cap.12

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Eravamo io, Tomura (che non era molto contento di essere lì), Kurogiri e un dottore. Ci trovavamo in una stanza bianca con un lettino e una scrivania.

Era il momento di ricevere il mio quirk.

Prima di apparire nella stanza Kurogiri mi aveva spiegato tutto.

Non avrei visto il Maestro in faccia, ma al mio risveglio avrei avuto entrambi i quirk a me promessi.

"Ora stenditi sul lettino, ragazzo. Starai in stato comatoso per un po'. Non sappiamo quando ti risveglierai. Ciò serve per permettere al tuo corpo di assimilare e abituarsi alla presenza dei quirk in modo lento, evitando danneggiamenti. Il tuo corpo è già allenato fisicamente, ma potrebbero esserci effetti collaterali se facessimo altrimenti."

Mentre il medico parlava mi stava infilando nel dorso della mano l'ago della flebo che era accanto al lettino.

"Ci rivedremo al risveglio." Concluse il dottore.

Sentivo già il mio corpo rilassarsi e la mia mente annebbiarsi.

Nel mio ultimo momento di coscienza mi girai verso Kurogiri e Shigaraki.

"Dite a Dabi 'Guarda nel quaderno di analisi 13'. Forse sparirà per qualche giorno. Trattatelo bene."

Poi svenni.

Avevo lasciato un biglietto nell'ultimo quaderno bruciacchiato che era riposto sulla libreria. L'ultimo quaderno di analisi sugli eroi che avevo compilato prima di essere salvato da Dabi.

In quella lettera gli spiegavo grossolanamente cosa sarebbe successo, che avrei ottenuto un quirk, di non preoccuparsi, e che sarei tornato presto dal mio fratellone. Una promessa che non intendevo rompere.

Mi svegliai stordito e mi sentivo strano.

Appena misi a fuoco vidi la flebo alla mia sinistra. La stanza era la stessa di quando mi ero addormentato.

Mi guardai intorno e mi sorpresi nel vedere alla mia destra una chioma nera poggiata sul materasso.

Dabi dormiva su una sedia accanto al letto.

Forse mi sorpresi tanto perché era l'ultima persona che mi sarei aspettata di trovare al mio risveglio.

Tento di muovere le dita per vedere se era tutto a posto.

Ero un po' intorpidito, ma avevo sensibilità a tutti gli arti ed ero padrone del mio corpo. Una notizia ottima a mio parere.

Mi mossi molto lentamente e allungai una mano per infilarla nel cespuglio di capelli corvini di Dabi. Questo fece qualche verso strano, ma quando probabilmente comprese dove si trovasse si voltò di scatto.

"Ciao fiammifero bruciato." Dissi sorridendogli.

"Tu, brutto pezzo di..."

Ma in quel momento entrò il dottore.

"Oh, vedo che si è svegliato, signor Hito. Sono molto felice di ciò. Dabi, vada a chiamare Tomura e Kurogiri mentre io visito il paziente."

Dabi uscì molto di malavoglia e un attimo dopo arrivarono sia Shigaraki che Kurogiri.

Appena il dottore finì di visitarmi mi diede qualche indicazione e avvertimento e mi permise di tornare alla base. Tutto sembrava a posto.

Appena uscito dal portale venni travolto da una chioma bionda.

"Grazie al cielo stai bene. Mi hai fatto preoccupare tantissimo. Potevi anche dirmi qualcosa, brutto idiota! Poi per fortuna che sei tornato sano e salvo. Tuo fratello ha minacciato più di una volta di incenerirci tutti se non gli veniva detto dove ti avevano portato. Ha dato quasi fuoco all'intera base prima che lo portassero da te."

"Scusa." Dissi.

Rimanemmo abbracciati per un po', poi iniziai a sentire la spalla bagnarsi.

Toga, la mia dolce psicopatica bionda, stava piangendo per causa mia.

"A-avevo paura di perderti. A-avevo paura di non rivedere più il mio migliore amico."

"Mi dispiace Toga, ma non potevo dire niente a nessuno. Mi spiace. Ora sto bene, sono qui." La condussi verso il divano e l'abbracciai stretta, continuando ad accarezzarle i capelli.

"A proposito. Quanto tempo sono stato assente?" Chiesi rendendomi conto di non saperlo ancora.

"Quasi cinque mesi." Rispose Kurogiri.

Sentii Toga fare un guaito e vidi Dabi in un angolo con gli occhi rivolti al pavimento.

Avrei avuto la stessa reazione della mia vampiretta se uno dei due fosse scomparso per cinque mesi. Stavano male per me. Si preoccupavano per me. Sarà brutto da dire, ma è una sensazione piacevole sapere che qualcuno tiene così tanto a te.

Rimasi ancora un paio di minuti sul divano con Toga, ma avevo la necessità di parlare con Dabi.

"Himiko, ho bisogno di andare a casa e parlare con mio fratello. Torno a prenderti tra un po', così stiamo insieme, d'accordo?" Le sussurrai in un orecchio.

Lei annuì e si staccò da me.

"Kurogiri, avrei bisogno di tornare a casa. Dabi, vieni?"

"Certo, domani alle 10 dovrà essere pronto. Il Maestro le vuole parlare." Mi avvertì l'uomo-nube.

"D'accordo. Tra un'ora potresti riaprire un altro portale per il nostro appartamento, per favore? Passo a prendere Toga."

Kurogiri mi fece un cenno con il capo.

Un portale fu aperto e ci ritrovammo nel nostro appartamento.

C'era odore di chiuso e sembrava che la casa fosse poco frequentata.

La prima cosa che feci fu quella di buttarmi tra le braccia del mio fratellone. Dio solo sa quanto gli ero mancato. Aveva persino minacciato un'intera associazione con i più temibili Villain del Giappone solo perché era preoccupato per me.

Mi misi a piangere. Era da tantissimo tempo che non piangevo più. Madonna, quanto volevo bene al mio carboncino.

Passammo così un bel po' di tempo, abbracciati al centro della sala.

"Non azzardarti mai più a farmi preoccupare così. Anche il dottore iniziava a perdere le speranze sul tuo risveglio."

"Te lo prometto."

"Sai almeno quali quirk ti ha dato?"

"No, non ancora. Probabilmente è per questo che mi ha chiesto di vederlo domani."

Passata un'ora dal nostro arrivo a casa si aprì il portale che avevo chiesto a Kurogiri e andai a prendere la mia vampiretta. Passammo una bella serata tutti insieme. Rimase anche a dormire.

Cedetti il divano a Toga e io mi sistemai sul tappeto.

In un unico piccolo appartamento c'erano le persone che, in quel momento, mi erano più care al mondo.

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