffi, pugni, calci... 'E tu vorresti diventare un eroe? Senza unicità?'.... Basta. Ho detto Basta! Smettetela!
Ho iniziato ad avere attacchi di panico, ansia costante e tic nervosi che non hanno migliorato per niente la mia situazione.
Gli anni passano. Kacchan è sempre più violento con me, sia fisicamente che verbalmente. Ora sono in prima media.
Un giorno mi ha detto di buttarmi dal tetto della scuola... e ho pensato seriamente di dargli retta quella volta.
Finite le lezioni stavo controllando il mio nuovo quadernetto dove prendevo tutti gli appunti possibili sugli eroi. Kacchan mi è apparso davanti assieme alla sua banda e me lo ha strappato di mano.
Non ho mai smesso di sognare, anche se in fondo sapevo che il mio sogno di diventare un eroe era irrealizzabile.
"Ancora con queste sciocchezze, Deku? Non ti è bastata la lezione di ieri? Sei un povero bastardo senza unicità. Dovresti buttarti dal tetto e pregare di rinascere con anche solo la più inutile delle unicità. Anche solo per averne una."
Oh... era diventata una routine essere picchiato tutti i giorni da Kacchan dopo la scuola. Ormai non me ne curavo pio molto, tanto... non rispondevo neanche più, subivo e basta.
Mi ha preso per il colletto della divisa e mi ha scaraventato al muro con un'esplosione poi, sotto i miei occhi lacrimanti, ha polverizzato il mio quaderno.
L'unica cosa che mi rendeva felice, l'unica cosa per cui mi sono impegnato in quegli ultimi mesi.
E ancora una volta lui ha crepato una parte di me, ha spinto il coltello un po' più vicino al cuore.
Non sapevo quanto effettivamente avrei resistito ancora, ma ci mancava molto poco alla mia definitiva rottura.
Ho lasciato che finisse di picchiarmi e sono tornato a casa. Fortuna che mia mamma lavora di notte, così va via prima che io torni e non vede i lividi e le ferite che mi lecco nel silenzio della mia camera ogni sera.
Non sente gli urli che mi portano gli incubi e non deve vedere a che punto mi sono ridotto.
Perché sì, mi sono ridotto davvero male.
Sono depresso, autolesionista, la notte gli incubi non mi fanno dormire, sto ore a parlare da solo, o meglio... con le voci nella mia testa, gli unici amici che ora ho.
Ogni volta che torno a casa ho il mio step fisso in bagno con il disinfettante e le garze che compro con i soldi che la mamma mi dà per il pranzo. Dopo essermi curato le ferite fatte dai bulli mi giro, prendo la lametta che nascondo nella lampada e osservo il mio sangue scorrere sulla porcellana bianca del lavandino. È interessante, sapete?
Pulisco tutto, mangio un boccone, studio e vado a letto, aspettando che un incubo mi svegli.
Ma il giorno in cui sono andato in frantumi è stato il peggiore della mia vita.
Stavo tornando a casa quando lo vidi, vidi il mio eroe.
All Might aveva appena finito di combattere contro tre cattivi che la polizia stava portando via.
Lui era accerchiato da fan e giornalisti. Mi sono fatto largo tra loro e mi sono avvicinato.
Dovevo fargli una domanda, ne andava del mio futuro, della mia sanità mentale.
Ho spintonato finché non sono arrivato davanti a lui, avevo un occhio viola, il labbro ancora spaccato e qualche piccola bruciatura. L'ho guardato negli occhi e gli ho chiesto:
"Ti prego, dimmi All Might, posso diventare un eroe anche senza unicità?" Avevo le lacrime agli occhi. Avevo bisogno di un conforto. Avevo bisogno di un eroe.
"Mi dispiace ragazzo, senza unicità non puoi combattere il crimine. Però puoi diventare un poliziotto. È un lavoro molto onorevole anche quello."
Mi ha messo una mano sulla testa e se ne è andato.
No, non era quello che volevo sentirmi dire. Non era quello di cui avevo bisogno dopo la milionesima scazzottata di Kacchan.
Quel giorno, in quel momento, ho sentito il mio cuore andare in frantumi e qualcosa spezzarsi nella mia mente.
Quel giorno, a casa, mentre mi leccavo tutte le ferite e ripercorrevo tutte le cicatrici sul mio corpo, ho maturato un pensiero. Ha iniziato a mettere radici un'idea: 'Ma... se non posso diventare un Hero, potrò diventare un Villain?'.
Così è cambiata la mia idea sugli eroi.
Così sono cambiato io.
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Qualcosa è andato storto...
FanfictionE se nell'infanzia di Izuku Midoriya qualcosa fosse andato storto? E sei quei 'non c'è la puoi fare' fossero rimasti tali? Storia alternativa dove il nostro Deku sarà felice, ma non un eroe.(come si intende dalla copertina) (disegno non mio) La cron...