cap.23

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È passato un mese. Siamo al 20 di marzo. Tutto trascorre tranquillo.

Shigaraki mi ha ascoltato. Si copre il collo con delle bende e si vede che la pelle inizia a diventare meno secca. Cerca di parlare di più con Eri e lo si vede sempre meno con il bicchiere in mano.

Sono veramente sollevato da questo.

Dabi, ogni tanto, sparisce e riappare senza dire una parola. So che va a spiare i fratelli per sapere come stanno, ma non mi metto in mezzo a queste faccende. Non sono affari miei.

Himiko ed io ci alleniamo per prepararmi al meglio per l'anno scolastico, che inizierà il primo aprile.

Non abbiamo programmato missioni particolari per questo mese. Ogni tanto mi mandano a far fuori qualcuno, ma niente di straordinario.

Visto che nulla si muoveva avevo deciso di noleggiare un film e di guardarlo quella sera alla base.

Sono andato in un videonoleggio e ho preso Joker.

Lo avremmo visto sul tardi, così Eri sarebbe stata troppo stanca e non avrebbe visto le scene cruente.

Ero nel centro commerciale quando vidi Kacchan e il suo gruppetto da lontano.

Il mio primo istinto fu quello di bloccarmi di colpo. Li osservai da lontano. Stavano guardando delle vetrine passeggiando tranquilli.

In quel momento mi sono chiesto se avessero dimenticato, se avessero un minimo di senso di colpa.

Le immagini della mia infanzia esplosero nel mio cervello una a una. Le botte, il dolore, la paura.

Il mio respiro si fece più veloce e la mia testa più pesante. Mi mancava l'aria e il mio corpo sembrava non reagire ad alcuno stimolo.

Riuscii a recuperare in fretta il cellulare e schiacciare il contatto di Kurogiri.

"Pronto? Ci sono problemi, Hito?"

Non riuscivo a respirare. Mi ero appena accasciato a terra e tentavo con dei sussurri e dei rantoli di chiamarlo e di chiedergli aiuto.

La gente iniziava ad avvicinarsi preoccupata.

"Hito? Che succede?" Chiese preoccupato.

Un uomo, probabilmente della sicurezza, chiamò un'ambulanza e si mise accanto a me. Mi tenevo il petto e stavo diventando viola. Indicai all'uomo il cellulare, che avevo fatto cadere a terra, e lui lo prese. Di sottofondo si sentiva Kurogiri che mi chiamava.

"Pronto? C'è qualcuno?" Chiese l'uomo.

"La prego, si calmi, signore. Sono un addetto del centro commerciale del centro città. Il ragazzo che l'ha chiamata sta avendo un attacco di panico. Abbiamo chiamato un'ambulanza. Lo porteranno in ospedale. Avverta i parenti che li aspettiamo lì." Chiuse la telefonata poco prima che io svenissi e che i paramedici mi soccorressero.

Era mattina quando ho perso conoscenza e mi sono svegliato alle due del pomeriggio.

Accanto al mio letto c'era un uomo che non avevo mai visto ed... Eri?

"H-Himiko? Sei tu?" Loro si girarono e l'uomo mi fece un grande sorriso.

"Ma si può che devi sempre farci preoccupare, brutta serpe?"

"Papà! Stai bene?" Si preoccupò la mia piccola.

"Sì, tesoro. Sto bene. Mi gira solo un po' la testa."

"Gli ho detto che sono tuo zio e che lei è tua cugina, se no non mi avrebbero fatto passare. Andiamocene anche velocemente. Mi basta giusto il tempo per entrare nel vicolo qui dietro e chiamare Kurogiri. Ho già firmato le carte."

Qualcosa è andato storto...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora