cap.47

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I mesi passano veloci.

Avevamo passato del tempo con Kota sia durante le vacanze estive sia durante le vacanze natalizie. Ci vedevamo di meno quando io ero a scuola. Tra studio e missioni non avevo molto tempo, e nemmeno Shoto. Sicuramente non potevo mandare Dabi a prendere Kota per giocare con Eri.

Vi immaginate la scena?

"Salve, sono uno dei villain che vi ha attaccato al Campo di allenamento e che ha dato fuoco al bosco. Vi ricordate di me? Bene. Sono qui per prendere la piattola e portarla al parco con Eri. Ve lo riporto prima di cena."

Sarebbe abbastanza scomodo, non vi pare?

Comunque.

Oggi è il loro primo giorno di scuola. Siamo riusciti a metterli nella stessa classe.

Tutta la base è in fermento. Per la prima volta dopo tre anni e mezzo non avremo più Eri in giro 24/24h 7/7giorni.

Shigaraki era seduto al bancone con un bicchiere di whisky in mano, come fa sempre quando qualcosa lo agita particolarmente.

Dabi era appoggiato al muro nell'ombra e guardava il pavimento, lo faceva sempre quando era preoccupato.

Mr.Compress stava facendo mille raccomandazioni alla piccola, soprattutto di stare lontana dai ragazzi e di chiamarci per qualsiasi problema.

Twice continuava a farle i complimenti, a dirle di quanto stesse bene nella divisa scolastica, e poi a borbottare che non avrebbe passato il primo anno. Ormai non davamo più molto peso alla parte pessimista di Jin.

Shoto era accanto al fratello. Le braccia incrociate e gli occhi fissi sulla scena.

Eri era in mezzo alla stanza a prendere tutte le attenzioni mentre Himiko la sistemava.

La mia vampiretta si era trasformata in una bella ragazza perché voleva accompagnare la piccola fino ai cancelli.

Io ero teso come una corda di violino. Fino al giorno prima avevo immaginato migliaia di scenari diversi, da quello in cui Eri si trovava benissimo a scuola a quello in cui era bullizzata. Sapevo che l'ultima ipotesi sarebbe stata alquanto difficile visto che con lei c'era Kota, che era molto protettivo nei suoi confronti. L'avevo notato più di una volta mentre giocavano insieme.

E infine c'era il nostro amatissimo e fidatissimo Kurogiri, sempre dietro al bancone a pulire i suoi bicchieri. Lui sembrava molto tranquillo. Quell'uomo era la nostra salvezza. Senza di lui non riusciremmo a fare la metà delle cose che facciamo normalmente. Beata sia quella nube viola. Se non fosse per lui non sarei mai riuscito a portare Eri a scuola e a essere nella mia classe a un orario decente.

Perché sì. La scuola elementare in cui andava la piccola era decisamente lontana sia da casa che dalla UA. Ma per rendere felici Eri e Kota questo ed altro.

Subito dopo il giro di ultimi saluti e raccomandazioni, io, Eri, Himiko e Shoto, entrammo nel portale che ci portò in un vicolo poco lontano dalla scuola elementare.

Appena arrivammo davanti ai cancelli Eri individuò Kota all'istante. Parlammo per poco e al suono della campanella ci salutammo. Vedere i due mostriciattoli correre insieme verso le porte della scuola era stato emozionante.

Ormai la mia bambina stava iniziando a diventare grande e stava intraprendendo la strada verso nuove avventure.

In quel momento mi chiesi per quanto ancora avrebbe avuto bisogno di me e in quale preciso istante mi fossi perso il passaggio da piccolo cucciolo smarrito e terrorizzato a piccola cucciola avventurosa.

Una piccola lacrima di felicità mentre abbracciavo la mia Himiko, che piangeva emozionata, e Shoto che mi teneva una mano sulla spalla.

Poi, via, di nuovo verso il vicolo.

Uno squillo al nostro uomo preferito e in un secondo ci trovammo tutti e tre nel vicolo dietro la scuola.

Aprii l'app di messaggistica e mandai un sincero grazie a Kurogiri. Mi dispiaceva un po' sfruttarlo così, ma lui diceva che gli andava bene.

Shoto, Himiko ed io ci dirigemmo verso i cancelli della UA. La ragazza non era tornata a casa perché aveva delle commissioni da fare in zona, quindi aveva colto l'occasione per accompagnarci e stare un po' con noi.

Mancava ancora un quarto d'ora al suono della campana, quindi aspettammo su una panchina e discutemmo sull'abbigliamento di Himiko.

Si era trasformata in una ragazzina castana, alta come me e dalle forme abbondanti. Si era acconciata i capelli in una treccia e si era messa un velo di trucco sugli occhi.

Aveva una camicetta bianca sottile dove si vedeva il reggiseno sotto, una gonna nera che arrivava sopra il ginocchio, le calze a rete, degli stivali neri alti e un parka verde militare aperto. Era veramente bella. Tutti i maschi, e anche qualche femmina, che passavano davanti a noi la fissavano e facevano apprezzamenti.

La cosa dava parecchio fastidio sia a me sia a Shoto, anche se a lei non interessava la cosa. Anzi! La divertiva parecchio.

E ora vi chiederete. Perché a Shoto interessa ciò che succede a Himiko?

Semplicissimo. Visto che stiamo tutti insieme molto spesso anche lui ha imparato ad apprezzarla e ora è molto più naturale e tranquillo con lei. Si fida. Siamo tre inseparabili amici, non che i tre più giovani della banda. Siamo i cuccioli più temuti dai membri secondari della LOV.

Inseparabile, intelligente, letale trio.

Ma tornando a noi.

Tutte le volte che un uomo, anche abbastanza avanti con l'età, lanciava sguardi ambigui alla nostra ragazza lo fulminavamo con lo sguardo e io mi trattenevo dall'ucciderli tutti.

Peccato che dopo poco siamo costretti ad entrare a scuola, richiamati dal suono della campanella.

Ci alziamo e Himiko ci dà un bacio sulla guancia a entrambi, prima di andare per la sua strada.

Appena entriamo in classe notiamo che sono già tutti dentro e noi andiamo a sederci ai nostri posti.

Tutti mormorano a gruppi ma a un certo punto Mineta e altri si avvicinano ai nostri banchi con sguardo di chi la sa lunga.

Io e Shoto ci fissiamo un attimo negli occhi. Cosa vogliono da noi?

"Hey, Hito, Todoroki. Chi era quella bella gnocca che era seduta con voi? È la ragazza si uno di voi due?"

Li fisso truci per un istante.

"No, non è la nostra ragazza. Ma anche se fosse?"

"Uhuh... è single?" Mineta ha gli occhi che scintillano.

"Sì." Dice Shoto solo per vedere la mia reazione alla loro prossima domanda.

"Ohoh... allora me la presentate? Con una bella gnocca così chissà che divertimento."

Tempo zero e quel pervertito è stato lanciato con tutta la forza che avevo in corpo contro la lavagna e ora si trova appeso per il collo fuori dalla finestra, mentre si strozza con la sua stessa saliva.

Tutta la classe è pietrificata, tutti tranne Todoroki.

Lui si alza tranquillamente dal banco e mi affianca in modo molto lento e tranquillo.

"Non osare mai più parlare in questi termini di Himiko. O di qualsiasi altra ragazza." Inizio fulminandolo.

"Non sono oggetti per il tuo unico piacere personale. Sono persone. Vai a diventare cieco davanti a uno schermo invece che importunarle." Continua Shoto con la sua calma.

"Se ci tieni alla pelle non pensare a lei, non guardarla e non respirare la sua stessa aria." Dico stringendo ancora un po' la mano attorno alla sua gola.

"Se ti vediamo anche solo per sbaglio vicino alla nostra migliore amica rimpiangerai di essere nato. Afferrato il concetto?" Mi dà corda Shoto.

Il ragazzo non respira più. È ormai quasi viola come i suoi capelli, le lacrime agli occhi e tenta di annuire il più velocemente possibile.

"Bene. Questo vale anche per gli altri." Lo tiro dentro e lo lancio sul pavimento mentre Todoroki chiude la finestra.

Torniamo tutti a sederci e la giornata passa con una sensazione molto pesante che aleggia per tutta la classe.

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