cap.14

520 35 12
                                    

Arrivati all'appartamento Dabi si diresse subito in cucina.

"Potresti portarci dell'acqua, per favore?"

Un mugolio scocciato arrivò dalla porta.

Intanto mi sedetti sul divano e sistemai meglio la bimba sulle mie ginocchia.

"Ciao, piccola. Non ci siamo ancora presentati con tutto quello che è successo."

Le feci un sorriso e le accarezzai i capelli, ma lei continuava a tenere il viso incollato alla mia camicia.

"Io mi chiamo Tetsuya Hito. E tu?"

"E-eri."

"Ciao, Eri, molto piacere. Quanti anni hai? Io ne ho 13."

"Q-quattro."

Continuai ad accarezzarle i capelli e a stringerla con l'altro braccio. Sembrava che il movimento la rilassasse un pochino.

Dabi arrivò con due bicchieri.

"Eri, lui è Dabi, il mio fratellone."

"Ciao mocciosa."

"Dabi! Sii un po' più gentile con lei. Non vedi che è spaventata?" Lo ripresi.

"Tch... come vuoi." E se ne andò rifugiandosi in camera sua.

"Non preoccuparti di lui, Eri. All'inizio fa sempre così, ma quando poi si affeziona diventa meno stronzo."

Dalla camera arrivò un urlo. "Guarda che ti ho sentito, pulce!"

"Era quello l'intento, fiammifero bruciato!" Risposi di rimando.

Mi allungai di poco verso il tavolino e presi un bicchiere.

"Comunque. Vuoi dell'acqua?" Le chiesi porgendoglielo.

Finalmente lei scostò la testa dal suo nascondiglio e prese il bicchiere per berne qualche sorso.

Aspetto che finisca di bere prima di farle altre domande.

"Allora, piccola, ora ho bisogno di farti delle domande. Se ci sono problemi poi ci fermiamo, d'accordo?"

Lei annuì.

"Perché eri nella base della Shie Hassaikai?"

Lei si irrigidì di colpo.

"Hey, Eri, non preoccuparti. Nessuno ti riporterà indietro." Dissi con voce tranquilla.

Dopo un po' la sentii rilassarsi di nuovo un pochino.

"O-overhaul mi faceva male e mi usava per gli esperimenti."

Sgranai gli occhi.

Quel bastardo aveva fatto cosa?!

Se solo l'avessi saputo prima gli avrei fatto provare molto dolore prima di ucciderlo.

Strinsi Eri con entrambe le braccia, in modo protettivo, e appoggiai le mie labbra sulla sua fronte, mentre il mio naso affondava nei suoi capelli.

"Ascoltami bene, piccola. Chisaki è morto. Non ti farà mai più del male. Ma soprattutto noi non abbiamo intenzione di fartene.

Noi siamo una grande famiglia. Se un giorno qualcuno ti facesse del male basta che ci chiami e noi saremo pronti a proteggerti. Hai capito bene?"

Lei annuì.

"Molto bene."

Rimanemmo lì per un attimo, poi mi staccai e la guardai meglio.

"Mi dispiace, Eri, ma non abbiamo vestiti della tua taglia qui. Andrò a prenderti qualcosa di carino domani, magari con Toga.

Hai bisogno di cambiare quelle bende?"

Qualcosa è andato storto...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora