cap.36

383 26 5
                                    

È passato quasi un mese dal Festival sportivo ed è arrivato il periodo degli esami, che io e Shoto abbiamo passato a pieni voti. Tra due settimane andremo con la nostra classe al Campo Estivo e ci alleneremo su un campo diverso dal solito.

Iniziano a girare voci per la scuola. Dicono che ci sia una spia perché molte delle ultime mosse degli Hero sono state previste dai villain... ops. Colpa mia.

Oggi è una domenica tranquilla. Dabi è a fare delle commissioni, Eri guarda i cartoni e io e Shoto abbiamo quasi finito i compiti. Appena finisco qui devo correre alla base per perfezionare il piano che verrà messo in atto al campo.

A un certo punto Shoto rompe il nostro silenzio concentrato.

"A scuola gira voce che ci sia una spia tra noi" Disse

"Sì, ho sentito. Bakougo pensa che sia io e di conseguenza tu, visto che stiamo sempre per i fatti nostri e tu hai cambiato domicilio."

"Bhe, non ha tutti i torti." Si grattò leggermente la nuca.

"Devo fare cadere i sospetti su di noi. La LOV ha già pensato a un piano. Tu puoi farne parte o restarne fuori. A te la scelta." Mi sedetti più composto e iniziai a mettere a posto i libri.

"Di che si tratta?"

"Al campo estivo, tra due settimane, faranno un finto attacco e insceneranno il mio rapimento. Ti do la possibilità di scegliere se combatterci e rimanere fuori da questa storia o fare finta di essere rapito. Se scegli la seconda opzione sappi che non potrai più tirarti indietro. Diventerai uno di noi. Se vuoi potrò tenerti fuori da qualsiasi missione, ma non potrai più fare finta di nulla." Dissi prima di uscire di casa. "Pensaci bene."

Passò quasi una settimana da quella domenica e un giorno, dopo essere tornati da scuola, Shoto se ne esce con due parole che in quel momento non erano contestualizzate.

"Ci sto." Disse.

"Cosa?" Chiesi stranito.

"Starò al vostro piano. Voglio stare con te e mio fratello. Non voglio più rischiare di perdere uno di voi come l'ultima volta. Se vi sto vicino avremo meno possibilità di essere beccati, anche a scuola. Se sapessi i vostri piani non sarei perennemente in ansia e non rischierei di intralciarvi per sbaglio."

"È una vita difficile, lo sai?"

"Sì. Vedo cosa fai. È pesante, ma se tu riesci a sopportarla allora posso farcela anche io. Poi tu ti devi anche prendere cura di una bimba piccola e lo fai benissimo. Posso farcela."

"D'accordo. Quando arriva Dabi ti spiegheremo il piano."

Avevo dato al mio angioletto degli esercizi da fare in modo che io, Shoto e Dabi potessimo parlare tranquillamente in cucina, visto che quest'ultimo era appena arrivato.

"Cosa dovete dirmi?"

"È dentro. Vuole fare parte del piano." Dissi guardando Dabi negli occhi.

Lui si girò verso suo fratello e lo fissò intensamente.

"Ne sei sicuro?"

"Sì." Rispose semplicemente Shoto.

"Sai che così non potrai mai diventare un Hero?"

"Certo."

"Vivrai una vita da fuggitivo e non potrai realizzare i tuoi sogni."

"Ascolta, fratellone. Ne ho parlato con Tetsuya una settimana fa. Ho avuto tempo per valutare i pro e i contro del caso. Sono sicuro di volervi aiutare e di voler stare dalla vostra parte." Disse Shoto convinto.

"Perché questa scelta?" Chiese Dabi. Voleva essere sicuro al cento per cento che il suo amato fratellino non potesse avere rimpianti un giorno.

"Perché ho trovato in voi una famiglia e perché mi avete fatto aprire gli occhi su me stesso e su questa società piena di falsi eroi, primo tra tutti nostro padre. Professa il bene quando è il diavolo in persona. Non voglio più vivere in una società così. Vi aiuterò a cambiare le cose. Poi, sapendo cosa state facendo, non morirei di paura tutte le volte che sparite."

Io e Dabi ci guardammo negli occhi. Per noi erano ottime argomentazioni e ci bastavano quelle.

"Molto bene." Dissi per esprimere il nostro pensiero e dopo gli ultimi sguardi iniziammo a spiegare il nostro piano, che era praticamente perfetto, grazie all'aiuto di tutti.

Passammo quindi il pomeriggio a parlare e ripetere il piano fino allo sfinimento. A un tratto a Shoto sembrò accendersi una lampadina in testa.

"Ma Eri a chi la lasciamo se hai detto che chi la cura di solito sarà coinvolta nell'attacco?"

"Parteciperanno solo il capo, chi fa casino e chi è sicuro che non venga catturato. Avverrà tutto di sera e quindi potremmo lasciare Eri a dormire nella camera di Toga. Tanto nei dormitori metteremo due persone affidabili a fare da guardia alla piccola." Dissi tranquillamente, come se nulla fosse.

"Lo avete già fatto?"

"Certo. Non possiamo mica lasciarla a casa da sola se tutti siamo in missione." Dabi alzò gli occhi al cielo.

"Ok, scusa. Non scaldarti tanto, se no ti si scioglie quella stupida tinta per capelli." Borbottò Shoto.

"Ammettilo che vorresti tingerti quei capelli rossi pure tu." Ridacchiai.

"Ti avevo detto di non dirlo. Stupido chiacchierone. Mi stupisco di come tu riesca a non farti scoprire con quella lingua lunga che ti ritrovi." Borbottò.

"Io so mantenere i segreti. Mi diverte solo vederti arrossire e metterti in imbarazzo davanti a nostro fratello. Sembri un bambino quando fai così." Sorrisi dolcemente. Mentre Dabi rideva di gusto.

"Fottetevi, entrambi." Shoto si alzò tra l'offeso e il volersi sotterrare e uscì dalla cucina sbattendo la porta della camera.

Cenammo e passammo il resto della serata a guardarci un film accoccolati tutti e quattro sul divano.

Anche quella settimana passò e alla fine il giorno della partenza arrivò.

Facemmo le valigie e ci preparammo per andare.

Non ero pronto a lasciare il mio angioletto, ma sarei tornato presto a casa. Tempo tre, quattro giorni al massimo.

La piccola non voleva lasciarmi andare, quindi facemmo un patto.

Toga avrebbe bevuto del sangue e ci avrebbero accompagnati a scuola fino all'arrivo del bus, poi sarebbero tornate a casa da Dabi.

Appena arrivò il pullman Eri non voleva staccarsi dal mio collo. Si era messa quasi a piangere. Mi spezzava il cuore vederla così. E mi dava fastidio che tutti ci guardassero.

"Amore, tornerò tra pochi giorni. Potrai stare un po' con gli zii alla base. Ti prometto che torno." Bisbigliai.

"Non mi lasci, vero? Anche lo zio Shoto torna?" Piagnucolò.

"Certo. Anche lui. Poi ti prometto che stiamo tutti insieme per un po'. E ti do un compito molto importante. Quando torneremo dovrai presentare lo zio Shoto agli altri. Ci stai?" Mormorai al suo orecchio.

Lei annuì con la sua chioma azzurrina e si fece prendere da Himiko.

Io e Shoto salimmo sul pullman e mi sedetti accanto al finestrino per vedere il più possibile la mia piccola.

"Ciao papà! Torna presto!" Urlò muovendo la manina.

Abbassai il finestrino e le diedi l'ultimo avviso prima di allontanarci sulla strada.

"Fai la brava e ascolta gli zii. Vi chiamo appena arrivo."

Quando le due sparirono dal mio campo visivo mi sedetti meglio sul sedile e guardai il paesaggio sfrecciare attraverso il finestrino.

In testa mille pensieri e altrettante preoccupazioni, con un pizzico di conforto nel sapere che almeno Shoto era con me e che la piccola era al sicuro.

Qualcosa è andato storto...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora